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CULTURA LA STORIA INCONFESSABILEsistematico ai metodi terroristici nelloscontro con i fascisti.Non fu, né poteva essere, dunque uncaso che Togliatti e Longo mandarono aComo Chiarini, affinché spendesse argomentipersuasivi come le minacce allo scopodi stroncare l’iniziativa dei familiari diNeri, che stavano mettendo sotto accusaun intero partito. Il quale Pci, però, nonsoltanto non si lasciò intimidire, ma giunsea rivendicare pubblicamente l’assassiniodi Canali. Accadde, a Como, duranteun comizio di Luigi Longo, presente anchela madre di Neri. Una provocazione inutile,nella sua sfrontatezza, che convinse ladonna, una volta di più, della necessità dinon abbassare la guardia nella sua solitarialotta contro il Moloch Rosso. n*storico e giornalista, indaga da tempo sulperiodo del fascismo e della successivaguerra civile italiana. Ha all’attivo diversi libritra i quali Caro Duce, ti scrivo. Il lato serviledegli antifascisti durante il Ventennio;I veleni di Dongo. Gli spettri della resistenza;Margherita Sarfatti. La donna che inventòMussolini; Uccidete il Duce! La congiura degli“Amici del Popolo” e gli attentati a MussoliniPARLA GIAMPAOLO PANSAVittime sulla viadella “Liberazione”«Sembrano delitti inspiegabili, ma i rossi avevanoun piano per l’Italia. Eliminavano gli ostacoli dallastrada verso la conquista della loro “Ungheria”»di Neri e Gianna è tipicadella strategia comunista diquegli anni. Scopo del Pci nonera soltanto di giungere a una soluzionedella guerra (a quello ci avrebbero pensatogli angloamericani), ma soprattuttodi affermare la propria assoluta supremaziaall’interno del fronte di liberazione».Giampaolo Pansa, autentico fenomenoeditoriale dell’ultimo decennio, a partiredal suo fortunato best seller Il sangue deivinti (mentre è ora in libreria la sua ultimafatica, La guerra sporca dei partigianie dei fascisti, Rizzoli), non ha mai scritto«La vicendadel caso dei due partigiani di Dongo. Maè ugualmente convinto che la loro mortevada inquadrata nel vasto disegno deicomunisti di «dare una spallata per arrivarealla conquista del potere».«Se si considerano isolatamente, questidelitti possono sembrare senza spiegazione.Ma se li si guardano nella loro complessità,appare chiaro che trovano unagiustificazione nella strategia dei comunistivolta a sgombrare il terreno da personaggiinfluenti, con un loro seguito,che li avrebbero ostacolati nella guerrada fare dopo il 25 aprile. Anche le mat-Giampaolo Pansa,giornalista escrittore, è appenatornato in libreriacon La guerrasporca deipartigiani e deifascisti (Rizzoli).A lato, la gentein festa a Milanoper la fine dellaguerra (aprile 1945)tanze dei fascisti, avvenute nelle settimanee nei mesi successivi alla Liberazione,non furono soltanto vendette su larga scala.Il Pci ragionava con una terribile logica,che è la seguente: bisognava ammazzareil numero maggiore possibile di fascisti,per togliere di mezzo i possibili oppositoridel colpo di mano rosso. Insomma,si voleva creare un clima da “paralisi delterrore” che avrebbe facilitato la conquistadel potere da parte dei comunisti, chevolevano trasformare l’Italia nell’Ungheriadel Mediterraneo». Perché finora nonha mai scritto nulla sugli orrori di Dongo?«Perché sul tema esiste già una letteraturainfinita», spiega Pansa. «A me premevadi parlare di cose di cui nessuno si eramai occupato prima. In dieci anni ho ricevutoventimila lettere da parte di lettoridei miei libri, soprattutto donne. E ancoraoggi ne ricevo in numero impressionante.Queste lettere hanno sempre lo stesso cliché:“Caro Pansa, ho letto il suo ultimolibro. Non ci ho trovato la mia storia, perciògliela racconto”. Ecco, esiste un mondoal quale nessuno ha riconosciuto il dirittoné di ricordare, né di parlare, né di essererammentato. Io ho semplicemente volutodare una voce a questi italiani prigionieridel loro silenzio». [r.fe.]Foto: AP/LaPresse46 | 21 novembre 2012 | |

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