FuoriAsse #22
Officina della cultura
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aprendo a caso, per cogliere un esempio<br />
della sua scrittura. Dunque, come per<br />
Parise, possiamo parlare di “canzoniere<br />
in prosa” come ha ben scritto Paola<br />
Italia nel saggio a chiusura dell’edizione<br />
Adelphi di Centuria. Come per Parise<br />
anche Manganelli sceglie la prosa poetica,<br />
“piccoli poemi in prosa” dove il virtuosismo<br />
stilistico diventa acrobatico.<br />
Anche per Manganelli gli inizi sono tutti<br />
molto simili, come variazioni sul tema.<br />
Due<br />
Un signore di media cultura e costumi decorosi<br />
incontrò, dopo una assenza di mesi, dovuta ad<br />
eventi orribilmente guerreschi, la donna che<br />
amava.<br />
Tre<br />
Un signore estremamente meticoloso ha fissato<br />
per l’indomani tre appuntamenti pomeridiani: il<br />
primo con la donna che ama, il secondo con<br />
una donna che potrebbe amare, il terzo con un<br />
amico, cui egli, in breve, deve forse la vita e la<br />
ragione.<br />
senso della parodia e dell’ironia, prende<br />
in giro il romanzo nella sua forma, usa<br />
la pagina come strumento di riflessione<br />
poetica e metafisica, con esplorazioni di<br />
generi e temi che fanno di questo libro<br />
un universo di universi. Troviamo amori<br />
impossibili, fantasmi, animali fantastici<br />
alla fermata dell’autobus, riflessioni metafisiche<br />
sull’esistenza di Dio... Il centesimo<br />
racconto in Centuria, a chiusura<br />
del libro, è un gioco di specchi dove<br />
gli scrittori si moltiplicano insieme ai<br />
romanzi che scrivono in un universo che<br />
esplode in una miriade di mondi narrati<br />
e scritti, nell’idea di una biblioteca che<br />
si rigenera all’infinito, alla Borges.<br />
Se guardiamo agli anni settanta c’è<br />
una vena sperimentale, tra parodia dei<br />
generi e arte combinatoria, invenzione<br />
di forme e desiderio di sintesi in un’opera<br />
mondo, che porta frutti letterariamente<br />
importanti come L’arte della fuga<br />
Quattro<br />
Verso le diedi del mattino, un signore di buoni<br />
studi e umori moderatamente malinconici,<br />
aveva scoperto la prova irrefutabile dell’esistenza<br />
di Dio.<br />
Cinque<br />
Un signore che non aveva ucciso nessuno<br />
venne condannato a morte per omicidio; avrebbe<br />
ucciso, per motivi di interesse, un socio d’affari<br />
la cui condotta privata non intendeva né<br />
spiegare né commentare.<br />
Anche Manganelli non usa mai nomi<br />
propri, parla sempre in maniera<br />
generica di un signore, di una donna, e<br />
i suoi inizi sono sempre uguali. Ogni<br />
pezzo è un mondo, un tema o un paradosso<br />
che Manganelli sviscera attraverso<br />
il suo bisturi, ribaltando spesso l’assunto<br />
iniziale. Gli strumenti usati da<br />
Manganelli sono molto simili a quelli di<br />
Parise: brevità, inizi sempre uguali con<br />
piccole varianti, ma con risultati completamente<br />
diversi. In Manganelli c’è il<br />
Giorgio Manganelli<br />
FUOR ASSE 22<br />
Giorgio Manganelli