Tecnologie Alimentari 6 Settembre 2017
Tecnologie Alimentari da oltre 20 anni è una testata di riferimento per manager, tecnologi dell’industria alimentare ed imprenditori che operano nel settore.
Tecnologie Alimentari da oltre 20 anni è una testata di riferimento per manager, tecnologi dell’industria alimentare ed imprenditori che operano nel settore.
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
impianti<br />
LE TECNOLOGIE<br />
Le tecnologie di produzione dello<br />
yogurt sono relativamente semplici e<br />
senza variazioni di rilievo nel tempo:<br />
si utilizzano delle varianti di processo<br />
a seconda della tipologia di yogurt.<br />
Schematicamente le fasi di produzione<br />
sono:<br />
• yogurt cremoso (o a coagulo rotto):<br />
standardizzazione del latte che<br />
viene portato a una certa concentrazione<br />
(con aumento del residuo<br />
secco magro); miscelazione con gli<br />
ingredienti; omogeneizzazione per<br />
impedire la formazione di aggregati;<br />
pastorizzazione in appositi serbatoi<br />
(detti maturatori o fermentatori);<br />
raffreddamento e confezionamento;<br />
• yogurt bevibile: è prodotto con un<br />
procedimento assai simile a quello<br />
dello yogurt cremoso, ma con residuo<br />
magro più basso: viene spesso evitata<br />
la fase di standardizzazione del latte;<br />
il raffreddamento è più spinto;<br />
• yogurt compatto (o a coagulo intero):<br />
a differenza di quanto avviene<br />
per lo yogurt cremoso, il latte, dopo<br />
pastorizzazione, viene addizionato di<br />
fermenti e confezionato: la fermentazione<br />
avviene direttamente nei<br />
vasetti stoccati in opportune celle.<br />
Per quanto concerne gli altri prodotti<br />
(budini, creme già pronte confezionate,<br />
mousse) le linee di produzione<br />
utilizzano miscele d’acqua e componenti<br />
in polvere quali il latte in polvere,<br />
cacao, zucchero, grasso ecc. Il più<br />
delle volte i budini vengono aromatizzati<br />
con gusti vari (cioccolato, vaniglia<br />
ecc.) e possono avere diverso tenore<br />
di solidi e di consistenza. Alla<br />
fase della miscelazione degli ingredienti,<br />
effettuata a temperature superiori<br />
alla temperatura ambiente<br />
(generalmente 50-55°C), segue la<br />
filtrazione e, quindi, il trattamento<br />
termico di pastorizzazione o sterilizzazione:<br />
conclude il tutto il processo<br />
di confezionamento a temperature<br />
variabili (per esempio per i budini generalmente<br />
tra 25 e 40°C). Possono<br />
essere previsti anche processi complementari:<br />
per esempio per le mousse<br />
Il mercato di gran<br />
lunga più dinamico<br />
è quello indiano:<br />
nell’arco degli<br />
ultimi cinque anni<br />
i consumi di<br />
yogurt nel paese<br />
sono aumentati<br />
mediamente<br />
del 30%<br />
processi di aerazione per aumentare<br />
il volume (overrun) mediante aggiunta<br />
di aria.<br />
L’offerta di impianti e accessori per la<br />
produzione di yogurt, budini e creme<br />
pronte è caratterizzato dalla presenza<br />
di un numero molto elevato di produttori,<br />
stimabile in diverse decine di migliaia<br />
a livello mondiale, di cui però<br />
soltanto un 50-70, in prevalenza occidentali<br />
e nordamericani, in grado di<br />
competere a livello internazionale<br />
puntando soprattutto sull’innovazione<br />
delle tecnologie di processo. Infatti<br />
se i processi di base per la produzione<br />
di yogurt, budini e creme sono sostanzialmente<br />
semplici e non subiscono<br />
grosse variazioni nel tempo, evolvono<br />
invece rapidamente le modalità di gestione<br />
di tali processi. Tali evoluzioni<br />
tecnologiche coinvolgono:<br />
• adozione di sofisticati sistemi informatici<br />
computerizzati che consentano<br />
un continuo miglioramento dei<br />
risultati, sia sotto il profilo qualitativo<br />
che quantitativo (resa di prodotto);<br />
• apparecchiature sempre più precise<br />
di controllo dall’inizio della filiera<br />
produttiva a partire dal momento<br />
dell’accettazione del latte in stabilimento<br />
fino alla fasi di stoccaggio del<br />
prodotto finito;<br />
• adozione di controllori di processo in<br />
grado di testare, a frequenze sempre<br />
più ravvicinate, che i vari componenti<br />
pneumatici e meccanici (pompe,<br />
valvole, filtri ecc.) non diano segnali<br />
di scostamento dalle condizioni standard<br />
di lavoro prestabilite. In caso di<br />
anomalie segnalate, il sistema di controllo<br />
blocca automaticamente tutte<br />
le funzioni, con contemporanea segnalazione<br />
immediata del guasto<br />
all’operatore. In tal modo viene garantita<br />
la massima efficienza produttiva<br />
all’impianto e, al contempo, la<br />
qualità del prodotto finito;<br />
• gestione totalmente automatica<br />
della fase di miscelazione degli ingredienti<br />
per budini e creme (acqua,<br />
componenti in polvere, cacao, vaniglia,<br />
zucchero, grassi ecc.) tramite<br />
uso di flussimetri magnetici per il<br />
controllo dei fluidi e celle di carico<br />
per gli ingredienti solidi;<br />
• flessibilità produttiva intesa come<br />
capacità di rapide modifiche dei parametri<br />
di processo in funzione del<br />
prodotto che si vuole ottenere (per<br />
esempio variazione degli ingredienti,<br />
additivi, agenti aromatizzanti);<br />
• adozione di sistemi Cip (cleaning<br />
in place) per il lavaggio chimico e<br />
la sterilizzazione delle varie linee.<br />
In fase di confezionamento dello<br />
yogurt, per evitare l’aggiunta di<br />
conservanti e garantire prolungati<br />
tempi di commercializzazione, il<br />
confezionamento viene realizzato<br />
con macchine di tipo “igienico”:<br />
con tali sistemi si effettua la sterilizzazione<br />
delle confezioni (generalmente<br />
in materiale plastico o vetro)<br />
e si protegge lo yogurt dal contatto<br />
con l’aria, che potrebbe apportare<br />
contaminanti, quali muffe o lieviti;<br />
• introduzione di fardellatrici sempre<br />
più veloci per il confezionamento e<br />
la distribuzione del prodotto;<br />
• celle frigorifere che assicurino una<br />
sempre maggior durata del prodotto<br />
finito confezionato entro determinati<br />
range di temperatura.<br />
Tutto ciò comporta che il fornitore<br />
dell’impianto non è più un semplice<br />
fornitore di parti di impianto, ma il fornitore<br />
di “engineering”, inteso come<br />
capacità di erogare un servizio a 360<br />
gradi, sviluppando, in completa sintonia<br />
con le esigenze del cliente (la società<br />
alimentare), l’intero processo di progettazione<br />
e realizzazione al proprio<br />
interno in fase di fornitura dell’impianto<br />
e garantendo, al contempo, servizi<br />
di manutenzione e assistenza postvendita<br />
in tempo reale anche tramite<br />
l’utilizzo di software di supervisione.<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N. 6 <strong>2017</strong><br />
www.interprogettied.com<br />
51