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ilLAVOROCOMEVALORE

di strutturazione e definizione del sindacato viene nominata una segreteria provinciale

composta da Adriano Marchegiani, Giuseppe Amadio e Gian Mario Bottino,

con compiti di direzione e gestione del dibattito. 61 Oltre ai componenti della prima

segreteria provinciale è doveroso ricordare tra chi operò attivamente, con Giorgio

Canestri, alla costituzione del sindacato scuola aderente alla CGIL, i professori Andrea

Foco, che fece parte della segreteria e Franco Livorsi. In particolare Canestri -

già nell’ufficio scuola del PSI, tra i fondatori dell’Associazione per la difesa e lo

sviluppo della scuola pubblica italiana (A.D.E.S.S.P.I.) e molto legato alla tradizione

giellina e azionista - aveva partecipato alla lunga battaglia per l’innalzamento dell’obbligo

scolastico e per l’istituzione della scuola media unica; cui si giunse nel

1962, nell’ambito del primo governo di centro-sinistra guidato da Amintore Fanfani.

Eletto per il PSIUP nel 1968 alla Camera dei Deputati, da parlamentare (luglio

1968 - maggio 1972) Canestri fece parte della Commissione “Istruzione e belle arti”

e firmò numerose proposte di legge dedicate alla scuola. Nella prima fase, come

negli anni seguenti, il riferimento principale del sindacato scuola è stato Adriano

Marchegiani che ne divenne il Segretario responsabile a livello provinciale. Marchegiani,

come ricorda Patrizia Nosengo, era un bravissimo organizzatore, possedeva

spiccatissime doti comunicative e umane ed era profondamente interessato

alla scuola e alla pedagogia. Dal 1974 la Segreteria si ampliò passando da tre a cinque

componenti con l’inserimento di Ermanno Ricci, della componente comunista

e Elvio Bombonato di Avanguardia operaia. 62 Per annoverare la presenza di un componente

dell’area socialista si dovrà attendere l’inizio del 1980, quando sarà chiamato

a farne parte Luigi Amisano.

Gli studenti si dividono

La protesta degli studenti riprende il 30 gennaio 1969 con l’occupazione del

liceo classico “Plana”, ma il clima è mutato. La decisione, presa per contestare la

sospensione di un alunno, non è condivisa da altri studenti che, sostenendo non sia

stata approvata in assemblea, ma: “attuata da una minoranza grazie all’appoggio di

un folto gruppo di elementi estranei alla scuola”, costituiscono il gruppo “Indipendenti

democratici” che si prefigge il compito di “ricondurre la contestazione nell’alveo

di un dibattito più ordinato e democratico”. 63 Se il movimento studentesco

sia in crisi, e per quale ragione, se lo domandano anche un “gruppo di studenti” i

quali, sull’opuscolo curato dal PSIUP “Operai e Studenti”, nell’analizzare “lotte

passate, crisi presente e prospettive future del movimento”, affermano che: “le assemblee

di questi ultimi mesi si sono più o meno risolte nel caos in tutti gli istituti,

mentre un lavoro continuativo di avanguardia sembra esistere solo all’ITIS”. Più

avanti, nel prendere atto che la crisi non è solo di Alessandria, registrano come “in

molte città si è arrivati a respingere l’assemblea, considerata uno strumento inutile.

Se si pensa - affermano - alle lotte di novembre su questo tema ci si rende conto

della portata delle difficoltà attuali”. E riflettendo sulla deficienza organizzativa del

movimento studentesco, soprattutto, quello medio, così analizzano la situazione:

63

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