FRATRUM MINORUM - OFM
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PONTIFICIA UNIVERSITAS ANTONIANUM<br />
6. Celebrazione per il titolo di Pontificia<br />
Università Antonianum<br />
1. Curia generale. Omelia durante i Vespri<br />
8 marzo 2005<br />
TU SIGNORE COMPI MERAVIGLIE<br />
Rm 8,5-8<br />
È con la gioia nel cuore che vi ringrazio<br />
per essere con noi a questa celebrazione dei<br />
Vespri, per lodare insieme il Padre, datore<br />
di ogni bene. Al suo nome vogliamo rendere<br />
grazie (cf Sal 137), a Lui che compie meraviglie<br />
(cf LodAl 1), siano «le laude, la gloria<br />
e l’honore et onne benedizione» (Cant<br />
1); a Lui la cui bontà «dura per sempre» e<br />
che non abbandona l’opera delle sue mani<br />
(cf Sal 137), «la gloria, l’onore e la potenza»<br />
(Ap 4,11).<br />
Vogliamo insieme a voi anche condividere<br />
la nostra profonda gratitudine al Santo<br />
Padre, che continuamente ci dimostra la sua<br />
paterna vicinanza e ha voluto, ancora una<br />
volta, attestarci la sua fiducia, riconoscendo<br />
al Pontificio Ateneo Antonianum il titolo di<br />
Università. Il nostro grazie va poi a tutti voi<br />
che partecipate a questo momento così importante<br />
per la vita del nostro Ordine: Sua<br />
Eminenza il Signor Cardinal Zenone Grocholewski;<br />
Sua Eccellenza Mons. Miller;<br />
Sua Eccellenza Mons. Angelo Amato, gli<br />
ufficiali della Congregazione per l’Educazione<br />
Catolica; Fr. John Corrivau, Ministro<br />
generale dei Frati Minori Cappuccini; Fr.<br />
Ilija Zivkovic, Ministro generale del TOR;<br />
Fr. Fermino Giacometti, Vicario generale<br />
dei Frati Minori Conventuali; il Rettore<br />
Magnifico, Fr. Marco Nobile, e in lui tutti<br />
coloro che hanno lavorato e lavorano per la<br />
Pontificia Università Antonianum, particolarmente<br />
il nuovo Rettore Fr. Johannes<br />
Freyer; Fr. Hermann Schalück, Fr. Giacomo<br />
Bini, e tutti i Ministri generali, che mi hanno<br />
preceduto e che si sono prodigati per il<br />
bene di questa nostra istituzione, particolarmente<br />
Fr. Bernardino da Portogruaro, fondatore<br />
del Collegio Sant’Antonio, oggi<br />
Pontificia Università Antonianum.<br />
Nella Parola che è stata proclamata l’Apostolo<br />
invita i cristiani di Roma a vivere<br />
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secondo i desideri dello Spirito e non secondo<br />
quelli la carne (cf Rm 8,5-8). È l’invito<br />
che continuamente ci viene rivolto in<br />
questo tempo di quaresima. L’esigenza<br />
sempre rinnovata a lasciare la mentalità del<br />
mondo per convertirci, per volgerci ad una<br />
vita nuova, una vita nello Spirito, una vita<br />
che trovi il suo senso e la sua pienezza nel<br />
canto di lode all’Agnello, al quale ci siamo<br />
uniti: «Tu sei degno, o Signore e Dio nostro,<br />
di ricevere l’onore la gloria e la potenza»<br />
(Ap 4, 11). L’invito allora è prima di tutto a<br />
fare di Dio l’origine, il centro e il fine della<br />
nostra esistenza. Questa è la vita nello spirito<br />
che ogni cristiano deve desiderare e che<br />
in Gesù Cristo ci è stata rivelata perché potessimo<br />
percorrerla.<br />
Viviamo secondo lo Spirito, pensando alle<br />
cose dello Spirito. Camminiamo, cioè,<br />
guardando a Dio, fissando in lui il nostro<br />
sguardo, lasciandoci affascinare dalla sua<br />
bellezza e avvolgere dal suo amore, per ripartire<br />
da Lui e portare agli uomini e alle<br />
donne di oggi la Buona Notizia del Risorto.<br />
È questo il fondamento di ogni esistenza cristiana<br />
e di ogni annuncio evangelico. E in<br />
ascolto della Parola vogliamo che sia questo<br />
anche il punto di partenza della nostra neonata<br />
Università. Vogliamo che, nel solco<br />
della grande tradizione francescana, anch’essa<br />
si caratterizzi per una sapienziale<br />
sintesi di contemplazione e annuncio, così<br />
come fu per tutti i grandi dottori del nostro<br />
Ordine da san Bonaventura fino a Fr. Gabriele<br />
Maria Allegra. Essi seppero esprimere<br />
il loro ardente spirito di orazione e devozione<br />
con una vita dedita all’approfondimento<br />
della divina Parola e nella ricerca dei<br />
suoi semi che sono sparsi nel mondo. Seguirono<br />
così l’esempio di Francesco che, per<br />
amore del nome del Signore, «ovunque trovava<br />
qualche scritto, di cose divine o umane,<br />
per strada, in casa o sul pavimento, lo<br />
raccoglieva con grande rispetto riponendolo<br />
in un luogo sacro o almeno decoroso, nel timore<br />
che vi si trovasse il nome del Signore,<br />
o qualcosa che lo riguardasse»; e che arrivava<br />
addirittura a raccogliere i frammenti degli<br />
scritti pagani «quelli che certamente non<br />
contenevano il nome di Dio», perché con le<br />
loro lettere si sarebbe potuto comporre il no-