Cosetta GaruglieriDai fiori…Papaveri, tecnica mista su tela, cm 40x50… al paesaggioIl borgo, olio su tavola, cm 30x40Villa San Domenico, olio su tavola, cm 40x25Il boschetto, olio su tavola, cm 40x30scyoset@libero.it
A cura diStefano MarucciStoria delleReligioniCommento all’Enciclica di Papa Francesco sulla fraternità e l’amiciziasociale in occasione della Giornata Mondiale dei Poveri 2020In collaborazione con la Parrocchia Santa Maria al Giglio di Montevarchi2^ parteTendere la mano fa scoprire prima di tutto a chi lo fa, chedentro di noi esiste la capacità di compiere gesti che dannosenso alla vita. Quante mani tese si vedono ogni giorno.Purtroppo, accade sempre più spesso che la fretta trascinil’essere umano in un vortice di indifferenza, al punto che non sisa più riconoscere il bene che quotidianamente viene compiutonel silenzio e con grande generosità. Solo quando succedonofatti che sconvolgono il corso della nostra vita gli occhi diventanocapaci di scorgere la bontà dei santi “della porta accanto”, «diquelli che vivono vicino a noi e sono un riflesso della presenza diDio» (citazione da Esort. ap. Gaudete et exsultate), ma di cui nessunoparla. Le cattive notizie abbondano sulle pagine dei giornali,sul web e sugli schermi televisivi, tanto da far pensare che ilmale regni sovrano. Non è così. Certo, non mancano la cattiveriae la violenza, il sopruso e la corruzione, ma la vita è intessutadi atti di rispetto e di generosità che non solo compensano ilmale, ma spingono ad andare oltre e ad essere pieni di speranza.Tendere la mano è un segno che richiama immediatamentealla prossimità, alla solidarietà, all’amore. In questi mesi, neiquali il mondo intero è stato sopraffatto da un virus che ha portatodolore e morte, sconforto e smarrimento, abbiamo potuto vederetante mani tese. La mano tesa del medico che si preoccupadi ogni paziente cercando di trovare il rimedio giusto. La manotesa dell’infermiera e dell’infermiere che, ben oltre i loro orari dilavoro, rimangono ad accudire i malati. La mano tesa di chi lavoranell’amministrazione e procura i mezzi per salvare quante piùvite possibile. La mano tesa del farmacista esposto a tante richiestein un rischioso contatto con la gente. La mano tesa delsacerdote che benedice con lo strazio nel cuore. La mano tesadel volontario che soccorre chi vive per strada e quanti, pur avendoun tetto, non hanno da mangiare. La mano tesa di uomini edonne che lavorano per offrire servizi essenziali e sicurezza. E altremani tese potremmo ancora descrivere fino a comporre unalitania di opere di bene. Tutte queste mani hanno sfidato il contagioe la paura pur di dare sostegno e consolazione. Questa pandemiaè giunta all’improvviso e ci ha colto impreparati, lasciandoun grande senso di disorientamento e impotenza. La mano tesaverso il povero, tuttavia, non è giunta improvvisa. Essa, piuttosto,offre la testimonianza di come ci si prepara a riconoscereil povero per sostenerlo nel tempo della necessità. Non ci si improvvisastrumenti di misericordia. È necessario un allenamentoquotidiano che parte dalla consapevolezza di quanto noi perprimi abbiamo bisogno di una mano tesa verso di noi. Questomomento che stiamo vivendo ha messo in crisi tante certezze.Ci sentiamo più poveri e più deboli perché abbiamo sperimentatoil senso del limite e la restrizione della libertà. La perdita dellavoro, degli affetti più cari, come la mancanza delle consueterelazioni interpersonali hanno di colpo spalancato orizzonti chenon eravamo più abituati a osservare. Le nostre ricchezze spiritualie materiali sono state messe in discussione e abbiamoscoperto di avere paura. Chiusi nel silenzio delle nostre case,abbiamo riscoperto quanto sia importante la semplicità e il teneregli occhi fissi sull’essenziale. Abbiamo maturato l’esigenzadi una nuova fraternità, capace di aiuto reciproco e di stimavicendevole. Questo è un tempo favorevole per «sentire nuovamenteche abbiamo bisogno gli uni degli altri, che abbiamo unaresponsabilità verso gli altri e verso il mondo. Già troppo a lungosiamo stati nel degrado morale, prendendoci gioco dell’etica,della bontà, della fede, dell’onestà. Tale distruzione di ogni fondamentodella vita sociale finisce col metterci l’uno contro l’altroper difendere i propri interessi, provoca il sorgere di nuoveforme di violenza e crudeltà e impedisce lo sviluppo di una veracultura della cura dell’ambiente». Insomma, le gravi crisi economiche,finanziarie e politiche non cesseranno fino a quando permetteremoche rimanga in letargo la responsabilità che ognunodeve sentire verso il prossimo ed ogni persona. “Tendi la manoal povero”, dunque, è un invito alla responsabilità come impegnodiretto di chiunque si sente partecipe della stessa sorte. È un incitamentoa farsi carico dei pesi dei più deboli, come ricorda SanPaolo: «Mediante l’amore siate a servizio gli uni degli altri. Tuttala Legge infatti trova la sua pienezza in un solo precetto: ameraiil tuo prossimo come te stesso. Portate i pesi gli uni degli altri».ENCICLICA DI PAPA FRANCESCO67