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Tecnologie Alimentari 6 Settembre 2017

Tecnologie Alimentari da oltre 20 anni è una testata di riferimento per manager, tecnologi dell’industria alimentare ed imprenditori che operano nel settore.

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sicurezza<br />

sviluppo è 36-38°C. Cresce su terreni<br />

ricchi di sangue, specie se addizionati<br />

di glucosio, dando beta-emolisi; in<br />

agar semisolido o in terreno liquido si<br />

evidenzia la motilità. L’arricchimento si<br />

ottiene in brodo di Fraser. Per l’isolamento<br />

da campioni alimentari si utilizza<br />

l’ALOA, che è un terreno selettivo.<br />

Forma colonie blu-verdi, per azione<br />

della beta-glucosidasi. I principali cibi<br />

implicati in questa infezione sono le<br />

insalate, i cavoli, talvolta il latte anche<br />

pastorizzato, i formaggi freschi, patè,<br />

i prodotti di carne suina, insaccati e<br />

hot-dog. Sono stati indicati responsabili<br />

anche il pollame poco cotto e<br />

le salsicce crude. Colpisce le persone<br />

che hanno contatti con animali infetti.<br />

In soggetti anziani immunocompromessi,<br />

possono svilupparsi patologie<br />

gravi come setticemia, meningite<br />

ad andamento torpido, cardiopatie,<br />

sintomi gastrointestinali. La diagnosi<br />

si conferma con l’isolamento del<br />

microrganismo dal sangue. La terapia<br />

è a base di antibiotici (ampicillina<br />

+ aminoglucoside o trimetoprim<br />

sulfametazolo). Nei casi più gravi la<br />

prognosi è spesso infausta. Listeria<br />

monocytogenes è un microrganismo<br />

che balzò nelle cronache sanitarie anni<br />

fa. Questo agente patogeno ha destato<br />

molto clamore in una epidemia<br />

avvenuta in Svizzera negli anni tra il<br />

1983 e il 1987. Ha causato 122 casi<br />

di malattia, con 34 decessi. L’origine<br />

è stata identificata nel consumo di un<br />

formaggio denominato “Vacherin<br />

Mont d’Or”. In Francia si sviluppò<br />

una epidemia nel 1992: 279 casi con<br />

22 aborti e 63 decessi. L’infezione<br />

venne attribuita al consumo di lingua<br />

di maiale. Il patogeno risulta molto<br />

diffuso nell’ambiente e può infettare<br />

tutti gli alimenti crudi. Viene distrutto<br />

dalla cottura completa ed efficiente<br />

dei cibi. L’incubazione della malattia<br />

è di solito di tre settimane, ma si sono<br />

verificati casi variabili da 3 a 70 giorni<br />

dopo il contatto con materiale infetto.<br />

I patogeni vengono spesso eliminati<br />

con le feci. Origina anche dal suolo,<br />

dai foraggi, dall’acqua, dagli insilati.<br />

L’uomo può essere portatore asintomatico.<br />

Rappresenta un rischio per<br />

le donne gravide e i bambini. I casi<br />

durante la gravidanza danno esito<br />

nell’aborto o parto prematuro e a<br />

nascituri con problemi di salute. Negli<br />

animali colpisce bovini, ovini, caprini. È<br />

stata segnalata anche in volatili, pesci<br />

e crostacei. Negli ovini si manifestano<br />

patologie di natura neurologica. Nei<br />

bovini si sono riscontrati casi di localizzazione<br />

alla mammella, con rischio<br />

di eliminazione con il latte, tanto che si<br />

consiglia il consumo di quello trattato<br />

con alta pastorizzazione o l’UHT. Per<br />

le verdure vale sempre la raccomandazione<br />

di un prolungato ed efficiente<br />

lavaggio. Il microrganismo è stato<br />

individuato anche negli insilati. Negli<br />

Usa l’infezione colpisce 2500 persone<br />

ogni anno e almeno 500 hanno esito<br />

letale. Nel 1985 è insorta una epidemia<br />

in California causata da formaggi<br />

“mexican style”.<br />

I Clostridi<br />

È un genere che comprende oltre<br />

200 specie di bacilli, Gram-positivi,<br />

anaerobi, che formano spore resistenti<br />

al calore. Si tratta di microrganismi<br />

ubiquitari, che possono essere<br />

isolati dal suolo, dall’acqua, dalla<br />

Listeria<br />

monocytogenes<br />

Clostridium<br />

perfringens<br />

polvere, da feci, da insetti e infine anche<br />

da alimenti. Una cinquantina di<br />

specie sono causa di patologie negli<br />

animali e nell’uomo. Sono prevalentemente<br />

le seguenti: Clostridium<br />

tetani, C. botulinum, C. perfringens,<br />

C. difficile. Clostridium botulinum è<br />

un bacillo anaerobio, Gram +, sporigeno,<br />

produttore di una tossina o<br />

meglio “neurotossina”, che causa il<br />

botulismo nell’uomo e negli animali.<br />

In riferimento alle proprietà sierologiche,<br />

i ceppi di c. botulinum sono<br />

distinti in sette sierotipi, classificati in<br />

quattro gruppi. I ceppi che causano il<br />

botulismo nell’uomo appartengono ai<br />

gruppi I e II e generano tossine tipo A,<br />

B, E, F. Attaccano il sistema nervoso.<br />

Anche un piccolissimo quantitativo<br />

di tossina ( 30 ng ) è sufficiente per<br />

provocare la malattia. Il botulismo<br />

di origine alimentare risulta essere<br />

quello prevalente in tutto il mondo e<br />

il 90% dei casi è associato al consumo<br />

di conserve preparate in ambito<br />

domestico. La maggioranza dei casi è<br />

attribuita a conserve vegetali, meno<br />

a quelle di carne e pesce. Le produzioni<br />

industriali generalmente non<br />

sono coinvolte in episodi di botulismo<br />

alimentare. Per assicurare la sicurezza<br />

degli alimenti nell’industria la garanzia<br />

è rappresentata da impianti di sterilizzazione<br />

a vapore, sotto pressione, a<br />

livelli in grado di distruggere le spore<br />

termoresistenti. Da qualche tempo la<br />

tossina botulinica è stata riconosciuta<br />

persino come farmaco, utilizzata per<br />

esempio in oftalmologia per il trattamento<br />

di disturbi visivi, come lo strabismo,<br />

il blefarospasmo e difetti dei<br />

muscoli extraoculari. È pure impiegata<br />

in neurologia, usata per curare il torcicollo<br />

e le forme di distonia, spasticità<br />

ecc., nonché in dermatologia e nel<br />

campo della cosmesi. Tra i Clostridi<br />

importante è pure il Clostridium<br />

perfringens, che ha sede naturale<br />

nell’intestino, per cui esiste un pericolo<br />

di contagio interumano, che<br />

può anche coinvolgere gli alimenti;<br />

ciò avviene sovente nei cibi lasciati<br />

a temperatura ambiente o anche<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2017</strong><br />

www.interprogettied.com<br />

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