lavorovalore
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
Renzo Penna
IL RINNOVO DEI CONTRATTI E LO “STATUTO”
Quella mobilitazione, del settembre 1969, con il presidio di fronte alla fabbrica
durante lo sciopero degli operai Ricci, se dimostrava la capacità organizzativa di
una realtà fortemente sindacalizzata, con una prevalenza assoluta fra gli iscritti della
FIOM-CGIL, era anche l’espressione di una forza contrattuale dei lavoratori cresciuta
negli ultimi anni che rivendicava migliori condizioni di lavoro e di vita, ma
voleva anche contare di più nelle decisioni del Paese. Così, mentre nella seconda
parte dell’anno si intrecciano i temi dei rinnovi contrattuali dell’industria - in primis
quello dei metalmeccanici - con gli obiettivi unitari di CGIL, CISL e UIL volti a richiamare
l’attenzione del governo e delle forze politiche sui problemi dei prezzi,
della casa e degli affitti, cresce la sensibilizzazione dell’opinione pubblica nei confronti
delle lotte sindacali. Lo testimonia, ad esempio, la presa di posizione dei commercianti
e dei titolari di pubblici esercizi che, mercoledì 15 ottobre 69, in occasione
dello sciopero generale dei settori industria, commercio, credito e trasporti indetto
per protestare contro il carovita, in solidarietà con i lavoratori, decidono di abbassare
le saracinesche e sospendere l’attività dalle 9 alle 12. Proprio mentre un imponente
corteo percorre le principali vie di Alessandria (F. 7). 16
La partecipazione alla manifestazione viene stimata - all’interno di un ampio articolo
curato da Franco Livorsi, pubblicato da “l’idea socialista” e dedicato a “L’autunno
rosso della nostra provincia” - in 6 mila operai e 1500-2000 studenti.
L’adesione degli studenti e la loro partecipazione al corteo è testimoniata anche
dalle foto pubblicate da “Il Piccolo” che ritrae in via dei Martiri la parte del loro
corteo con alla testa lo striscione: “Operai e Studenti uniti nella lotta” (F. 7 e 8).
Presente in piazza una delegazione dei lavoratori della Rotomec di Casale Monferrato
che inalberano un lungo striscione con la dicitura “27 giorni di sciopero”.
Una vertenza molto difficile e uno scontro duro opponeva da mesi la direzione di
Rotomec e Poletti-Osta ai dipendenti che rivendicavano l’applicazione del contratto
del 1966, il riconoscimento dei diritti sindacali, l’istituzione della mensa e della 14°
mensilità. Se all’inizio l’azienda era riuscita a dividere i lavoratori e a sconfessare,
attraverso un referendum, la Commissione Interna, ultimamente la lotta era ripresa
e nei confronti dei lavoratori che avevano installato in Piazza Mazzini una tenda
per far conoscere le loro ragioni, era cresciuta la solidarietà dei cittadini. Un manifesto
di sostegno alla lotta e di stigmatizzazione dell’intransigenza della direzione
Rotomec era stato unitariamente affisso da Pci, Psi, Psiup e Anpi, mentre la Giunta
di centro sinistra di Casale aveva stanziato due milioni in favore degli operai. 17
Nell’occasione, nonostante lo sciopero non riguardasse i dipendenti pubblici, il
sindacato scuola della CGIL delibera la propria significativa adesione. Analogamente,
per le Istituzioni, con una lettera aperta alla cittadinanza alessandrina il sindaco,
Dott. Piero Magrassi, esprime solidarietà con i lavoratori in sciopero, ne
condivide le rivendicazioni volte: “A conseguire più giuste condizioni di lavoro e
di retribuzione, più ampi diritti all’interno della fabbrica, più potere nella società”.
Il primo cittadino si rivolge, poi, ai padroni di casa e ai commercianti affinché
comprendano le difficoltà economiche dei lavoratori ai quali: “La coraggiosa e le-
32