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ilLAVOROCOMEVALORE

tafferugli. Anche ad Alessandria numerosi studenti militanti organizzarono un picchettaggio

piuttosto serrato che dette luogo a tensioni con le forze dell’ordine e a un seguito

di denunce.

L’occupazione del “Plana” dura meno di 24 ore in quanto, su richiesta del preside,

alle undici della sera di venerdì 31, interviene la polizia e provvede a sgomberare la

scuola. Per solidarietà con i liceali gli studenti delle magistrali, dello scientifico e dell’Istituto

tecnico industriale proclamano l’agitazione nei rispettivi istituti. Le ragioni

della protesta sono motivate con il rifiuto della proposta di legge dell’esame di Stato

del ministro Sullo, giudicata troppo selettiva e ispirata da una “logica classista, opposta

alla necessità di una maggiore democrazia nella scuola” portata avanti dalle lotte degli

studenti. L’assemblea dell’ITIS, oltre a chiedere l’abolizione dell’esame di Stato e la

presenza degli studenti nella gestione del consiglio di disciplina e agli scrutini, solleva,

nei confronti dell’Amministrazione provinciale, il problema dei costi dei numerosi pendolari

e rivendica agevolazioni negli abbonamenti e un sostegno economico per la mancata

mensa. Questa ultima fase delle agitazioni studentesche di Alessandria e la

occupazione di scientifico, magistrali e “Volta” termina mercoledì 5 febbraio ’69 e le

lezioni riprendono regolarmente la mattina di giovedì. Per diciannove giovani identificati

dalle forze dell’ordine nel corso dello sgombero del “Plana” ci sarà una coda giudiziaria.

Dovranno rispondere di “invasione di edificio”. Ma anche in questa occasione

il Procuratore dott. Parola, al termine della sua requisitoria, nel mese di agosto, chiederà

di non promuovere l’azione penale in quanto gli studenti: “avevano immediatamente

lasciato il liceo dopo che il preside, con il ricorso alla forza pubblica, aveva espresso

la sua volontà contraria all’occupazione”. 65

Le sedute del Consiglio comunale

Mentre negli istituti riprendono regolarmente le lezioni il Consiglio comunale

dedica due sedute straordinarie, il 7 e il 12 febbraio 1969, ad esaminare le agitazioni

studentesche e il momento critico che attraversa la scuola. Nell’introdurre i lavori

il sindaco Piero Magrassi commemora il sacrificio dello studente cecoslovacco Jan

Palach, che si era dato fuoco per protestare contro l’occupazione sovietica, lo definisce:

“Un eroe del nostro tempo, un punto di riferimento per la nostra inquieta gioventù,

un ragazzo che ha sacrificato, al pari dei nostri partigiani, se stesso per l’ideale

della libertà”. Sul merito delle proteste degli studenti il primo cittadino se, da un

lato, esprime la piena approvazione della maggioranza per le loro rivendicazioni,

dall’altro, condanna le possibili degenerazioni rissose e violente portate avanti da

persone “estranee, sovente, al mondo della scuola”. Il primo ad intervenire nel dibattito

è il consigliere Delmo Maestri, del PCI, che “con una serrata analisi critica”

conferma il pieno appoggio del suo partito al movimento studentesco “in tutte le

sue espressioni”. L’oratore lamenta l’assenza del sindaco in occasione delle occupazioni,

invita l’amministrazione ad azioni concrete in favore dei giovani, come la

realizzazione della Casa dello studente, e termina con “severi giudizi” nei confronti

del preside del liceo Plana per il comportamento non giustificato tenuto in occasione

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