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UN ALTRO MONDOè POSSIBILEuna TESTIMONIANzaCristo e il kiwi.Il nostro camminoeducativodi Aldo TrentoNel clima di confusione che viviamo abbiamobisogno di incontrare personela cui vita è afferrata da Cristo per cuinon c’è un dettaglio che non solo impediscadi riconoscere la Sua Presenza ma anche diamarla con profonda gratitudine. Quest’annoper Paolino e anche per me è stata e continuaad essere una grande possibilità, una granderisorsa per la nostra adesione al Mistero.Questa grande Presenza, come amava definirlail servo di Dio monsignor Luigi Giussani, nonce ne ha risparmiata una che sia una. All’inizionon è stato facile riconoscere che quantoci accadeva era una modalità con cui il Misterosi manifestava nella nostra vita, chiamandocia guardarlo in faccia, così da vivere soloed esclusivamente per lui. È stata una battagliache solo consegnandoci totalmente ad unacompagnia grande ci ha permesso e ci permettetutt’ora non solo di non perderci d’animoma anche di camminare con dignità ed ironiaperché certi, come dice San Paolo «cheniente ci potrà separare dall’amore di Cristo».Camminando con gli occhi fissi su Gesù, abbiamoincontrato molti amici che ci hanno testimoniatocome la realtà vissuta intensamenteanche quando sembra negativa, permettedi dire “Tu o Cristo mio”. La testimonianza chesegue l’abbiamo chiamata “Cristo e il kiwi”.Può essere vista come uno dei capitoli del librodella Lindau Cristo e il lavandino, un titolo chenella sua semplicità raccoglie il cammino educativodei miei ventitré anni di missione, in cuimi sono esclusivamente occupato di mostrarecome Cristo avendo a che fare con tutto rendepiù bella, più umana la vita. E la vita è fattadi ogni piccolo dettaglio. Mi ha sempre colpitoquanto dice il vangelo di Gesù con la sua relazionecon la realtà: “bene omnia fecit”, ha fattobene ogni cosa. Cioè non c’è stata una virgolanella sua vita che non avesse a che vedere conil Padre. Fare bene le cose significa solo questo.Allora tutto diventa bello e la fatica è abbracciatacome una risorsa che permette allalibertà di mettersi in movimento già allo spalancaregli occhi appena ci si sveglia.paldo.trento@gmail.comPOSTAPOCALYPTOVicent van Gogh,Seminatoreal tramonto(1888), oliosu tela, 64x80,5cm, Otterlo,Olanda, MuseoKröller-MüllerEra il 27 di febbraio del 2010 quandoun forte terremoto scosse il Cile e distrussei nostri uffici nel paese andinodella Patagonia cilena, dove avevo un vivaio.La stessa notte volai in Argentina e dopo alcunigiorni arrivai a Santiago. Il mio aeroplanofu il secondo che riuscì ad atterrare dopoil terremoto. A maggio dello stesso anno avvenneun altro terribile terremoto. Un batteriosconosciuto mise in pericolo le coltivazionidi kiwi, in modo particolare il kiwi giallo. Questobatterio colpiva le piante più giovani perchépenetrava con molta facilità. Dopo alcuniattenti esami alle piante, in modo specialea quelle italiane, abbiamo trovato alcune foglieaffette da questo raro batterio. In pochimesi abbiamo dovuto distruggere circa 600mila piante. Il batterio si stava espandendoanche nelle coltivazioni che avevo in Francia,Spagna, Portogallo. Fu l’inizio di un’epidemiaterribile di cui alcuni mesi prima non si conoscevaneanche l’esistenza. Una realtà completamenteimprevedibile incominciò a cambiarela mia vita. La maggior parte delle coltivazionidi kiwi in Italia fu distrutta. Iniziò un calvarioche ancora non è del tutto finito. Spessoho dovuto affrontare le istituzioni delle varieprovince affette dal batterio, avendo a che farecon i governi di Francia, Spagna e Portogallo,che mi chiedevano spiegazioni e chiarimenti.Un giorno nella riunione di governodella mia provincia il consigliere che segue itemi che hanno a che vedere con l’agricolturami guarda e dice: «Gianpaolo, (è il nomedel mio amico), la vedo sorridente, per nientesconvolto e disperato; ma da dove tira fuoritutta questa forza?». Gli ho subito risposto:«Io non sono una pianta di kiwi».Comunque questa è stata un’opportunità perparlare con lui della mia esperienza di fede60 | 21 novembre 2012 | |

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