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FuoriAsse #22

Officina della cultura

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IL LUOGO DELLA TRASPARENZA<br />

Glass House di S. M. Ejzenštejn<br />

di Martina Puliatti<br />

FUOR ASSE<br />

Cinema<br />

a cura di<br />

Giovanni Canadè<br />

©Andrej Šafhalter<br />

Il nome di Sergej M. Ejzenštejn rinvia<br />

in primo luogo a un’idea di montaggio<br />

inteso come sperimentazione e ricerca<br />

costante delle cosiddette «possibilità del<br />

cinema»; l’obiettivo primario del suo lavoro<br />

rimane quello di colpire, agire,<br />

influire sullo spettatore, riformulando<br />

all’occorrenza la sua concezione di montaggio<br />

e cercando sempre e comunque<br />

di oltrepassare ogni possibile limite dell’arte<br />

cinematografica stessa, guardando<br />

al futuro ma allo stesso tempo rivolgendo<br />

una solerte attenzione indietro, in<br />

direzione della prolifica storia delle arti.<br />

La prima suprema possibilità del cinema<br />

sarebbe stata quella di produrre<br />

«opere efficaci», per orientare le coscienze<br />

e trasformare, forse, il mondo. Ma<br />

possibilità è, prima di tutto, capacità di<br />

aprirsi all’innovazione, voglia di esplorare,<br />

libertà di confrontarsi con il diverso:<br />

Ejzenštejn, dunque, abbraccia senza<br />

esitazioni l’idea di un «expanded cinema»<br />

e lo dimostra a più riprese, ragionando<br />

sul futuro del sonoro o sulle<br />

nuove dimensioni rivoluzionarie dello<br />

FUOR ASSE<br />

94 Cinema

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