31.07.2015 Views

SACRAMENTUM CARITATIS BENEDETTO XVI - Figlie della Chiesa

SACRAMENTUM CARITATIS BENEDETTO XVI - Figlie della Chiesa

SACRAMENTUM CARITATIS BENEDETTO XVI - Figlie della Chiesa

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

dire san Bonaventura, contempliamo la bellezza e il fulgore delleorigini.(106) Tale attributo cui facciamo riferimento non è meroestetismo, ma modalità con cui la verità dell'amore di Dio inCristo ci raggiunge, ci affascina e ci rapisce, facendoci uscire danoi stessi e attraendoci così verso la nostra vera vocazione:l'amore.(107) Già nella creazione Dio si lascia intravedere nellabellezza e nell'armonia del cosmo (cfr Sap 13,5; Rm 1,19-20).Nell'Antico Testamento poi troviamo ampi segni del fulgore <strong>della</strong>potenza di Dio, che si manifesta con la sua gloria attraverso iprodigi operati in mezzo al popolo eletto (cfr Es 14; 16,10; 24,12-18; Nm 14,20-23). Nel Nuovo Testamento si compiedefinitivamente questa epifania di bellezza nella rivelazione diDio in Gesù Cristo: (108) Egli è la piena manifestazione <strong>della</strong>gloria divina. Nella glorificazione del Figlio risplende e sicomunica la gloria del Padre (cfr Gv 1,14; 8,54; 12,28; 17,1).Tuttavia, questa bellezza non è una semplice armonia di forme; «il più bello tra i figli dell'uomo » (Sal 45 [44],3) è anchemisteriosamente colui che « non ha apparenza né bellezza perattirare i nostri sguardi » (Is 53,2). Gesù Cristo ci mostra come laverità dell'amore sa trasfigurare anche l'oscuro mistero <strong>della</strong>morte nella luce irradiante <strong>della</strong> risurrezione. Qui il fulgore <strong>della</strong>gloria di Dio supera ogni bellezza intramondana. La vera bellezzaè l'amore di Dio che si è definitivamente a noi rivelato nel Misteropasquale.La bellezza <strong>della</strong> liturgia è parte di questo mistero; essa èespressione altissima <strong>della</strong> gloria di Dio e costituisce, in un certosenso, un affacciarsi del Cielo sulla terra. Il memoriale delsacrificio redentore porta in se stesso i tratti di quella bellezza diGesù di cui Pietro, Giacomo e Giovanni ci hanno datotestimonianza, quando il Maestro, in cammino versoGerusalemme, volle trasfigurarsi davanti a loro (cfr Mc 9,2). Labellezza, pertanto, non è un fattore decorativo dell'azioneliturgica; ne è piuttosto elemento costitutivo, in quanto è attributodi Dio stesso e <strong>della</strong> sua rivelazione. Tutto ciò deve renderci32Nella prospettiva <strong>della</strong> responsabilità sociale di tutti i cristiani iPadri sinodali hanno ricordato che il sacrificio di Cristo è misterodi liberazione che ci interpella e provoca continuamente. Rivolgopertanto un appello a tutti i fedeli ad essere realmente operatori dipace e di giustizia: « Chi partecipa all'Eucaristia, infatti, deveimpegnarsi a costruire la pace nel nostro mondo segnato da molteviolenze e guerre, e oggi in modo particolare, dal terrorismo, dallacorruzione economica e dallo sfruttamento sessuale ».(245) Tuttiproblemi, questi, che a loro volta generano altri fenomeniavvilenti che destano viva preoccupazione. Noi sappiamo chequeste situazioni non possono essere affrontate in modosuperficiale. Proprio in forza del Mistero che celebriamo, occorredenunciare le circostanze che sono in contrasto con la dignitàdell'uomo, per il quale Cristo ha versato il suo sangue, affermandocosì l'alto valore di ogni singola persona.Il cibo <strong>della</strong> verità e l'indigenza dell'uomo90. Non possiamo rimanere inattivi di fronte a certi processi diglobalizzazione che non di rado fanno crescere a dismisura loscarto tra ricchi e poveri a livello mondiale. Dobbiamo denunciarechi dilapida le ricchezze <strong>della</strong> terra, provocando disuguaglianzeche gridano verso il cielo (cfr Gc 5,4). Ad esempio, è impossibiletacere di fronte alle « immagini sconvolgenti dei grandi campi diprofughi o di rifugiati – in diverse parti del mondo – raccolti incondizioni di fortuna, per scampare a sorte peggiore, ma di tuttobisognosi. Non sono, questi esseri umani, nostri fratelli e sorelle?Non sono i loro bambini venuti al mondo con le stesse legittimeattese di felicità degli altri? ».(246) Il Signore Gesù, Pane di vitaeterna, ci sprona e ci rende attenti alle situazioni di indigenza incui versa ancora gran parte dell'umanità: sono situazioni la cuicausa implica spesso una chiara ed inquietante responsabilitàdegli uomini. Infatti, « sulla base di dati statistici disponibili sipuò affermare che meno <strong>della</strong> metà delle immense sommeglobalmente destinate agli armamenti sarebbe più che sufficienteper togliere stabilmente dall'indigenza lo sterminato esercito dei77

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!