2. Profilo aziendale - Azienda Ospedaliera di Parma
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<strong>2.</strong> <strong>Profilo</strong> <strong>aziendale</strong><br />
contrasto con analisi della perfusione miocar<strong>di</strong>ca. Questo test ha mostrato un <strong>di</strong>fetto riperfusivo subendocar<strong>di</strong>co<br />
inducibile, altrimenti non rilevabile a riposo. La CT a 64 strati ha confermato l’ostruzione funzionale rilevata<br />
dall’ecocar<strong>di</strong>ografia.<br />
Molti tra i cosiddetti falsi positivi dei tests provocativi sono considerati tali solo perché la meto<strong>di</strong>ca con cui vengono<br />
comparati (cosiddetto Gold Standard), cioè quella angiografica, ha il grande limite <strong>di</strong> essere una semplice fotografia del<br />
lume della coronaria, senza mostrare la parte <strong>di</strong>namica e funzionale della fisiopatologia coronarica, in particolare sotto<br />
stress/esercizio; ecco perché a volte esami “falsi positivi”, sono in realtà falsi negativi del gold standard.<br />
5. Giugliano, RP; White, JA; Bode, C; Armstrong, PW; Montalescot, G; Lewis, BS; et al (Ar<strong>di</strong>ssino, D)<br />
(2009) Early versus delayed, provisional eptifibatide in acute coronary syndromes. NEW ENGLAND<br />
JOURNAL OF MEDICINE 360 (21) : 2176-2190 IF=50.017 IF assegnato =10.003<br />
Titolo: Somministrazione precoce upstream versus somministrazione tar<strong>di</strong>va <strong>di</strong> eptifibatide nelle sindromi coronariche<br />
acute<br />
Razionale dello stu<strong>di</strong>o: Gli inibitori delle glicoproteine IIb/IIIa sono in<strong>di</strong>cati nei pazienti con sindrome coronarica<br />
acuta sottoposti a procedura angiografica invasiva, tuttavia il timing ottimale per l’inizio <strong>di</strong> tale terapia non è<br />
conosciuto.<br />
Obiettivi e metodo: 9.492 pazienti con sindrome coronarica acuta senza sopraslivellamento del tratto ST sottoposti a<br />
procedura angiografica invasiva sono stati randomizzati alla somministrazione <strong>di</strong> eptifibatide precoce, oltre 12 ore<br />
prima della coronarografia, o tar<strong>di</strong>va, dopo la coronarografia. endpoint primario composito <strong>di</strong> efficacia era morte,<br />
infarto miocar<strong>di</strong>co, reci<strong>di</strong>va <strong>di</strong> ischemia richiedente rivascolarizzazione urgente, o insorgenza <strong>di</strong> complicanze<br />
trombotiche durante rivascolarizzazione percutanea a 96 ore. Endpoint <strong>di</strong> sicurezza erano sanguinamenti e necessità <strong>di</strong><br />
trasfusioni ematiche entro 120 ore dalla randomizzazione.<br />
Risultati e ricaduta assistenziale: L’endpoint primario si è verificato nel 9.3% dei pazienti trattati precocemente e<br />
nel 10% dei pazienti trattati in ritardo (odds ratio 0.92; IC 95% 0.80-1.06; P = 0.23). A 30 giorni la frequenza <strong>di</strong><br />
morte o infarto miocar<strong>di</strong>co è stata dell’11.2% nel gruppo trattato precocemente e 1<strong>2.</strong>3% nel gruppo trattato in ritardo<br />
(odds ratio, 0.89; IC 95% 0.79- 1.01; P = 0.08).I pazienti del gruppo trattato precocemente avevano una più elevata<br />
frequenza <strong>di</strong> sanguinamenti e ed una più frequente necessità <strong>di</strong> trasfusioni ematiche. Non si sono verificate <strong>di</strong>fferenze<br />
tra i due gruppi per quanto riguarda la frequenza <strong>di</strong> sanguinamenti severi o eventi avversi seri non emorragici.<br />
Nei pazienti con sindrome coronarica acuta senza sopraslivellamento del tratto ST l’utilizzo <strong>di</strong> eptifibatide più <strong>di</strong> 12 ore<br />
prima della coronarografia non è pertanto risultato essere superiore all’utilizzo dello stesso dopo l’angiografia, ed è<br />
risultato associato ad un incrementato rischio <strong>di</strong> sanguinamento. Tali risultati consentono <strong>di</strong> identificare il timing<br />
corretto per la somministrazione degli inibitori delle glicoproteine IIb/IIIa nei pazienti con sindrome coronarica acuta,<br />
permettendo <strong>di</strong> massimizzare l’efficacia anti-ischemica e <strong>di</strong> ridurre i rischi <strong>di</strong> sanguinamento.<br />
6. Wallentin, L; Becker, RC; Budaj, A; Cannon, CP; Emanuelsson, H; Held, C; Horrow, J; et al.<br />
(Ar<strong>di</strong>ssino, D) (2009) Ticagrelor versus clopidogrel in patients with acute coronary syndromes. NEW<br />
ENGLAND JOURNAL OF MEDICINE 361 (11) : 1045-1057 IF=50.017 IF assegnato =10.003<br />
Titolo: Ticagrelor vs clopidogrel in pazienti con sindrome coronarica acuta<br />
Razionale dello stu<strong>di</strong>o: Il ticagrelor è un nuovo farmaco antiaggregante che, somministrato per via orale, inibisce<br />
<strong>di</strong>rettamente e reversibilmente il recettore piastrinico P2Y12, impedendone l’attivazione da parte dell’ADP. Questa<br />
nuova molecola ha un’insorgenza d’azione più rapida e consente un’ inibizione piastrinica più pronunciata rispetto al<br />
clopidogrel, ma non è noto se sia superiore al clopidogrel nella prevenzione <strong>di</strong> eventi vascolari e morte in pazienti con<br />
sindrome coronarica acuta.<br />
Obiettivi e metodo: In questo trial randomizzato, multicentrico, in doppio cieco, sono state confrontate efficacia e<br />
sicurezza <strong>di</strong> ticagrelor (dose carico <strong>di</strong> 180 mg, seguita da 90 mg due volte al giorno) verso clopidogrel (dose carico <strong>di</strong><br />
300 o 600mg, seguita da 75 mg una volta al giorno) nella prevenzione degli eventi car<strong>di</strong>ovascolari in 18.624 pazienti<br />
ricoverati per sindrome coronarica acuta, con o senza sopraslivellamento del tratto ST.<br />
Risultati e ricaduta assistenziale: A 12 mesi, il ticagrelor, confrontato con il clopidogrel, ha mostrato una riduzione<br />
relativa del 16% nell’endpoint primario composito costituito da morte per cause vascolari, infarto miocar<strong>di</strong>co, o stroke<br />
(9.8% vs 11.7%) (hazard ratio, 0.84; 95% CI 0.77 to 0.92; P