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FuoriAsse #22

Officina della cultura

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conflitti e catastrofi quotidiane infiammano<br />

il pianeta. Il sistema dell’informazione<br />

globale, attraverso una gerarchia<br />

delle notizie, rappresenta una visione<br />

provvisoria e parziale di quanto accade.<br />

La velocizzazione del mondo, come ricorda<br />

da tempo Paul Virilio, non consente<br />

più alcuna possibilità di controllo<br />

degli eventi da parte di un soggetto politico<br />

razionale. La cronaca vive in uno<br />

spazio intermedio tra storia futura e<br />

oblio del presente. I luoghi distrutti e la<br />

memoria priva di testimonianza cancellano<br />

la possibilità di raccontare in modo<br />

sistematico la totalità della tragedia in<br />

corso. In questo spazio simbolico del<br />

non detto e dell’indicibile, in limine fra<br />

“luogo della memoria” e “di transito”,<br />

tornando ad Agamben, risiede l’attualità<br />

della lezione di Auschwitz. Il sistema dei<br />

media attraverso i dispositivi dell’eccesso<br />

e dell’oblio orienta, senza alcuna possibilità<br />

di controllo, la costruzione di<br />

gerarchie del dolore. Le grida dell’umanità<br />

cancellata, per questo motivo vanno<br />

reintrodotte urgentemente nel racconto<br />

globale del mondo. Siano gli uomini<br />

dotati di coscienza e conoscenza a<br />

ricordare e segnalare ai viventi con ogni<br />

mezzo, come e dove l’orrore continua a<br />

consumarsi.<br />

©Robert Hutinski<br />

FUOR ASSE<br />

69<br />

Riflessi Metropolitani

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