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Arte del
gusto
A cura di
Elena Maria Petrini
Vitigni toscani per i vini della terra dei nuraghi
di Elena Maria Petrini / Foto Peppe Fulghesu
Nino Fulghesu nella sua vigna con la moglie
Sulle alte colline di Meana Sardo, un comune in provincia
di Nùoro, nella regione della Barbagia di Belvì,
si trova l’azienda “Le Vigne” della famiglia Fulghesu.
Siamo al centro geometrico della Sardegna, dove arriva la
brezza dei due mari: dal Golfo di Oristano, sul Mediterraneo,
e dal Tirreno. Meana Sardo è un piccolo borgo circondato
dalle suggestive colline della Terra di Nolza, con il suo maestoso
nuraghe quadrilobato, i menhir, le domus de janas e
tutte le vestigia dell’antico popolo nuragico che osò sfidare
la potenza dei faraoni d’Egitto. La civiltà nuragica si è sviluppata
a partire dalla metà del II millennio a.C. in piena età
del bronzo. Le grandi torri megalitiche di forma troncoconica
furono edificate in tutta l’isola e divennero il centro della
vita sociale dell’antica popolazione, anche se la loro funzione
si pensa sia stata per uso militare, civile o religioso.
Una recente teoria ritiene, invece, che queste strutture funzionassero
come un vero e proprio osservatorio astronomico,
e quindi che venissero collocate sul territorio secondo
precisi allineamenti con la volta celeste. In questa dimensione
affascinante, ricca di tradizioni e di paesaggi straordinari,
inizia, negli anni Trenta del secolo scorso, la storia
vinicola della famiglia Fulghesu, che mise a dimora alcuni
vigneti con le varietà dell’attuale DOC Mandrolisai, ovvero
Cannonau, Muristellu e Monica, assieme ad altri vitigni
come il Barbera Sardo, la Garnacha Tintorera (vitigno presente
già dall’Ottocento), il Cagnulari e l’Aleatico. Successivamente,
nel 1954, vennero impiantati altri due ettari di uve
Cannonau ed altri vitigni a bacca bianca della varietà Nuragus
e Malvasia. Nel 1969, Nino Fulghesu iniziò l’avventura
di una viticoltura proiettata nel futuro, implementando la
sua azienda con vitigni anche toscani e di altre regioni, come
Sangiovese, Montepulciano, Ciliegiolo, Vermentino, Cabernet
Sauvignon, Dolcetto e Nebbiolo, creando così una
produzione variegata di vini da coltivazioni biologiche certificate
di altissima qualità. Il territorio è collinare e l’azienda
si trova a circa 600 metri sul livello del mare; la cantina
sorge proprio nella zona dell’area archeologica del grande
nuraghe quadrilobato di Nolza. Oggi è una moderna azienda
guidata dai figli di Nino, Maria Teresa e i suoi fratelli, particolarmente
attenti non solo alla morfologia del terroir ma
anche alle condizioni pedoclimatiche. La tipologia delle vigne
è quella tradizionale “ad alberello”, tuttavia per i nuovi
impianti si è optato per il “cordone speronato bilaterale”.
Presentiamo di seguito alcuni vini prodotti dall’azienda che,
essendo bio, utilizza pochissimi solfiti aggiunti, mentre la
complessità fenolica e l’alta acidità generano una buona
freschezza rendendoli più equilibrati:
Kantharu - nasce da uve autoctone di Cannonau, Muristellu
e Monica. Si presenta di un bel colore rosso rubino, dal
profumo intenso e vinoso; il gusto è pieno, vellutato, armonico
e persistente. Eleganti note fruttate lo rendono particolarmente
piacevole al palato; ideale con carni rosse e formaggi
in genere.
Giuseppe Fulghesu, figlio di Nino
Ampsicora - ottenuto da uve Cannonau in purezza, ha un
bel colore rosso rubino dai riflessi violacei, un profumo intenso
che ricorda la mora e la prugna, al palato il gusto è fruttato
e intenso, persistente e vellutato. Si abbina perfettamente
con le specialità sarde, in particolare arrosti, formaggi stagionati
e piccanti.
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VITIGNI TOSCANI