lavorovalore
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ilLAVOROCOMEVALORE
Ricordo, in particolare, a Comerio l’Ignis, in provincia di Varese, fondata da Giovanni
Borghi per la produzione di cucine gas e, dopo il 1962, di frigoriferi che, proprio
in quegli anni, stavano entrando nelle case di milioni di famiglie. Un marchio
noto anche per la sponsorizzazione di pugili, o di squadre di ciclismo e di basket.
Rimasi sorpreso nello scoprire che la stessa azienda produceva frigoriferi per conto
di numerose altre società: Atlantic, Fiat, Philco, Phonola, Radio Marelli. Nella sostanza
si trattava dello stesso prodotto che commercialmente si differenziava, ma
di diverso presentava solo il marchio e pochi altri elementi estetici. E la Pirelli Bicocca
di Milano, la grande azienda di pneumatici dove, divisi in tre settori: cavi,
pneumatici e articoli vari, erano occupati circa novemila operai. Della visita mi colpirono,
in particolare, le cattive condizioni ambientali del reparto nero fumo. Qui le
tute bianche degli operai, impegnati nelle mescole per i diversi tipi di gomme, si
intravedevano a fatica nella nebbia e tra i vapori che impregnavano l’intera area,
rendendo l’ambiente irrespirabile. Mi chiesi come si poteva lavorare in quelle condizioni.
Nel marzo del 1968, a un anno da quella nostra presenza, alla Pirelli, dopo
la firma del Contratto della gomma, si costituì il primo CUB (Comitato Unitario di
Base). Sfruttando il malcontento e la diffusa insoddisfazione dei lavoratori per i risultati
dell’accordo che non dava le attese risposte su cottimo, ritmi di lavoro, nocività
e salario, il Comitato, in contrasto con i sindacati confederali della categoria,
promosse, nella seconda parte dell’anno, duri e lunghi scioperi, avviando un originale
rapporto di collaborazione con il Movimento Studentesco.
Per coloro che lo avevano frequentato con continuità il “Corso Ministeriale di perfezionamento”
si concluse nel mese di luglio 1967 con la presentazione della tesi. Dal
relatore, l’ingegner Luigi Zammarchi, mi fu assegnato il tema della “Manutenzione organizzata”
che si occupava della manutenzione preventiva della Sezione Motori e specificatamente
delle linee a transfer. All’amico Salvatore capitò il “Montaggio del
cambio di velocità”, con relatore il Cavaliere Ippolito Bestonso. Oggi che molti studenti
criticano, a ragione, la pratica dell’alternanza scuola-lavoro nell’ultimo anno delle
scuole superiori, in quanto, sovente, si traduce in stage improvvisati e non formativi,
oltre che gratuiti, non posso che evidenziare la completezza e l’importanza di quella
esperienza che davvero metteva in comunicazione e preparava, formandolo, il passaggio
dalla scuola al lavoro. Un’esperienza, non casualmente, voluta e promossa da una
grande azienda pubblica, parte di un Istituto pubblico maggiore del quale oggi si avverte,
a mio giudizio, la mancanza. Va ricordato che, dal 1960, presidente dell’Alfa
Romeo era Giuseppe Luraghi e in quel decennio la società attraversò il suo momento
migliore con la presentazione di modelli come la Giulia (1962), le versioni sportive
della Giulia GT e, nel 1966, il lancio del Duetto, uno spider che ebbe successo anche
negli Stati Uniti. In quegli anni l’Alfa Romeo realizzò, in un numero ristretto di esemplari,
la 33 Stradale, una vettura che per la linea e le innovazioni passò alla storia, e
inaugurò una pista di collaudo sperimentale a Balocco, in provincia di Vercelli.
Dopo averne viste, ammirate e desiderate a centinaia nei piazzali interni dello
stabilimento, per diventare proprietario di un’Alfa ho dovuto attendere l’esordio,
nel 1972, della più economica Alfa Sud, prodotta a Pomigliano d’Arco.
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