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SACRAMENTUM CARITATIS BENEDETTO XVI - Figlie della Chiesa

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detto: « Non vi è niente di più bello che essere raggiunti, sorpresidal Vangelo, da Cristo. Non vi è niente di più bello che conoscereLui e comunicare agli altri l'amicizia con Lui ».(233) Questaaffermazione acquista una più forte intensità se pensiamo alMistero eucaristico. In effetti, non possiamo tenere per noil'amore che celebriamo nel Sacramento. Esso chiede per suanatura di essere comunicato a tutti. Ciò di cui il mondo habisogno è l'amore di Dio, è incontrare Cristo e credere in Lui. Perquesto l'Eucaristia non è solo fonte e culmine <strong>della</strong> vita <strong>della</strong><strong>Chiesa</strong>; lo è anche <strong>della</strong> sua missione: « Una <strong>Chiesa</strong>autenticamente eucaristica è una <strong>Chiesa</strong> missionaria ».(234)Anche noi dobbiamo poter dire ai nostri fratelli con convinzione:« Quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunziamo anche avoi, perché anche voi siate in comunione con noi! » (1 Gv 1,3).Veramente non c'è niente di più bello che incontrare e comunicareCristo a tutti. La stessa istituzione dell'Eucaristia, del resto,anticipa ciò che costituisce il cuore <strong>della</strong> missione di Gesù: Egli èl'inviato del Padre per la redenzione del mondo (cfr Gv 3,16- 17;Rm 8,32). Nell'Ultima Cena Gesù affida ai suoi discepoli ilSacramento che attualizza il sacrificio da Lui fatto di se stesso inobbedienza al Padre per la salvezza di tutti noi. Non possiamoaccostarci alla Mensa eucaristica senza lasciarci trascinare nelmovimento <strong>della</strong> missione che, prendendo avvio dal Cuore stessodi Dio, mira a raggiungere tutti gli uomini. Pertanto, è partecostitutiva <strong>della</strong> forma eucaristica dell'esistenza cristiana latensione missionaria.Eucaristia e testimonianza85. La prima e fondamentale missione che ci viene dai santiMisteri che celebriamo è di rendere testimonianza con la nostravita. Lo stupore per il dono che Dio ci ha fatto in Cristo imprimealla nostra esistenza un dinamismo nuovo impegnandoci ad esseretestimoni del suo amore. Diveniamo testimoni quando, attraversole nostre azioni, parole e modo di essere, un Altro appare e sicomunica. Si può dire che la testimonianza è il mezzo con cui la72religiosa deve essere orientata alla mistagogia sacramentale.Un'approfondita conoscenza delle forme che l'arte sacra ha saputoprodurre lungo i secoli può essere di grande aiuto per coloro che,di fronte a architetti e artisti, hanno la responsabilità <strong>della</strong>committenza di opere artistiche legate all'azione liturgica. Perciòè indispensabile che nella formazione dei seminaristi e deisacerdoti sia inclusa, come disciplina importante, la storia dell'artecon speciale riferimento agli edifici di culto alla luce delle normeliturgiche. In definitiva, è necessario che in tutto quello cheriguarda l'Eucaristia vi sia gusto per la bellezza. Rispetto e curadovranno aversi anche per i paramenti, gli arredi, i vasi sacri,affinché, collegati in modo organico e ordinato tra loro,alimentino lo stupore per il mistero di Dio, manifestino l'unità<strong>della</strong> fede e rafforzino la devozione.(125)Il canto liturgico42. Nell'ars celebrandi un posto di rilievo viene occupato dalcanto liturgico.(126) A ragione sant'Agostino in un suo famososermone afferma: « L'uomo nuovo sa qual è il cantico nuovo. Ilcantare è espressione di gioia e, se pensiamo a ciò con un po' piùdi attenzione, è espressione di amore ».(127) Il Popolo di Dioradunato per la celebrazione canta le lodi di Dio. La <strong>Chiesa</strong>, nellasua bimillenaria storia, ha creato, e continua a creare, musica ecanti che costituiscono un patrimonio di fede e di amore che nondeve andare perduto. Davvero, in liturgia non possiamo dire cheun canto vale l'altro. A tale proposito, occorre evitare la genericaimprovvisazione o l'introduzione di generi musicali non rispettosidel senso <strong>della</strong> liturgia. In quanto elemento liturgico, il canto deveintegrarsi nella forma propria <strong>della</strong> celebrazione.(128) Diconseguenza tutto – nel testo, nella melodia, nell'esecuzione –deve corrispondere al senso del mistero celebrato, alle parti delrito e ai tempi liturgici.(129) Infine, pur tenendo conto dei diversiorientamenti e delle differenti tradizioni assai lodevoli, desidero,come è stato chiesto dai Padri sinodali, che venga adeguatamente37

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