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La Toscana nuova Marzo + POLA

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Incontri con

l’arte

A cura di

Viktorija Carkina

Intervista al direttore delle Gallerie

degli Uffizi Eike Schmidt

Dal progetto “Uffizi diffusi” all’ingresso nelle collezioni di un’opera di street

art, passando attraverso il tema dell’innovazione digitale del museo

di Viktorija Carkina / foto courtesy www.uffizi.it

Grande novità degli ultimi giorni, la

collezione degli Uffizi sarà ampliata

da un dipinto dell’artista britannico

Endless. È la prima volta per un’opera

di street art all’interno del museo fiorentino.

Cosa ha favorito la scelta dell’artista

inglese e la commissione di quest’opera in

particolare?

Gli Uffizi hanno la collezione più grande e

più antica di autoritratti e di ritratti di artisti.

È una parte della collezione del museo

che è sempre stata in espansione visto che

non c’è mai stata un’interruzione del collezionismo.

I Medici furono sempre attenti

alle novità artistiche e alle opere contemporanee.

Noi abbiamo già raccolto oltre

cento ritratti di artisti importanti del nostro

tempo da Antony Gormley a Yayoi Kusama

e tanti altri. Ci mancava ancora uno street

artist, che non potevamo non inserire visto

che si tratta di una corrente artistica veramente importante.

Ovviamente, la street art non viene creata per i musei;

infatti, è forse l’unica tipologia d’arte che per definizione

si oppone al concetto del museo. Perciò, nel caso di Endless,

è importante sottolineare sempre che lui è uno street

artist, ma la sua opera in questo caso è stata creata su

commissione appositamente in uno studio. Sinceramente

mi sorprende che molti musei specializzati nell’arte contemporanea

non si siano ancora aperti a questo tipo di

arte, non andrebbe trascurata. Anche se, ovviamente, bisogna

trovare modi giusti per esporla sui muri di un museo,

visto che si estrae dal suo concetto originario.

Ci può parlare del progetto “Uffizi diffusi”?

Il progetto è nato nella primavera scorsa con il primo lockdown,

quando ci siamo chiesti come portare le opere d’arte

Il direttore Eike Schmidt con lo street artist Endless durante la consegna dell'opera entrata a far

parte delle collezioni delle Gallerie

più vicino alle persone, anche se l’idea di un museo diffuso

c’era già quasi da un secolo. Le prime iniziative prese per

spostare le opere dai depositi nel territorio risalgono ai primi

del Novecento con l’idea di avere musei non soltanto nelle

grandi città, ma su tutto il territorio toscano. Ora vorremmo

andare oltre a quello che è stato fatto in passato perché abbiamo

migliaia di opere nei depositi degli Uffizi e, a mio avviso,

non è eticamente giusto tenerle lì senza che nessuno le

possa vedere. In questo momento siamo in contatto con i primi

trenta musei che ospiteranno le nostre opere, ci saranno

luoghi piccoli, medi e addirittura grandi. Tutti i giorni ci stiamo

preparando per l’apertura dei confini e il ritorno del turismo,

che secondo me sarà ancora più intenso di prima. Ora è

il momento per creare le infrastrutture intellettuali e culturali

per poter assorbire e riflettere i flussi di visitatori.

A causa del Covid il mondo artistico si è spostato sempre

di più online dove ormai è consolidato. Anche i musei dovrebbero

essere sempre più attivi sulle piattaforme virtuali?

www.florenceartgallery.com

Assolutamente sì. Infatti, quasi tutte le piattaforme digitali

degli Uffizi sono leader in Italia e fra le più seguite

al mondo. Nonostante sia uno strumento di comunicazione

importante, bisogna comunque essere coscienti che il

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EIKE SCHMIDT

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