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Barack Obama è il44esimo presidentedegli Stati Unitid’America, elettoper la prima voltanel novembre 2008.Alle presidenzialidel 2012 ha battutolo sfidanterepubblicanoMitt RomneyFoto: AP/LaPresseLe battaglie condiviseUno dei loro più attivi e influenti esponentiper ciò che concerne le politichefiscali, Grover Norquist, presidente diAmericans for Tax Reform, si dichiaraassolutamente convinto che i risultati delvoto, in particolare alla Camera dei Rappresentantie nei singoli Stati, dimostranoche gli americani sono a favore dellepolitiche di diminuzione della spesapubblica. Quindi, «nonostante la sconfittadi Romney, le battaglie conservatriagliocchi leggendo i dati che si riferisconoagli exit poll elaborati da Fox News, èche l’elettorato dei due partiti è spaccato:il voto dei giovani (il 60 per cento nellafascia d’età 18-29 anni e il 52 di quellai 30-44 anni), delle minoranze afro-americana(98), ispanica (71), asiatica (73) e delledonne (55 per cento del totale laddovegli elettori di sesso femminile sono il 53per cento) è saldamente orientato a favoredi Obama. Inoltre anche il 50 per centodei cattolici e il 73 degli ebrei ha votatoil presidente uscente; a votare Romneyè stata la maggioranza dei bianchi (59 percento) e degli uomini (45 per cento su untotale del 47 dell’elettorato).I dati fanno pensare che almeno lametà degli americani non disdegna piùle politiche obamiane di stampo europeoe non è minimamente preoccupatadel debito pubblico schizzato alle stelle.È come se il tradizionale sogno americanobasato su libertà individuale, gover-no al minimo, bassa leva fiscale e libertàd’impresa inizi a essere solo un ricordodel passato. Inoltre, i think-tank diarea conservatrice e libertaria si interroganosull’efficacia del loro lavoro a favoredel libero mercato e su quello che succederàora al partito repubblicano e allesue politiche. Tempi ha cercato di avereuna panoramica della situazione, ascoltandodiverse voci.ci sono condivise dalla maggioranza delpopolo americano e all’interno del partitonon vi è una vera spaccatura fra conservatori(più inclini a concessioni alla spesapubblica come per il rafforzamento delladifesa) e i libertari (che vorrebbero lo statofuori dalla vita del singolo). Per quantoconcerne, invece, i temi dell’immigrazionecari alle minoranze, i repubblicanidevono senz’altro cambiare registro eaffrontarli in modo più costruttivo».Dan Mitchell, senior fellow del libertarioCato Institute, invece, sostiene che«il fatto che abbia vinto Obama e nonRomney cambia poco: il candidato repubblicanonon è poi così diverso da quellodemocratico. Non è a favore dello Statominimo e non ha quasi mai parlato dellariforma della spesa pubblica; quandoera governatore del Massachusetts haapprovato una legge di riforma del sistemasanitario molto simile all’Obamacare.La vera riforma dovrebbe avvenire,| | 21 novembre 2012 | 23

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