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FRATRUM MINORUM - OFM

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44 AN. CXXIV – JANUARII-APRILIS 2005 – FASC. I<br />

me del Signore Iddio (cf 1Cel 82). La consapevolezza<br />

che tutto può parlare di Dio,<br />

perfino ciò che generalmente tutti considerano<br />

come lontano da Lui, ha portato i francescani<br />

a dedicarsi nei secoli ad ogni branca<br />

del sapere, sicuri che ogni bene, ovunque si<br />

trovi, da dovunque venga, proviene sempre<br />

e comunque da Dio, unica fonte di qualsiasi<br />

bene. In questo modo ogni scienza acquista<br />

allora quel sapore che, secondo l’etimologia<br />

medievale, la rende vera sapienza. «Così anche<br />

noi non possiamo accontentarci di magnificare<br />

le opere dei nostri antenati; piuttosto<br />

dobbiamo ispirarci ad esse per adempiere<br />

il compito che ci è stato affidato nel<br />

nostro frammento di storia» (Sdp 3).<br />

Viviamo secondo lo Spirito, pensando<br />

alle cose dello Spirito, o, come diceva san<br />

Francesco, desideriamo di avere sopra ogni<br />

cosa lo spirito del Signore e la sua santa<br />

operazione (cf Rb 10,8). Non possiamo infatti<br />

sfuggire alla grande responsabilità che<br />

la Chiesa ci affida. Il titolo di Università, oltre<br />

che un riconoscimento per il lavoro fin<br />

qui compiuto, è anche un impegno per la<br />

buona riuscita del quale tutti noi siamo<br />

chiamati a collaborare. È un attestato di fiducia<br />

che non possiamo e non vogliamo deludere.<br />

È un invito a rinnovare il nostro desiderio<br />

di metterci a servizio della Chiesa<br />

per annunciare il Vangelo della pace in questa<br />

nostra epoca così piena di contraddizioni<br />

e violenze. Ma tutto questo potrà diventare<br />

realtà nella misura in cui ciascuno vivrà<br />

nella verità e nella libertà dello Spirito di<br />

Cristo e non secondo la carne. Perché mentre<br />

la carne è portata a soddisfare i propri<br />

desideri, lo Spirito ci fa agire come autentici<br />

servi di Dio, infatti, «a questo segno si<br />

può riconoscere il servo di Dio se ha lo Spirito<br />

del Signore: se cioè quando il Signore<br />

compie, per mezzo di lui, qualcosa di buono,<br />

la sua carne non se ne inorgoglisce»<br />

(Amm 12). Il fatto di avere un’Università<br />

pontificia deve, perciò, essere considerato<br />

da noi Frati Minori più come un’ulteriore<br />

occasione per servire il regno di Dio, che<br />

come un titolo di merito; più come una missione<br />

da compiere, che come un traguardo<br />

raggiunto. Una missione che, secondo le<br />

parole del Santo Padre durante la visita al-<br />

l’allora Pontificio Ateneo Antonianum nel<br />

gennaio 1982, consiste nel potere e nel sapere,<br />

mediante «la multiforme attività propria<br />

ad una Istituzione accademica, allargare<br />

gli spazi ai valori contenuti nel Vangelo,<br />

i soli capaci di generare ed alimentare non<br />

illusorie speranze», per poter, in questo modo,<br />

«colmare il bisogno di speranza» che<br />

avverte la società moderna. E questo sempre<br />

tenendo presente «l’apporto originario<br />

– dice il Papa – che a san Francesco si ispira»<br />

(GIOVANNI PAOLO II, Discorso presso il<br />

PAA, 16 gennaio 1982, 5).<br />

È in questo modo che la Pontificia Università<br />

Antonianum arrichirà, ancora di più,<br />

l’ampio campo di possibilità e di pluralismo<br />

teologico che offre la Chiesa a Roma attraverso<br />

le altre 6 Università Pontificie e i suoi<br />

5 Atenei. Potrà altresì aiutare anche lo stesso<br />

Ordine dei Frati Minori, alimentando la<br />

sua dimensione apostolica con la riflessione<br />

che procede della vita contemplativa e<br />

che comporta, insieme alla dimensione spirituale<br />

e religiosa, anche una dimensione<br />

culturale profonda.<br />

L’Ordine dei Frati Minori, alla vigilia del<br />

VIII Centenario della sua fondazione e<br />

quindi impegnato in un profondo rinnovamento<br />

della sua vita e della sua missione,<br />

vede negli studi, in fedeltà alla grande tradizione<br />

della nostra Fraternità e accogliendo<br />

l’invito che più volte ci è venuto dalla<br />

Sede Apostolica, una delle colonne con cui<br />

sostenere questo processo di rinnovamento/rifondazione.<br />

Impegnati nel dare vita al<br />

mandato «de poenitentia praedicanda», attraverso<br />

un servizio e una testimonianza di<br />

qualità e nel profondo rispetto per il Vangelo<br />

che vogliamo annunciare e per l’uomo<br />

d’oggi che desideriamo servire, noi Frati<br />

Minori assumiamo gli studi come esigenza<br />

della nuova evangelizzazione. Decisi a vivere<br />

il Vangelo, come nostra vita e Regola,<br />

noi Frati Minori consideriamo gli studi –<br />

unitamente alla santità di vita e alla vicinanza<br />

al popolo semplice – come un aiuto<br />

per meglio percorrere il cammino di conversione<br />

continua, nel quale siamo entrati<br />

per la nostra professione e attraverso il quale<br />

cerchiamo di «raggiungere la sapienza<br />

dello Spirito e lasciarci possedere dalla Ve-

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