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Teologia fondamentale I

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Egli rivela con i fatti, gli eventi e la sua parola. Tuttavia la rivelazione piena è la sua persona. Egli è larivelazione vivente del Padre, che egli solo conosce. Tale rapporto Padre-Figlio, sconosciuto all'AnticoTestamento, è il culmine della rivelazione. Tuttavia la rivelazione piena è ancora velata dall'umanitàsofferente del Cristo che, anche dopo la sua risurrezione, non si rivela al mondo nella sua gloria.Rivelazione comunicata. Gesù si è rivelato a un piccolo gruppo, ma la rivelazione è destinata a tuttal'umanità. I discepoli-apostoli porteranno il vangelo a tutte le nazioni. La rivelazione nella Chiesa ècollegata allo Spirito Santo, che fa comprendere le Scritture e la vita di Cristo. Anche tale rivelazionerimane incompleta, velata da segni e simboli.Rivelazione verso la pienezza. Diverrà piena alla fine della storia, quando il Figlio dell'uomorivelerà al sua gloria e gli uomini passeranno dal mondo presente a quello futuro 6 .3. Struttura antropologica della RivelazioneI caratteri della Rivelazione configurano una sua struttura antropologica. Essa, infatti, è: pubblica,o rivolta a tutti; mediata, ossia inviata non immediatamente a ogni singolo, ma a tutti, per mezzo deiprofeti e degli apostoli; dialogico-personale, o incontro fra persone (Dio e uomo); unitaria, o unica,benché svolta nella varietà di tempi e modi; storica o con una propria storia, inserita e manifestatanella storia dell'umanità; situata ossia identificata in tempi, luoghi, aree, culture, ambienti e linguaggiumani; progressiva o avente un inizio, uno svolgimento graduale e un compimento, in un progressocoerente, privo di tensioni e di rivolgimenti su di sé. Si tratta, quindi, di un nucleo base, ricco divirtualità e già orientato alla sua pienezza 7 .Infatti, si è compiuta come stretta unione di "parole" e "azioni" di Dio, che opera, parla, commentae interpreta, per culminare nell'espressione ultima e definitiva della Parola, il Figlio Unigenito,specchio della sostanza e impronta della gloria del Padre, incarnata in Gesù di Nazaret il Cristo (Unto,Messia) 8 . Perciò, egli è il Dio-uomo, che attinge tutte le dimensioni e profondità della persona e non silimita solo alla "conoscenza". In essa non vi sono contrapposizioni, ma solo armonia e sinergia dielementi molteplici e diversi 9 .4. Sinergie - complementarità - teologia - antropologiaLa sinergia o complementarità è data dal rapporto del divino con l'umano, dell'iniziativa di Dio e lacollaborazione dell'uomo. Essa può presentarsi come insieme di azioni, eventi e parola. Gli eventi eavvenimenti storici incontrano l'uomo nella sua vita ed esperienza quotidiana. L'illuminazioneinteriore gliene fa conoscere la realtà così manifestata. La parola gliene dà l'interpretazione. Egli, poi,li racconta e tramanda fino a che non vengano scritti. Da quel momento la loro lettura e proclamazioneconsente di ricordarli e riproporli. In ciò s'incontrano l'iniziativa di Dio e l'esperienza dell'uomo.L'iniziativa di Dio, libera e gratuita, s'incontra con l'accettazione, la partecipazione e la riflessionedell'uomo, in un continuo intreccio e crescendo 10 .La Rivelazione ci dice che il progetto di Dio è di salvare l'uomo, rendendolo partecipe della propriavita. Perciò gli rivela il proprio (di Dio) mistero e la sua (di lui) vocazione. Vocazione che deriva dalprogetto divino sull'uomo, sulla storia terrena e sul destino finale metastorico. Il Signore gli indicapure la sua norma di vita e gli spiega il senso divino dei fatti ed eventi nei quali l'uomo vive.Soprattutto, però, Dio rivela se stesso all'uomo, nel senso che gli si dona e partecipa. In Cristo, Dio sirivela e partecipa come comunione di persone, dialogo interno (ad intra), interpersonale di conoscenzae d'amore, di cui quello esterno (ad extra), con l'uomo, nella fede è la traduzione.6 DTBD, 1120-1126; NDTB, 1368-1376.7 NDTB, 1375.8 NDTB 1362, 1374.9 NDTB 1376; DTBD, 1115-1126; NDTB 1370-1376; Dei Verbum, capp. I, II nn. 2-10 137510 NDTB 1375.7

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