FRATRUM MINORUM - OFM
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Principi fondamentali<br />
In primo luogo il Progetto deve muovere<br />
da motivazioni evangeliche e francescane.<br />
Questo significa che “andare itineranti<br />
tra i poveri” non può essere un’opzione che<br />
si fonda unicamente o principalmente su<br />
motivazioni sociologiche, come se i poveri<br />
avessero più bisogno di noi che noi di loro,<br />
né questo fu il motivo che spinse Francesco<br />
ad “andare tra i lebbrosi”. Questo Progetto<br />
non può nemmeno obbedire a motivazioni<br />
solo di tipo psicologico, che si esprimono<br />
nei “mi piace” o “mi sento attratto”: Francesco<br />
confesserà che gli «sembrava cosa<br />
troppo amara vedere i lebbrosi» (Test 1).<br />
L’“andare tra i lebbrosi” per condividere in<br />
modo radicale la loro insicurezza, senza denaro<br />
e senza fissa dimora, almeno per alcuni<br />
periodi di tempo, deve essere l’esigenza<br />
di una chiamata, di una vocazione, di una<br />
“ispirazione divina”, in continuità con la<br />
prima chiamata ad abbracciare la vita francescana<br />
(cf Rnb 2,1). Come Francesco fu<br />
“condotto” dal Signore tra i lebbrosi (cf Test<br />
2), così coloro che scelgono questo Progetto<br />
devono sentirsi “spinti” dal Signore<br />
per riconoscere il suo volto in quello degli<br />
ultimi, dei poveri e degli emarginati; devono<br />
sentirsi «invitati dallo Spirito ad intraprendere<br />
un cammino di itineranza, perché<br />
questi esseri umani, nostri fratelli, sono<br />
l’immagine viva di Cristo che vogliamo seguire»<br />
(Sdp 33). È l’amore di Gesù, che da<br />
ricco si fece povero, e l’amore per Gesù,<br />
che si è fatto simile a noi, che ci deve spingere<br />
ad andare tra i poveri. È l’abbraccio a<br />
Cristo povero che, come per Francesco, ci<br />
deve portare ad abbracciare, fino a sentirli<br />
come fratelli e maestri, tutti i poveri che incontriamo<br />
sul nostro cammino.<br />
Il Progetto deve essere vissuto in Fraternità.<br />
Camminare senza i nostri Fratelli o,<br />
cosa ancora peggiore, ai margini della Fraternità,<br />
ci porterebbe ad aumentare la tendenza<br />
all’individualismo e all’isolamento,<br />
mentre il camminare con loro, “a due a<br />
due”, come volle il Signore (cf Lc 10,1) e lo<br />
stesso Francesco (cf Spec 65) «è grazia per<br />
perseverare nel cammino» (Sdp 36b). D’altra<br />
parte questa esigenza di vivere l’itineranza<br />
in fraternità non si esaurisce nell’an-<br />
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS<br />
23<br />
dare “a due a due”, ma deve manifestare la<br />
piena comunione con i Frati della Provincia<br />
e dell’Ordine, che non la vivono nella stessa<br />
modalità, e con la Chiesa locale. Questa<br />
comunione si esprimerà nella ricerca e nel<br />
discernimento fraterno della volontà del Signore.<br />
Quando Francesco cercava di conoscere<br />
la volontà del Signore, chiese consiglio<br />
a Lui, che glielo manifestò nella Parola,<br />
chiese consiglio al sacerdote, che gli<br />
spiegò la Parola, chiese consiglio a Chiara e<br />
a Silvestro. Così quei Frati che «mossi da<br />
divina ispirazione» sentono questa chiamata<br />
all’itineranza devono confrontarsi con la<br />
Parola, con i Fratelli e con i rappresentanti<br />
della Chiesa di Gesù Cristo, dalla quale sono<br />
inviati per annunciare la Buona Notizia.<br />
E devono vivere sempre da minori, sottomessi<br />
a tutti per Dio, senza considerarsi migliori<br />
di quelli che non sentono questa chiamata<br />
così radicale. Coloro che si sentono<br />
inviati ad andare itineranti tra i poveri, come<br />
gli altri Frati, devono sentirsi in cammino<br />
sulla strada mai conclusa per arrivare ad<br />
essere Frati Minori. Solo in questo modo<br />
l’itineranza sarà un cammino percorso insieme<br />
con gli altri (Sdp 36b). Diversamente<br />
porterebbe ad un altro tipo di appropriazione,<br />
che contraddirebbe apertamente il Progetto<br />
della Fraternità itinerante.<br />
Un tale Progetto deve poi coniugare adeguatamente<br />
i tempi di silenzio e di ritiro con<br />
i tempi di annuncio esplicito, laddove possibile,<br />
del lieto messaggio ai poveri (cf Lc<br />
4,18). La Chiesa, infatti, ci ricorda che<br />
«quanto più si vive di Cristo, tanto meglio<br />
Lo si può servire negli altri, spingendosi fino<br />
agli avamposti della missione, e assumendo<br />
i più grandi rischi» (VC 76), mentre<br />
il Capitolo generale ci ha detto che «la nostra<br />
principale missione è insita nel cuore<br />
stesso della nostra forma di vita in fraternità<br />
e minorità» (Sdp 38).<br />
Solo salvaguardando questi principi si<br />
potrà dire che il Progetto della Fraternità itinerante<br />
è evangelico e francescano e solo<br />
così sarà germe di rinnovamento per la Provincia,<br />
l’Ordine, la Chiesa.<br />
Provviste per il cammino<br />
Desidero indicare anche alcuni “stru-