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Strumenti per la formazione 4 - Trentino Salute

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Capitolo 1La <strong>per</strong>cezione del rischioe <strong>la</strong> sicurezza <strong>la</strong>vorativaLucia Savadori1.1. La <strong>per</strong>cezione del rischioL’abilità di <strong>per</strong>cepire ed evitare i <strong>per</strong>icoli è una capacità necessaria a tutti gliesseri viventi. Oltre al<strong>la</strong> abilità di <strong>per</strong>cepire i <strong>per</strong>icoli, <strong>la</strong> nostra sopravvivenzaè determinata anche dal<strong>la</strong> capacità di imparare dall’es<strong>per</strong>ienza passata. Questo<strong>per</strong>mette alle <strong>per</strong>sone di agire sul proprio ambiente in modo tale da ridurne oaumentarne <strong>la</strong> rischiosità.Il dibattito pubblico che diede origine al filone di indagine noto in psicologiacon il nome di “<strong>per</strong>cezione del rischio” fu quello legato all’energia nucleare.Tuttavia, fu subito evidente che non vi era linearità tra il grado di rischio oggettivoposto da una centrale nucleare, ad esempio, e <strong>la</strong> <strong>per</strong>cezione soggettivadel rischio che ne avevano le <strong>per</strong>sone. Così come fu subito chiaro che dovevanoesserci dei meccanismi sottostanti al<strong>la</strong> <strong>per</strong>cezione del rischio che <strong>per</strong>mettevanoad una <strong>per</strong>sona di fumare tranquil<strong>la</strong>mente pur sapendo che il fumo fa male,e contemporaneamente manifestare contro il nucleare. Si scoprì quindi che <strong>la</strong><strong>per</strong>cezione del rischio è funzione di numerosi fattori, diversi dal rischio oggettivostesso, quali il grado di controllo, <strong>la</strong> volontarietà di assunzione, <strong>la</strong> gravità delleconseguenze, i benefici <strong>per</strong>cepiti, <strong>la</strong> catastrofocità di un potenziale incidente,il rischio <strong>per</strong> le generazioni future, l’immediatezza degli effetti, <strong>la</strong> conoscenzaed altri ancora (Slovic 1987). La <strong>per</strong>cezione del grado di <strong>per</strong>icolo che deriva dauna sostanza, attività o comportamento non dipende quindi solo dal rischioreale, oggettivo, ma esso subisce una “tras<strong>formazione</strong>” in funzione di numerosifattori o strategie di ragionamento.Lo studio del<strong>la</strong> <strong>per</strong>cezione del rischio da circa 25 anni tenta di chiarire comele <strong>per</strong>sone si formino i giudizi intuitivi di rischio (Slovic, 1987). Il giudizio dirischio è al<strong>la</strong> base del processo di ragionamento che si traduce nel comportamentoeffettivo del<strong>la</strong> <strong>per</strong>sona di fronte al <strong>per</strong>icolo. Se il rischio <strong>per</strong>cepito è alto,<strong>la</strong> <strong>per</strong>sona evita di compiere il comportamento, o adotta misure di prevenzionee caute<strong>la</strong>. Il termine “intuitivo” denota un meccanismo di ragionamento velocee poco costoso (in termini di risorse cognitive) che porta al<strong>la</strong> stima di quantosia <strong>per</strong>cepito rischioso un comportamento, una sostanza o una apparecchiatura.Ad esempio, è stato trovato che coloro che adottano un comportamento confrequenza ritengono anche di poterlo meglio control<strong>la</strong>re (Savadori, Rumiati,Provincia Autonoma di Trento<strong>Strumenti</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> <strong>formazione</strong> 4 - 200611

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