10.04.2018 Views

FuoriAsse #22

Officina della cultura

Officina della cultura

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

penne di cappone piantate nel nodo dei<br />

capelli, in forma di raggiera» 3 , la quale,<br />

più avanti, spiritosamente paragona De<br />

Amicis a Pallavicini di Priola, generale<br />

vittorioso sui drappelli garibaldini in<br />

Aspromonte e, in seguito, comandante<br />

impegnato nella repressione del brigantaggio<br />

meridionale. I due, in effetti, si<br />

somigliano, anche accomunati da due<br />

folti baffi neri, ma come il risvolto negativo<br />

– biografico, politico e morale –<br />

dell’altro. Non a caso la donna «da quel<br />

momento, come se si fosse fatta nella<br />

sua mente una sostituzione di persona,<br />

non mi chiamò più che “generale”» 4 .<br />

E così già il titolo stesso dato alla<br />

pagina giornalistica, Nel giardino della<br />

follia, altro non è che stridente ossimoro,<br />

Eden e Limbo dove si trascinano le<br />

non battezzate alla ragione, e dove si<br />

rifugiano le inquietudini suscitate dai<br />

ricordi del figlio Furio, da poco suicidatosi<br />

con un colpo di rivoltella a Torino, al<br />

Valentino (un parco!); e le apprensioni<br />

per la tenuta mentale della moglie, che<br />

si aggraverà più avanti.<br />

Inizia, in questo modo, per lo scrittore<br />

una sorta di strano viaggio, di girovagare<br />

a più dimensioni: lungo i sentieri del<br />

giardino, intersecati da sensi di pena<br />

e corrispondenti volontà di fuga; e tuttavia<br />

anche della singolare sensazione<br />

di essere, oltre che tra le mura del giardino,<br />

anche tra quelle della mente delle<br />

alienate: «Ebbi un senso di pena, non<br />

mai provato, e che non saprei bene<br />

esprimere. Ero dunque vissuto un tempo<br />

in quell’anima: v’ero vissuto e v’ero<br />

morto; il mio nome non era più nella sua<br />

mente che un suono, come la mia persona<br />

un’ombra al suo sguardo. E continuando<br />

a passarsi la mano sulla fronte,<br />

pareva che mi volesse dire: – Vedi,<br />

questa è una tomba, e anche tu ci sei<br />

sepolto» 5 .<br />

Ma restano lampi, come, del resto,<br />

l’apparizione della giovane inginocchiata<br />

e assorta in giochi regrediti di bambina,<br />

fasciata in un busto che sembra allo<br />

scrittore, in un primo momento, un<br />

curioso «abito da ginnastica», ma che si<br />

rivela essere, con un brivido, una camicia<br />

di forza «in riposo, per adesso» 6 . Le<br />

pagine di De Amicis, come nel suo stile,<br />

-<br />

©Anton Semenov<br />

3 Tutte le citazioni del racconto deamicisiano saranno qui riprese dall’omonima edizione, a cura di Roberto<br />

Fedi, Firenze, Le Càriti Editore, 2002. Cfr. pp. 33-36.<br />

4 Ivi, p. 36. La donna, così come la figura del dottore che accompagna De Amicis, non è, in realtà, che la figura<br />

di uno psicopompo dantesco: l’ambasciatrice della follia nel mondo dei sani, così come il dottore (e lo stesso<br />

scrittore), è il mediatore con il mondo dei matti. Tuttavia, vedremo che, nonostante le reciproche fascinazioni,<br />

i mondi resteranno sempre ben distinti e separati.<br />

5 De Amicis, Op. Cit., p. 34.<br />

6 De Amicis, Op. Cit., pp. 57-58.<br />

FUOR ASSE<br />

61<br />

Il rovescio e il diritto

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!