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FRATRUM MINORUM - OFM

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16 AN. CXXIV – JANUARII-APRILIS 2005 – FASC. I<br />

nità. Essere Ministro vuol dire essere luogo<br />

di incontro, costruttore di ponti.<br />

Il Ministro potrà compiere questa delicata<br />

missione solo se si sforza costantemente<br />

di vivere in stretta comunione con i Frati e<br />

fidandosi di loro. Se un Ministro non sa entrare<br />

in relazione, creare e mantenere la comunione,<br />

manca di un atteggiamento fondamentale<br />

per esserlo. La capacità di creare<br />

relazioni e comunione non è mai “opzionale”<br />

nel servizio dell’autorità, ma un ingrediente<br />

che qualifica tutto e che tutto rende<br />

possibile. Solo chi ha questa capacità potrà<br />

passare dall’ordinare e controllare al comprendere<br />

e convincere. Questo è il modo di<br />

esercitare l’autorità, poiché come Ministri<br />

dobbiamo essere, prima di tutto, Frati che<br />

offrono motivazioni evangeliche più che<br />

precetti.<br />

È vero che molte volte ci toccherà esercitare<br />

il servizio dell’autorità in solitudine e a<br />

volte rimanendo isolati. Di fatto vi sono situazioni<br />

che difficilmente potremo condividere<br />

con altri. A volte dovremo anche prendere<br />

decisioni contro il parere della maggioranza.<br />

Questo non può però portarci ad<br />

esercitare l’autorità stando ai margini, al di<br />

sopra o ignorando gli altri. Abbiamo già detto<br />

che l’autorità, secondo l’intenzione di Gesù<br />

e di Francesco, può essere esercitata solo<br />

dentro, in, e per la fraternità. La nostra forza,<br />

anche come Ministri e non solo come Frati<br />

Minori, risiede nella comunione con gli altri.<br />

Riceviamo la forza gli uni dagli altri.<br />

Questo significa che come Ministri dobbiamo<br />

favorire la partecipazione attiva dei<br />

Frati e delle Fraternità non solo all’esecuzione<br />

di ciò che si ordina, ma di tutto il processo<br />

di discernimento, dando spazio alla<br />

sussidiarietà, aiutando ogni Frate ad assumere<br />

la propria responsabilità. In ogni comunità<br />

umana, e anche in una fraternità religiosa,<br />

la funzione dell’autorità è quella di<br />

unificare i suoi membri in modo da poter<br />

raggiungere gli obiettivi comuni. Per questo<br />

l’autorità deve essere esercitata in modo da<br />

permettere il coinvolgimento di tutti i suoi<br />

membri. Deve, poi, cercare tutti i mezzi<br />

perché ciascuno tenga presente il bene dell’intera<br />

Fraternità e l’intera Fraternità si<br />

preoccupi di ciascuno dei suoi membri. Da<br />

ultimo, chi esercita il servizio dell’autorità<br />

deve saper stimolare i doni di ciascuno, integrandoli<br />

con i doni degli altri. Il monopolio<br />

o l’eccessivo potere può atrofizzare il talento<br />

degli altri.<br />

In questo impegno per creare comunione<br />

i Ministri devono considerare il dialogo<br />

come lo strumento indispensabile, essendo<br />

il momento privilegiato della ricerca comune<br />

della volontà di Dio, sempre e quando si<br />

parte con piena disponibilità e povertà di<br />

spirito. Se vogliamo creare comunione dobbiamo<br />

lasciare gli interessi personali e metterci<br />

in cammino per rispondere alla forma<br />

vitae che abbiamo abbracciato. Un ordine<br />

non è volontà di Dio perché lo dà il Ministro,<br />

ma lo ordina il Ministro perché è volontà<br />

del Signore. Il discernimento è un’esigenza<br />

per tutti, anche per i Ministri: il Ministro<br />

«sarà tenuto a rendere ragione al<br />

Signore, se in questo [se non avrà dato licenza<br />

a coloro che vedeva idonei ad andare<br />

tra i saraceni e gli altri infedeli] o in altre cose<br />

avrà proceduto senza discrezione»38.<br />

E insieme al dialogo il Ministro deve<br />

considerare l’ascolto come un momento essenziale<br />

del suo ministero. Sono molti i Frati<br />

che hanno una vera necessità di essere<br />

ascoltati, perché soffrono una terribile solitudine.<br />

Il Ministro deve sforzarsi di essere<br />

segno e promotore dell’ascolto di ciò che<br />

Dio chiede al Fratello e alla Fraternità e, allo<br />

stesso tempo, dell’ascolto del Fratello.<br />

In questo compito di creare comunione<br />

la comunicazione, a tutti i livelli, è fondamentale.<br />

Oggi si sente più che in altre epoche<br />

la necessità di una comunicazione estesa<br />

e intensa per incrementare la vita fraterna.<br />

Se per essere fratelli è necessario<br />

conoscersi, per conoscersi è «assai importante<br />

comunicare in forma più ampia e<br />

profonda»39. La comunicazione crea relazioni<br />

più strette, unendo i membri di una<br />

Fraternità intorno alla missione comune,<br />

alimenta lo spirito di famiglia e la partecipazione<br />

a tutto ciò che riguarda l’Ordine, la<br />

Provincia e la Fraternità. La mancanza o la<br />

povertà di comunicazione, invece, indeboliscono<br />

il senso di appartenenza, generano<br />

situazioni di isolamento e solitudine, in cui<br />

i Frati sono portati a sentirsi “estranei” in

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