lavorovalore
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ilLAVOROCOMEVALORE
lira dovuto all’inflazione, e decisa, per la prima volta, la pensione sociale in favore
degli anziani con più di 65 anni, se privi di reddito e di trattamento pensionistico
per carenza di contributi. Anche le pensioni minime dei lavoratori dipendenti e degli
autonomi venivano aumentate. Inoltre il governo rinunciava ad elevare l’età della
pensione delle donne da 55 a 60 anni, uniformandola a quella degli uomini, e confermava
la pensione di anzianità, consentendo di andare in pensione a chi aveva
maturato 35 anni di contributi anche se con meno di 60 anni di età.
La riforma comportava miglioramenti per otto milioni di pensionati e, tra le innovazioni
normative, comprendeva anche l’attribuzione ai rappresentanti dei lavoratori
della maggioranza nel Consiglio di amministrazione dell’INPS.
Dante Bonzano, primo presidente del Comitato provinciale INPS
In ragione di quest’ultimo aspetto, il 22 dicembre 1970, si riunisce, presso la
sede dell’Istituto, il primo Comitato provinciale dell’Istituto Nazionale della Previdenza
Sociale di Alessandria per l’elezione del presidente e del vice presidente. Il
presidente è scelto tra i rappresentanti dei lavoratori e viene eletto il prof. Dante
Bonzano. Il vice, in rappresentanza dei datori di lavoro, è il dott. Carlo Frati. Secondo
il neo presidente il nuovo organismo: “Non deve diventare una nuova sovrastruttura,
ma un aiuto a snellire gli adempimenti e il lavoro cui deve fare fronte
l’Istituto per non deludere le aspettative dei lavoratori”. 6 Bonzano, che sarà riconfermato
come presidente anche nel 1975 7 e nel ’79, è stato per anni l’indiscusso riferimento
della Camera del Lavoro di Alessandria per i problemi legati alla
legislazione del lavoro, alla sua interpretazione e all’applicazione dei Contratti di
lavoro delle diverse categorie. Responsabile dell’ufficio sindacale e studi, nel periodo
in cui la Camera del Lavoro aveva sede in via Parma, la sua parola era decisiva
nell’avviare o meno, nei confronti delle controparti, una vertenza in materia di rapporti
e diritti dei lavoratori. Apprezzato dai responsabili dei datori di lavoro, aperto
e disponibile con i sindacalisti alle prime armi, come con i delegati di fabbrica, diventava
severo quando le posizioni sconfinavano nella demagogia, nel pressapochismo,
o si volevano forzare i contenuti delle disposizioni previste dalle leggi e
dalle norme dei contratti.
“Ha continuato a lavorare con la stessa puntualità e precisione anche nella nuova
sede di via Cavour che ha frequentato sino agli ultimi giorni”, mi ricorda Antonella
Albanese, la sua allieva e collaboratrice più vicina. Quella di Dante è stata per molti
compagni del sindacato, compreso chi scrive, una scuola rigorosa che si basava
sullo studio e la conoscenza e, per questo, rappresentava una base formativa solida,
decisiva per affrontare gli impegni futuri.
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