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2. Profilo aziendale - Azienda Ospedaliera di Parma

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Impatto culturale<br />

Viene considerata in queste pagine anche una <strong>di</strong>mensione culturale del rapporto tra <strong>Azienda</strong> e contesto <strong>di</strong><br />

appartenenza. Bisogna, infatti, riconoscere che, nonostante il mandato <strong>di</strong> un’azienda sanitaria sia<br />

tutt’altro, ossia la cura delle persone, <strong>di</strong>venta sempre più importante riconoscere la rilevanza degli aspetti<br />

culturali nelle <strong>di</strong>namiche della relazione e della comunicazione con i citta<strong>di</strong>ni-utenti.<br />

Lo sforzo dell’Ospedale <strong>di</strong> essere una struttura importante per la città si riflette anche nell’attenzione<br />

concreta che la città restituisce all’Ospedale contribuendo, tra le altre cose, anche a realizzare un<br />

cambiamento culturale che consente <strong>di</strong> capire come gli spazi e il loro allestimento possono influire<br />

positivamente sulle relazioni, intervenendo nei processi <strong>di</strong> trasformazione dei comportamenti.<br />

In questa<br />

prospettiva la <strong>di</strong>mensione propriamente culturale e quelle sociale si presentano come fortemente<br />

intrecciate e <strong>di</strong>fficilmente <strong>di</strong>stinguibili.<br />

Arte in Ospedale<br />

Da alcuni anni l’<strong>Azienda</strong> <strong>Ospedaliera</strong>-Universitaria <strong>di</strong> <strong>Parma</strong> ha avviato un percorso <strong>di</strong> integrazione<br />

dell’arte negli spazi ospedalieri. La creazione<br />

intellettuale caratterizza il luogo e ne cambia non solo<br />

l’ aspetto ma anche la “poetica” e il modo <strong>di</strong> vivere. Perché l’arte, al contrario dell’arredamento che ha lo<br />

scopo <strong>di</strong> rendere piacevole<br />

un ambiente, interroga e stimola.<br />

Vittorio Ferrarini, artista e pittore parmigiano, dal 2005 ha contribuito in modo importante all'avvio <strong>di</strong><br />

questa trasformazione dell'Ospedale Maggiore da luogo <strong>di</strong> cura, asettico, a spazio vivo, donando 32 opere<br />

pittoriche all'<strong>Azienda</strong>, che sono andate a completare ingressi, sale d’attesa e reparti ospedalieri.<br />

Nel<br />

2009 tali opere sono state raccolte in un catalogo che è testimonianza dell’importanza delle arti visive<br />

negli spazi sanitari.<br />

Rivedere l’architettura e il design che contrad<strong>di</strong>stinguono i luoghi <strong>di</strong> cura significa ripensare la concezione<br />

degli ospedali, visti non solo come involucri funzionali, ma come ambienti con una propria anima,<br />

come<br />

ambienti <strong>di</strong> cura e <strong>di</strong> lavoro dotati <strong>di</strong> tutte quelle pulsioni che contrad<strong>di</strong>stinguono gli spazi <strong>di</strong> vita.<br />

Nell’ambito del progetto “Arte in ospedale”, nato da una collaborazione tra l’associazione Amici<br />

dell’Ospedale e l’<strong>Azienda</strong> Ospedaliero-Universitaria <strong>di</strong> <strong>Parma</strong>, si sono<br />

susseguite, nel corso del 2009, tre <strong>di</strong>verse esposizioni negli spazi<br />

espositivi<br />

permanenti dell’Ospedale, ovvero la “sala azzurra”,<br />

all’ingresso <strong>di</strong> viale Volturno, la “sala verde”, allestita al Centro<br />

emostasi e la “sala rossa” del pa<strong>di</strong>glione Centrale.<br />

Hanno esposto le proprie opere in tempi <strong>di</strong>versi gli artisti Nicoletta<br />

Bagatti, Cinzia Morini e Gaetano Barbone; Mello Witkowski Pinto,<br />

Margherita Leoni e Corrado Riccòmini; Caterina Orzi, Mario Maffioli e<br />

Fabio Herrera.<br />

Ad accompagnare l’inaugurazione <strong>di</strong> tali eventi e a qualificarne<br />

ulteriormente il contenuto e il significato culturale, sono state due<br />

conferenze dello storico dell’arte Mario Lucco (già professore or<strong>di</strong>nario<br />

<strong>di</strong> Storia dell’arte moderna all’Università <strong>di</strong> Bologna e curatore <strong>di</strong> eventi<br />

a livello nazionale e internazionale) che ha raccontato le sue mostre:<br />

Antonello da Messina, Giovanni Bellini, Andrea Mantegna e Sebastiano<br />

del Piombo.<br />

Ripensare la nascita, ripensare il futuro<br />

Il tema della nascita ha esercitato il ruolo <strong>di</strong> catalizzatore e propulsore per<br />

<strong>di</strong>versi eventi che hanno preso<br />

forma nel corso<br />

del 2009.<br />

Nel mese <strong>di</strong> novembre, l’<strong>Azienda</strong> Ospedaliero-Universitaria<br />

<strong>di</strong> <strong>Parma</strong>, in collaborazione<br />

con l’Associazione<br />

nazionale educazione prenatale (Anep) e Collegio ostetriche <strong>di</strong> <strong>Parma</strong> e Piacenza, hanno organizzato il<br />

convegno “Prima e dopo la nascita: inter<strong>di</strong>pendenza e continuità relazionale”, una giornata <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o su<br />

bambino,<br />

famiglia e comunità<br />

L’evento formativo e informativo era rivolto a tutti i professionisti che si occupano <strong>di</strong> nascita e ai futuri<br />

genitori, focalizzando l’attenzione sulle recenti scoperte scientifiche che possono essere integrate nella<br />

pratica ostetrica e neonatologica, grazie alla prospettiva della fisiologia. Durante la giornata sono state<br />

approfon<strong>di</strong>te le conseguenze a<br />

lungo termine delle prime esperienze <strong>di</strong> vita. Tra l’endogestazione e<br />

l’esogestazione, infatti, l’in<strong>di</strong>viduo non ha ancora acquisito una consapevolezza e un’identità: il suo<br />

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<strong>2.</strong> <strong>Profilo</strong> <strong>aziendale</strong>

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