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Scenari di sviluppo

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2.3 Descrizione delle problematiche <strong>di</strong> settoreIn termini generali le agricolture <strong>di</strong> montagna e <strong>di</strong> alta montagna soffrono dei seguenti<strong>di</strong>sagi che da anni hanno ingessato il settore:• Polverizzazione fon<strong>di</strong>aria;• Assenza <strong>di</strong> formazione impren<strong>di</strong>toriale degli addetti;• Difficile agibilità dei terreni e scarsa applicabilità della meccanizzazione;• Basse produzioni su unità <strong>di</strong> superficie;• Distanza dai centri <strong>di</strong> commercializzazione del prodotto.D’altro canto questi fattori pur agendo in modo negativo sotto l'aspetto della produttività,delle economie <strong>di</strong> scala e della red<strong>di</strong>tività, sono compensati dall’alta vocazionalitàdall’ambiente <strong>di</strong> produzione che in montagna crea con<strong>di</strong>zioni pedoclimatiche ottimaliper esaltare la qualità e la tipicità.In una analisi più approfon<strong>di</strong>ta del settore vitivinicolo in<strong>di</strong>viduiamo i seguenti fattori <strong>di</strong>criticità:a) Cronicità strutturaleIl quadro strutturale della viticoltura valtellinese è contrad<strong>di</strong>stinto da una elevataframmentazione della proprietà, non accorpata ed a conduzione <strong>di</strong>retta. Il viticoltoreesercita l’attività a part-time, come lavoro complementare e presenta un’età superiore aquella della normale attività lavorativa.In Valtellina, la limitata superficie delle aziende part-time, che conferiscono più del 70%dell’uva alle cantine <strong>di</strong> trasformazione, costituisce un punto critico per l’intera filiera vitevino.L’eventuale <strong>di</strong>smissione dei vigneti coltivati da parte dei piccoli produttori (per altronon arrestabile per un centinaio <strong>di</strong> ha), metterebbe infatti a rischio una fascia <strong>di</strong>produzione immessa sul mercato.La simbiosi tra i molti produttori conferenti e il limitato numero <strong>di</strong> trasformatori acquirenti, èdelicata: senza la presenza <strong>di</strong> uno dei due soggetti non esisterebbe una produzionevinicola tale da sod<strong>di</strong>sfare le esigenze del mercato attuale.Per tale motivo alcune case vinicole stanno lentamente trasformandosi in aziendevitivinicole. Viceversa è auspicabile che anche tra i produttori <strong>di</strong> uve crescano nuoviimpren<strong>di</strong>tori con la volontà <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare vinificatori ed, in una seconda fase,imbottigliatori.Uno degli interventi ipotizzabili per affrontare la cronicità strutturale potrebbe essere laprevisione <strong>di</strong> azioni programmatiche legate al rior<strong>di</strong>no fon<strong>di</strong>ario e l’affidamento a<strong>di</strong>mpren<strong>di</strong>tori che chiudono il ciclo vite-vino con la ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong>retta del prodotto el’imbottigliamento.b) Costi <strong>di</strong> produzioneCome evidenziato in precedenza i costi <strong>di</strong> produzione delle uve sui vigneti terrazzati sonomolto elevati. Il sistema ha tuttavia assorbito il <strong>di</strong>sagio grazie all’organizzazione aziendalebasato sulle economie <strong>di</strong> manodopera familiare; situazione che <strong>di</strong>fficilmente potràpermanere in futuro a causa delle mutate con<strong>di</strong>zioni sociali ed economiche.E’ innegabile che attraverso una ricomposizione fon<strong>di</strong>aria si potrebbe alleviare un altropunto critico della nostra viticoltura e cioè gli elevati costi <strong>di</strong> produzione.Oggi, l’impiego <strong>di</strong> manodopera per la coltivazione dei vigneti <strong>di</strong> montagna è stimabile in1200 ore/ha, valori che chiaramente incidono, non solo sull’economicità dellacoltivazione, ma anche sulla “fatica” che viene impiegata. La razionalizzazione dellesuperfici può dare il via all’introduzione <strong>di</strong> una minima meccanizzazione che, se da unlato potrà <strong>di</strong>minuire solo in parte le ore/ha impiegate (30-40%), dall’altro potrà ridurre lafatica dell’operatore in alcune operazioni colturali (lavorazioni terreno, trattamenti ecc.).Si ritiene inoltre che l’introduzione <strong>di</strong> innovazioni tecnologiche nel vigneto, possa avere uneffetto propedeutico in grado <strong>di</strong> “svecchiare” l’immagine del viticoltore e della suaprofessionalità.7

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