FuoriAsse #22
Officina della cultura
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del saggio, rivela un «eccessivo determinismo».<br />
Tuttavia, se Mazzarella rovescia<br />
il presupposto, proponendo che<br />
sia piuttosto il nostro sistema psichico<br />
a «preparare le condizioni» che attivano<br />
«le modalità di produzione e consumo<br />
su cui si fonda il “finanzcapitalismo”» 1 ,<br />
lo fa, al di fuori di una «gerarchia di tipo<br />
deterministico», implicando la possibilità<br />
dei due sistemi – psichico ed economico<br />
– di condizionarsi reciprocamente,<br />
in quanto sistemi con la «medesima radice<br />
economica», come insegna Freud<br />
(«il fattore quantitativo della forza pulsionale»,<br />
in Analisi terminabile e interminabile<br />
del 1937) e riprende Lacan<br />
(Seminario IV, La relazione d’oggetto<br />
del 1956-1957). Un’implicazione, questa,<br />
che consente di riconoscere il sistema<br />
psichico come sistema capace di «accogliere<br />
una pluralità di misure quantitative<br />
di altri universi economici» e, in<br />
virtù della sua elasticità, anche di insinuarsi<br />
con le proprie «trasformazioni»<br />
nell’apparato finanziario. Ed è implicazione<br />
da non trascurare quando si riflette<br />
intorno alla lettura di Mazzarella,<br />
spesso presentata dalle recensioni critiche<br />
come un semplice rovesciamento<br />
del rapporto causa effetto di cui si è<br />
detto sopra, con il rischio di lasciare implicitamente<br />
intendere che l’autore riconduca<br />
il suo ragionamento ad una<br />
concezione idealistica che nega autonomia<br />
alla realtà esterna, facendola coincidere<br />
del tutto con l’attività interna al<br />
soggetto. La qual cosa non è.<br />
Veniamo ora però all’analisi dell’autore.<br />
Mazzarella osserva come «una modalità<br />
particolare di “fluttuazioni della<br />
libido” – per riprendere l’espressione di<br />
Lacan –, istituita dalle diffuse strategie<br />
di indebitamento» stia «determinando<br />
la cornice […] dei modelli prevalenti di<br />
interazione sociale delineati dal capitalismo<br />
finanziario» e per comprenderne la<br />
portata invita a rifarsi a Freud che, in<br />
Disagio della civiltà (1929), aveva definitivamente<br />
dimostrato come «al di fuori<br />
delle esigenze determinate dall’economia<br />
pulsionale, archetipo di qualunque<br />
altra ramificazione economica, non<br />
esiste nessuna forma di condivisione<br />
sociale». Non solo l’attuale società lo<br />
conferma «senza alibi» – sottolinea l’autore<br />
–, ma il disagio è oggi a tal punto<br />
dilagante in termini di costruzione dei<br />
legami, di valorizzazione di sentimenti<br />
un tempo abilitati alla loro funzione<br />
di aggregazione sociale, da far parlare<br />
di «individuo insufficiente» (Alain Ehrenberg),<br />
«uomo senza inconscio» (Massimo<br />
Recalcati). E non possiamo che essere<br />
d’accordo con Mazzarella quando rileva<br />
come il venir meno della dimensione<br />
simbolica, capace di indicare un legame<br />
comune, sia causa di destabilizzazione<br />
dei modelli comportamentali.<br />
La domanda che Mazzarella si pone<br />
– attorno alla quale è costruito il<br />
saggio – e a cui tenterà di rispondere<br />
1 La definzione di finanzcapitalismo ripresa da Mazzarella è attribuita a Luciano Gallino.<br />
FUOR ASSE 55<br />
Il rovescio e il diritto