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SACRAMENTUM CARITATIS BENEDETTO XVI - Figlie della Chiesa

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Sacra Congregazione dei Riti, Istr. Eucharisticum Mysterium (25maggio 1967): AAS 57 (1967), 539-573.(195) Cfr Relatio post disceptationem, 11: L'Osservatore Romano, 14ottobre 2005, p. 5.(196) Cfr Propositio 28.(197) Cfr n. 314.(198) VII, 10, 16: PL 32, 742.(199) Benedetto <strong>XVI</strong>, Omelia sulla Spianata di Marienfeld, (21 agosto2005): AAS 97 (2005), 892; cfr Omelia nella Veglia di Pentecoste (3giugno 2006): AAS 98 (2006), 505.(200) Cfr Relatio post disceptationem, 6, 47: L'Osservatore Romano, 14ottobre 2005, pp. 5-6; Propositio 43.(201) De civitate Dei, X, 6: PL 41, 284.(202) Cfr Catechismo <strong>della</strong> <strong>Chiesa</strong> Cattolica, 1368.(203) Cfr S. Ireneo, Contro le eresie IV, 20, 7: PG 7, 1037.(204) Epistola ai Magnesiani, 9,1: PG 5, 670.(205) Cfr I Apologia 67, 1-6; 66: PG 6, 430 s. 427. 430.(206) Cfr Propositio 30.(207) Cfr AAS 90 (1998), 713-766.(208) Propositio 30.(209) Omelia (19 marzo 2006): AAS 98 (2006), 324.100troppo segnata dalla schiavitù e dal peccato. Il memorialedell'antica liberazione si apriva così alla domanda e all'attesa diuna salvezza più profonda, radicale, universale e definitiva. È inquesto contesto che Gesù introduce la novità del suo dono. Nellapreghiera di lode, la Berakah, Egli ringrazia il Padre non solo peri grandi eventi <strong>della</strong> storia passata, ma anche per la propria «esaltazione ». Istituendo il sacramento dell'Eucaristia, Gesùanticipa ed implica il Sacrificio <strong>della</strong> croce e la vittoria <strong>della</strong>risurrezione. Al tempo stesso, Egli si rivela come il vero agnelloimmolato, previsto nel disegno del Padre fin dalla fondazione delmondo, come si legge nella Prima Lettera di Pietro (cfr 1,18-20).Collocando in questo contesto il suo dono, Gesù manifesta ilsenso salvifico <strong>della</strong> sua morte e risurrezione, mistero che divienerealtà rinnovatrice <strong>della</strong> storia e del cosmo intero. L'istituzionedell'Eucaristia mostra, infatti, come quella morte, di per séviolenta ed assurda, sia diventata in Gesù supremo atto di amore edefinitiva liberazione dell'umanità dal male.Figura transit in veritatem11. In questo modo Gesù inserisce il suo novum radicaleall'interno dell'antica cena sacrificale ebraica. Quella cena per noicristiani non è più necessario ripeterla. Come giustamente diconoi Padri, figura transit in veritatem: ciò che annunciava le realtàfuture ha ora lasciato il posto alla verità stessa. L'antico rito si ècompiuto ed è stato superato definitivamente attraverso il donod'amore del Figlio di Dio incarnato. Il cibo <strong>della</strong> verità, Cristoimmolato per noi, dat ... figuris terminum.(20) Con il comando «Fate questo in memoria di me » (Lc 22,19; 1 Cor 11,25), Egli cichiede di corrispondere al suo dono e di rappresentarlosacramentalmente. Con queste parole, pertanto, il Signoreesprime, per così dire, l'attesa che la sua <strong>Chiesa</strong>, nata dal suosacrificio, accolga questo dono, sviluppando sotto la guida delloSpirito Santo la forma liturgica del Sacramento. Il memoriale delsuo dono perfetto, infatti, non consiste nella semplice ripetizionedell'Ultima Cena, ma propriamente nell'Eucaristia, ossia nella9

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