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FuoriAsse #22

Officina della cultura

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ARAZZIERI di Silvia Tomasi<br />

Lia Rumma Gallery, Milan. Espagne Ancienne (Porter With Dividers), 2005, a tapestry from William Kentridge’s<br />

Porter Series.<br />

Negli arazzi della Porter Series di Kentridge<br />

– realizzata a partire dal 2001<br />

sugli orditi di grandi mappe che tratteggiano<br />

i territori dell’Africa o dell’America,<br />

ma anche quelli europei – si stampano<br />

ombre di diseredati e disperati che<br />

fuggono portando sulle spalle i pochi<br />

averi, larve umane di migranti in cerca<br />

di vita, apolidi, le cui figure nerissime e<br />

ambigue si stagliano come proiezioni in<br />

negativo su mappe antiche di città esistenti<br />

e imperi decaduti. Da sempre le<br />

rotte del mondo sono percorse da queste<br />

silhouette grevi, figure scure come quelle<br />

proiettate davanti alla lampada magica<br />

dei fratelli Lumière. E tutte hanno<br />

quella andatura di corsa degli ebrei nei<br />

campi di concentramento, sempre pungolati<br />

fino all’estremo cammino verso i<br />

neri camini della storia.<br />

Ma non risulta quasi contraddittorio<br />

che tutto questo calpestare, ansare di<br />

ombre pesanti di fagotti e fuga abbia<br />

la sordina? E che la fatica di questi passi<br />

venga ovattata, come nella hall di<br />

un Grand Hotel nel morbido della lana<br />

mohair del tappeto? Non c’è qualcosa di<br />

oleografico? Non c’è un’eleganza retrò?<br />

Perché la scelta di questo “medium”<br />

raffinato, l’arazzo, nel fare artistico di<br />

Kentridige?<br />

Rosalind Krauss, tra i più temuti e severi<br />

critici d’arte americani degli ultimi<br />

decenni, in diversi testi critici ha cercato<br />

risposte alla questione urgente di quale<br />

sia la funzione del “medium” per un artista<br />

del XXI secolo: “medium” che non<br />

deve essere un mero strumento tecnologico,<br />

ma un vero e proprio linguaggio<br />

con specifiche regole, convenzioni e forme.<br />

Per la studiosa, Kentridge ha sondato<br />

le possibilità segrete di tecniche<br />

“mammuth” del disegno, del film e dell’arazzo<br />

per renderli supporti tecnici<br />

FUOR ASSE<br />

75<br />

Riflessi Metropolitani

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