La forza della comunicazione - Ministero per i Beni e le Attività ...
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la loro migliore organizzazione, portandoli all’attenzione degli amministratori.<br />
Ne derivò una gara di emulazione <strong>per</strong> mettersi al passo con l’ordinamento degli<br />
archivi. Dal<strong>le</strong> statistiche cronologiche sugli inventari degli archivi comunali risulta<br />
che i primi sei inventari <strong>della</strong> Basilicata furono comp<strong>le</strong>tati nel 1906 e vari altri seguirono<br />
negli anni successivi, durante il <strong>per</strong>iodo di attività di Giovanni Magno.<br />
Forse proprio lui fu il catalizzatore di questo fervore archivistico e il suo ruolo determinante<br />
e la sua azione andrebbero approfonditi in un più ampio studio.<br />
Questo primo lavoro, frutto <strong>della</strong> sensibilità e professionalità di due giovani e va<strong>le</strong>nti<br />
archiviste, Tiziana Pirretti e Giuseppina Anna <strong>La</strong>urino, collaboratrici <strong>della</strong> Soprintendenza,<br />
che ho incoraggiato a pubblicare la loro “sco<strong>per</strong>ta”, intende proporre all’attenzione<br />
dei cittadini la figura e l’esempio di un funzionario diligente e preparato,<br />
che fu lodato dai col<strong>le</strong>ghi di varie parti d’Italia, e che contribuì a diffondere il nome<br />
di Ferrandina come un modello di corretta amministrazione archivistica.<br />
Tiziana Pirretti<br />
L’archivio rappresenta il “modus vivendi” di un’istituzione, di una società, di un<br />
singolo; avvicinarsi al patrimonio archivistico serve a riscoprire tesori inesplorati,<br />
<strong>le</strong> proprie radici, la propria storia. Il lavoro svolto durante il progetto denominato<br />
“Natura e cultura: viaggio nel<strong>le</strong> terre dei Lucani” promosso dal Gal Le Macine<br />
sotto la direzione scientifica <strong>della</strong> Soprintendenza <strong>per</strong> i <strong>Beni</strong> Archivistici <strong>per</strong> la<br />
Basilicata si è concretizzato con la pubblicazione dell’opuscolo sul Regolamento<br />
d’archivio redatto dal segretario del Comune di Ferrandina (Mt) Giovanni Magno<br />
agli inizi del ‘900 a cura di Tiziana Pirretti e Giuseppina Anna <strong>La</strong>urino. L’o<strong>per</strong>a del<br />
Magno è commendevo<strong>le</strong> tanto da essere considerata un documento interessante<br />
sotto il profilo storico, archivistico e amministrativo anche da un profondo studioso<br />
e docente di archivistica come il Prof. Donato Tamblé. Un archivio comuna<strong>le</strong><br />
che rispetta un determinato ordine rispecchia la storia politica, giuridica e<br />
cultura<strong>le</strong> dell’ente che affiora alla cognizione dei posteri in maniera più o meno<br />
veritiera a seconda del criterio ado<strong>per</strong>ato tanto nella registrazione quotidiana<br />
dei singoli atti quanto nella ordinata custodia degli stessi. L’importanza dunque<br />
di un metodo valido e pressoché univoco nella gestione degli atti municipali<br />
rappresenta la conditio sine qua non <strong>per</strong> un’armonica consultazione del<strong>le</strong> carte<br />
sia a fini di studio e ricerca, sia <strong>per</strong> offrire lo spunto storico <strong>per</strong> il prosieguo <strong>della</strong><br />
vita amministrativa dell’ente. In un archivio storico comuna<strong>le</strong> una sostanzia<strong>le</strong> distinzione<br />
è rappresentata dalla coesistenza quasi costante di documentazione archivistica<br />
facente parte dell’archivio preunitario ormai chiuso <strong>per</strong> l’esaurimento<br />
storico dell’istituzione che lo produsse e di documentazione archivistica prodotta<br />
invece dallo Stato italiano unitario. Il municipio moderno pur essendo diretto<br />
erede del<strong>le</strong> antiche comunità, assume tuttavia struttura ed organizzazione<br />
diverse che si risolvono necessariamente in una diversa fisionomia dell’archivio.<br />
Nella fase di studio e di ricerca presso la sede dell’Archivio storico del Comune<br />
di Ferrandina è stata rinvenuta documentazione che testimonia il forte richiamo<br />
del Regno d’Italia ai sindaci in merito alla sistemazione degli archivi comunali.<br />
All’indomani dell’Unità d’Italia, il nuovo Regno avverte fortemente l’esigenza di<br />
creare un metodo di ordinamento archivistico rigoroso e di uniforme applicazione<br />
da essere utilizzato sia dai piccoli che dai grandi comuni, come è dimostrato<br />
dalla presenza di circolari inviate dal Governo del nuovo Regno ai sindaci<br />
accusati spesso di essere troppo negligenti nell’adempiere all’ordine di conservazione<br />
e alla fruibilità dei documenti. In risposta i Prefetti ribadiscono la loro<br />
ferma convinzione che l’ordine del<strong>le</strong> carte ed il disciplinato registro di protocollo<br />
siano sufficienti a garantire la conoscenza del movimento genera<strong>le</strong> degli affari<br />
ed un faci<strong>le</strong> re<strong>per</strong>imento dei documenti. Nel 1864, il prefetto Veglio <strong>della</strong> Pre-