CULTURA LA STORIA INCONFESSABILEIl sangue(cancellato)dei vincitoriNeri e Gianna, eroi partigiani insubordinati al Pci,assassinati dai comunisti perché testimoni scomodidei crimini della Resistenza. Nelle lettere inedite dimamma Lena la terribile cronaca di un ordinarioinsabbiamento. Voluto dai vertici del partitodi Roberto Festorazzi*Sono i racconti dell’orrore. A distanzadi quasi settant’anni, emergonole carte intime di Maddalena ZanoniCanali, l’eroica mamma del capitano“Neri”, il leader carismatico della Resistenzacomasca eliminato dal gruppodirigente del Partito comunista in quantoprotagonista e testimone scomododell’epilogo di Mussolini. Scritti ineditiche mettono sotto accusa la leadershipdel Pci e che documentano con molti dettaglifino ad ora sconosciuti gli interventisvolti da una madre per ottenere veritàe giustizia in merito alla morte del propriofiglio. Da queste pagine si ricavanosignificativi e diretti elementi a sostegnodell’elevata statura politico-criminale dimolti componenti della struttura di verticedel partitone rosso, forza egemone dellalotta di liberazione.Luigi Canali fu prelevato (o, permeglio dire, sequestrato) a Como il 7 maggio1945 e portato a Milano, dove fu vittimadi una spietata esecuzione a freddo daparte di una squadra speciale di sicari agliordini di Luigi Longo, numero due delPci e comandante supremo delle BrigateGaribaldi. Poche settimane dopo, il 23giugno, killer del Partito comunista trucidaronoe scaraventarono giù dalla scoglieradel Pizzo di Cernobbio, a picco sullago, la compagna di Neri: la giovane staffettapartigiana “Gianna”, al secolo GiuseppinaTuissi, che aveva osato indagaresull’uccisione del proprio uomo. Giannaaveva condiviso con Canali molti deisegreti di una comune militanza nelle filedella Resistenza. Insieme avevano gestitoi trasferimenti del prigioniero Mussolini,e insieme avevano contabilizzato l’orodi Dongo, poi incamerato dal Pci. La Tuissicertamente era anche a conoscenza dellaverità sulle modalità della fucilazionedel Duce, atto cruento al quale partecipòcome testimone, ma forse pure come attoreprotagonista, anche Luigi Canali.La cortina dell’omertàLa vicenda di Neri e Gianna è tra le piùdrammatiche della Resistenza. Arrestatidalle Brigate Nere a Lezzeno, sul Lario, lanotte tra il 6 e il 7 gennaio 1945, resistetteroalle torture rifiutandosi di fare delazione.Canali, la notte del 29 gennaio, riuscì aevadere dalle carceri di Como Borghi. Peril suo partito, si trattava in realtà di unafuga concordata con i fascisti: cioè la provache Neri aveva tradito.Il 21 febbraio successivo, un tribunalepartigiano comunista, riunitosi a Milanosotto la presidenza di Amerigo Clocchiatti,emise un’inappellabile sentenza dimorte contro Canali, reo di aver collaboratocon i fascisti. Inutile aggiungere che asostegno della colpevolezza di Neri non viera la minima prova. Il Partito comunista,Foto: AP/LaPresse42 | 21 novembre 2012 | |
Luigi “Neri” Canali, leaderdella Resistenza comasca, ela sua compagna GiuseppinaTuissi, la partigiana “Gianna”,furono uccisi su ordine del Pcinel ’45. Avevano assistito allafine del Duce e contabilizzatol’oro di Dongo. Per ottenere lariabilitazione di Neri, accusatoingiustamente di tradimento,la madre lottò a lungo, fino ascomodare Togliatti. Invanonondimeno, aveva deciso di eliminare unelemento di rilievo che aveva la pretesa divoler discutere ogni direttiva, senza compiereatto di servile e incondizionata sottomissionenei confronti dei suoi capi.Le carte private di Maddalena Canalicontribuiscono ora a illuminare le zoned’ombra di un caso tragico e complessoche è sempre gravato come un oscurosenso di colpa sulla sinistra. Si trattadi una serie di appunti che, una voltaordinati, appaiono come una sortadi memoriale postumo. Tra questi scrittivi è anche un’interessante lettera ineditache la madre di Neri scrisse alla Giannail 5 giugno 1945, nella quale si colgonogli echi delle affannose ricerche che ledue donne stavano compiendo, per ricostruirele modalità della sparizione del| | 21 novembre 2012 | 43