La forza della comunicazione - Ministero per i Beni e le Attività ...
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fettura <strong>della</strong> Provincia di Basilicata, riscontrata l’inadempienza <strong>della</strong> quasi totalità<br />
dei sindaci del Circondario verso <strong>le</strong> precedenti disposizioni, trasmette una pianta<br />
contenente un metodo di archiviazione organizzato in materie, a loro volta suddivise<br />
in 10 categorie relative al materia<strong>le</strong> documentario riscontrabi<strong>le</strong> in un archivio<br />
comuna<strong>le</strong> oltre ad un modulo di protocollo genera<strong>le</strong> invitando gli stessi<br />
sindaci a stabilire una rubrica su cui iscrivere i numeri di protocollo. L’inadempienza<br />
dei comuni verso <strong>le</strong> sol<strong>le</strong>citazioni prefettizie <strong>per</strong>mane come si evince<br />
dalla presenza in archivio di circolari che ricoprono uno spazio tempora<strong>le</strong> di<br />
circa un decennio. E nonostante il costante impegno del nuovo Regno d’Italia e<br />
nella fattispecie <strong>della</strong> Prefettura <strong>della</strong> Provincia di Basilicata, evidentemente mancava<br />
ancora un metodo unico di fascicolazione e classificazione del materia<strong>le</strong><br />
documentario presente presso i comuni e nessun regolamento centra<strong>le</strong> circa l’organizzazione<br />
degli archivi viene emanato prima del 1897, quando il direttore<br />
genera<strong>le</strong> dell’amministrazione civi<strong>le</strong> del <strong>Ministero</strong> dell’Interno Carlo Astengo diffonde<br />
<strong>le</strong> “Istruzioni <strong>per</strong> la tenuta del protocollo e dell’Archivio <strong>per</strong> gli uffici comunali”<br />
meglio conosciute secondo la deontologia archivistica come titolario<br />
Astengo fornendo così ai comuni un quadro schematico nel qua<strong>le</strong> sono racchiuse<br />
<strong>le</strong> competenze, <strong>le</strong> funzioni e <strong>le</strong> materie attinenti all’attività del soggetto<br />
produttore. L’adozione del titolario Astengo non fu né rapida né immediata e<br />
solo dopo una trentina d’anni è possibi<strong>le</strong> riscontrarne l’applicazione effettiva in<br />
buona parte dei comuni d’ Italia. Dal canto suo il Comune di Ferrandina risulta abbastanza<br />
so<strong>le</strong>rte nell’aderire al<strong>le</strong> norme del <strong>Ministero</strong> dell’Interno soprattutto grazie<br />
all’o<strong>per</strong>a prestata dall’allora segretario comuna<strong>le</strong> Giovanni Magno il qua<strong>le</strong> riceve<br />
dal Consiglio Comuna<strong>le</strong> il delicato e prestigioso incarico di archivista. Sulla<br />
falsariga del titolario Astengo, che prevedeva la suddivisione dell’ archivio in 15<br />
categorie di classificazione corrispondenti ai principali settori nei quali sono riconducibili<br />
<strong>le</strong> attività e <strong>le</strong> competenze comunali, a loro volta suddivise in classi<br />
e ispirato anche dal Manua<strong>le</strong> <strong>per</strong> la tenuta dell’Archivio comuna<strong>le</strong> di Mantova<br />
del 1902, il Magno si ado<strong>per</strong>a a migliorarne il modello ministeria<strong>le</strong> aggiungendo<br />
ulteriori ripartizioni e crea un copioso indice alfabetico al fine di richiamare i documenti<br />
più importanti contenuti all’interno dei fascicoli. Suddivide l’archivio<br />
comuna<strong>le</strong> in due parti: archivio corrente <strong>per</strong> gli affari iniziati e non compiuti ed<br />
archivio di deposito <strong>per</strong> gli affari ormai conclusi. Nel 1903 consegna al sindaco<br />
di Ferrandina l’archivio debitamente riordinato dotando il Comune di un proprio<br />
metodo <strong>per</strong> il riordinamento e la tenuta degli archivi che pubblicherà a Noci il<br />
1° maggio 1908. <strong>La</strong> sua diligente o<strong>per</strong>a gli va<strong>le</strong> un pubblico encomio del Consiglio<br />
Comuna<strong>le</strong> ed un vivace e crescente interesse da parte di numerosi col<strong>le</strong>ghi<br />
di vari comuni del Regno d’Italia che richiedono ed acquistano l’o<strong>per</strong>a di Magno<br />
come testimoniano <strong>le</strong> numerose ricevute di vaglia a favore del Comune di Ferrandina<br />
rinvenute presso l’archivio storico.<br />
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