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SACRAMENTUM CARITATIS BENEDETTO XVI - Figlie della Chiesa

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In Maria Santissima vediamo perfettamente attuata anche lamodalità sacramentale con cui Dio raggiunge e coinvolge nellasua iniziativa salvifica la creatura umana. Dall'Annunciazione allaPentecoste, Maria di Nazareth appare come la persona la cuilibertà è totalmente disponibile alla volontà di Dio. La suaImmacolata Concezione si rivela propriamente nella docilitàincondizionata alla Parola divina. La fede obbediente è la formache la sua vita assume in ogni istante di fronte all'azione di Dio.Vergine in ascolto, ella vive in piena sintonia con la volontàdivina; serba nel suo cuore le parole che le vengono da Dio e,componendole come in un mosaico, impara a comprenderle più afondo (cfr Lc 2,19.51); Maria è la grande Credente che, piena difiducia, si mette nelle mani di Dio, abbandonandosi alla suavolontà.(102) Tale mistero si intensifica fino ad arrivare al pienocoinvolgimento nella missione redentrice di Gesù. Come haaffermato il Concilio Vaticano II, « la beata Vergine avanzò nellapellegrinazione <strong>della</strong> fede e serbò fedelmente la sua unione colFiglio sino alla croce, dove, non senza un disegno divino, se nestette (cfr Gv 19,25) soffrendo profondamente col suo Unigenito eassociandosi con animo materno al sacrificio di Lui,amorosamente consenziente all'immolazione <strong>della</strong> vittima da leigenerata; e finalmente, dallo stesso Gesù morente in croce fu dataquale madre al discepolo con queste parole: Donna, ecco tuofiglio ».(103) Dall'Annunciazione fino alla Croce, Maria è coleiche accoglie la Parola fattasi carne in lei e giunta fino adammutolire nel silenzio <strong>della</strong> morte. È lei, infine, che riceve nellesue braccia il corpo donato, ormai esanime, di Colui che davveroha amato i suoi « sino alla fine » (Gv 13,1).Per questo, ogni volta che nella Liturgia eucaristica ci accostiamoal Corpo e al Sangue di Cristo, ci rivolgiamo anche a Lei che,aderendovi pienamente, ha accolto per tutta la <strong>Chiesa</strong> il sacrificiodi Cristo. Giustamente i Padri sinodali hanno affermato che «Maria inaugura la partecipazione <strong>della</strong> <strong>Chiesa</strong> al sacrificio delRedentore ».(104) Ella è l'Immacolata che accoglieincondizionatamente il dono di Dio e, in tal modo, viene associata30prepararlo attraverso una concreta educazione alla carità e allagiustizia. Per questo, come è stato richiesto dal Sinodo, ènecessario che nelle Diocesi e nelle comunità cristiane venga fattaconoscere e promossa la dottrina sociale <strong>della</strong> <strong>Chiesa</strong>.(248) Inquesto prezioso patrimonio, proveniente dalla più anticatradizione ecclesiale, troviamo gli elementi che orientano conprofonda sapienza il comportamento dei cristiani di fronte allequestioni sociali scottanti. Questa dottrina, maturata durante tuttala storia <strong>della</strong> <strong>Chiesa</strong>, si caratterizza per realismo ed equilibrio,aiutando così ad evitare fuorvianti compromessi o vacue utopie.Santificazione del mondo e salvaguardia del creato92. Infine, per sviluppare una spiritualità eucaristica profonda,capace di incidere significativamente anche nel tessuto sociale, ènecessario che il popolo cristiano, che rende grazie per mezzodell'Eucaristia, abbia coscienza di farlo in nome dell'interacreazione, aspirando così alla santificazione del mondo elavorando intensamente a tal fine.(249) L'Eucaristia stessa gettauna luce potente sulla storia umana e su tutto il cosmo. In questaprospettiva sacramentale impariamo, giorno per giorno, che ognievento ecclesiale possiede il carattere di segno, attraverso il qualeDio comunica se stesso e ci interpella. In tal maniera, la formaeucaristica dell'esistenza può davvero favorire un autenticocambiamento di mentalità nel modo con cui leggiamo la storia edil mondo. La liturgia stessa ci educa a tutto questo, quando,durante la presentazione dei doni, il sacerdote rivolge a Dio unapreghiera di benedizione e di richiesta in relazione al pane e alvino, « frutto <strong>della</strong> terra », « <strong>della</strong> vite » e del « lavoro dell'uomo». Con queste parole, oltre che coinvolgere nell'offerta a Dio tuttal'attività e la fatica umana, il rito ci spinge a considerare la terracome creazione di Dio, che produce per noi ciò di cui abbiamobisogno per il nostro sostentamento. Essa non è una realtàneutrale, mera materia da utilizzare indifferentemente secondol'umano istinto. Piuttosto si colloca all'interno del disegno buonodi Dio, per il quale tutti noi siamo chiamati ad essere figli e figlie79

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