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La Toscana nuova Marzo + POLA

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Ritratti

d’artista

Davide Berti

La tradizione del paesaggismo toscano riletta con una cifra stilistica moderna

di Jacopo Chiostri

Con buona pace di un noto storico dell’arte che di recente

li ha definiti “movimento artistico fiorentino di metà

Ottocento sconosciuto ai più”, la strada, indelebile, tracciata

dai Macchiaioli continua ad essere un punto di riferimento

per tanti pittori che guardano alla “macchia” come ad una solida

tradizione in cui la tecnica produce una potente originalità

espressiva. È questo il caso di Davide Berti, pisano di nascita,

lucchese di adozione, un solido pittore innamorato dei paesaggi

toscani che sono il soggetto dei suoi lavori, lavori ricchi di suggestioni

visive. Berti si è diplomato all’Istituto d’arte di Cascina

(Pisa), nel 1979, nella Sezione legno, ma ha lavorato come

ottico, continuando una tradizione di famiglia. Dipinge da tempo,

anche se è soprattutto nel decennio più recente che ha dato

continuità alla sua vena e passione artistica, tant’è che le tante

partecipazioni a mostre e concorsi sono concentrate nell’ultimo

quinquennio. Dicevamo pittore solido, questo dato importante si

evidenzia in talune delle opere dove si avverte come la maturità

raggiunta si manifesti in una rappresentazione autorevole, scevra

da quell’accattivante artificiosità romantica che spesso s’incontra

in questo tipo di soggetti. C’è in questi suoi quadri una

felice sintesi tra kronos e kairos: da una parte la meditata e riposante

pennellata che accompagna lo spettatore in paesaggi incomparabili

in cui immergersi; dall’altra la capacità dell’artista

di fermare l’attimo, di cogliere e fissare sulla tela una suggestione,

quel momento irripetibile che definisce e aggettiva ogni singola

interpretazione sia pure di argomenti similari. Berti dipinge

prevalentemente ad olio, utilizzando sia la tela che il supporto ligneo;

non ha avuto maestri nel suo percorso, ma ricorda volentieri

un pittore, Aldo Vannini, artista troppo presto dimenticato,

La via dei cipressi (luce del tramonto), olio su tela, cm 30x30

Casolare senese, olio su tela, cm 30x40

cui si deve, tra l’altro, un mirabile Cristo in una chiesa di Uliveto

Terme. «La sua era una pittura magari un po’ cupa, con un manto

di tristezza, la mia è più vivace ricca di colore» dice Berti. E in

effetti è così, anche se un argomento mai risolto rimane la forse

inevitabile malinconia che si accompagna alla paesaggistica

toscana, sì rasserenante, ma in fondo, come tutte le cose che

avvicinano allo spirito, velata di malinconia. E non è allora contradditorio

che Berti ci dica che con i suoi quadri vuole trasmettere

serenità, quella che, assieme all’armonia estetica, è la cifra

peculiare della solennità vedutista toscana; poi ama i cipressi,

un albero nobile, esteticamente importante, l’albero simbolo della

vita eterna, solidamente “conficcato” nella nuda terra, come si

vede in quella Val d’Orcia che è uno dei soggetti prediletti. Nelle

opere di Berti ci aspettiamo di vedere la luce variare davanti ai

nostri occhi, i colori sono quanto di più naturale si possa immaginare

e danno vita a forme plastiche di grande forza, lo sguardo

va oltre, e viene condotto lontano, verso l’orizzonte, verso spazi

che sembrano infiniti. Sono composizioni raffinatamente armoniche,

studiate nel dettaglio, e l’uso sapiente dei punti cardine

della composizione trasmette senso di pace e di eufonia con

il creato. In certe sue opere, Berti sembra traghettare la pittura

dei macchiaioli verso quella visione successiva che fu la grande

stagione impressionista, il tutto rivisto in chiave moderna e personale.

L’elenco delle mostre e dei riconoscimenti ottenuti è particolarmente

lunga; ricordiamo gli eventi più recenti: I colori del

mare (2016), La vela e il mare (2017), Pisa tra terra e mare (2017),

Sillico: il paese, i dintorni, i personaggi, le cose (2017), 1° Premio

Pittura Inferarte (2017), Poseidone tra le mura (2017), VII Premio

d’arte La Sorgente (2018), L’Arno dipinto (2018), La sorgente

(2018), I colori di Castiglioncello (2019). In ultimo, all’orizzonte

della storia artistica di Berti si è ora affacciato, interrompendosi

momentaneamente per i motivi che sappiamo, il ritratto; lo studia

a Pisa col maestro Bruno Pollacci.

rambodeviz@gmail.com

DAVIDE BERTI

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