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lavorovalore

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Renzo Penna

Pesava, poi, sul sindacato anche l’esito del rinnovo contrattuale del 1965-1966

che, giudicato deludente dai lavoratori, aveva suscitato critiche alla gestione della

vertenza e portato a forme di distacco silenziose o a iniziative autonome, con diffuse

spinte a un impegno più radicale. 22

I metalmeccanici in centomila a Roma

Per cercare di sbloccare la situazione, i sindacati decidono di dare una dimostrazione

di forza convocando a Roma, per il 28 novembre 1969, una manifestazione

dei lavoratori metalmeccanici. Al termine dei tre cortei che attraversano, senza incidenti,

la capitale, in oltre centomila si riversano in piazza del Popolo dove, per

FIM, FIOM e UILM, Luigi Macario, Bruno Trentin e Giorgio Benvenuto svolgono

i loro comizi. Anche le trattative per il contratto

degli orafi e degli argentieri sono ferme e, dopo

un inconcludente incontro con gli imprenditori

che si tiene a Milano nei giorni 11 e 12 novembre,

le organizzazioni sindacali e la delegazione

dei lavoratori proclamano 20 ore di

sciopero da attuare tra il 17 e il 30 novembre e

promuovono, per il 26 novembre, una manifestazione

del settore a Valenza Po, con la partecipazione

di delegazioni provenienti dalle altre

province. 23 Il ruolo del ministro del Lavoro

Donat Cattin - che aveva preso il posto dello

scomparso Brodolini - nella vertenza contrattuale

dei metalmeccanici risultò decisivo e la

sua mediazione, nonostante le pressioni e la

campagna contro le lotte sindacali che si scatenano

dopo gli attentati stragisti di Milano,

seguì un indirizzo politico a favore della parte

più debole, quella rappresentata dal sindacato

e dai lavoratori. Gli incontri si protraggono

sino a tutto dicembre e l’accordo viene raggiunto,

prima con l’Intersind, il 10 dicembre.

Dopo altri intensi giorni e l’organizzazione di un “Natale in piazza” dei lavoratori

metalmeccanici in tutti i centri industriali, il 19 si sigla l’intesa con la Confapi e,

ultima a firmare, è la Confindustria il 21 dicembre 1969. 24

Il Contratto risultò un successo, un premio alla pratica unitaria del sindacato e,

come ebbe a sottolineare Gino Giugni: “Fu il frutto di un eccezionale dispiegamento

di forza contrattuale”. 25 In quei 110 giorni che la stampa chiamò l’autunno caldo si

ebbero, mediamente, per ogni lavoratore 200 ore di sciopero e una straordinaria capacità

di mobilitazione. Le richieste originarie della piattaforma sindacale vennero

accolte all’80%. Tra i risultati più significativi, insieme a consistenti aumenti sala-

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