2. Profilo aziendale - Azienda Ospedaliera di Parma
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<strong>2.</strong> <strong>Profilo</strong> <strong>aziendale</strong><br />
10. Zanini, A; Chetta, AA; Saetta, M; Baraldo, S; Castagnetti, C; Nicolini, G; Neri, M; Olivieri, D<br />
(2009) Bronchial vascular remodelling in patients with COPD and its relationship with inhaled steroid<br />
treatment THORAX 64 (12) : 1019-1024 IF=7.069 IF assegnato =7.069<br />
Titolo: Rimodellamento Vascolare Bronchiale in Pazienti BPCO e Sua Relazione con il Trattamento Steroideo Inalatorio<br />
Razionale dello stu<strong>di</strong>o: Solo pochi stu<strong>di</strong> hanno valutato le alterazioni del microcircolo della mucosa bronchiale e I<br />
me<strong>di</strong>atori proangiogenetici correlati in pazienti con BPCO, fornendo risultati contrastanti. Inoltre l’eventuale ruolo degli<br />
steroi<strong>di</strong> inalatori in questo ambito non è stato ancora del tutto definito.<br />
Obiettivi e metodo: L’obiettivo principale è valutare in pazienti con BPCO i vasi della parete bronchiale in relazione<br />
alle cellule infiammatorie ed al trattamento steroideo. Lo stu<strong>di</strong>o, <strong>di</strong> tipo osservazionale trasversale, è stato eseguito in<br />
10 pazienti BPCO non trattati con steroi<strong>di</strong>, 10 pazienti BPCO trattati con steroi<strong>di</strong> inalatori e 8 soggetti <strong>di</strong> controllo. In<br />
tutti i gruppi sono state eseguite delle biopsie <strong>di</strong> mucosa bronchiale, nelle quali sono stati valutati i vasi della mucosa,<br />
l’espressione <strong>di</strong> alcuni fattori proangiogenetici ed eseguita la conta delle cellule infiammatorie.<br />
Risultati e ricaduta assistenziale: Le <strong>di</strong>mensioni dei vasi, l’espressione dei fattori proangiogenetici e le cellule<br />
infiammatorie risultarono significativamente aumentate nel gruppo BPCO rispetto agli altri gruppi.<br />
Questo stu<strong>di</strong>o ha <strong>di</strong>mostrato come nei pazienti non trattati ci siano significative alterazioni dei vasi della mucosa<br />
bronchiale. Queste alterazioni erano dovute a <strong>di</strong>latazione dei vasi, più che ad un aumento del loro numero. Inoltre i<br />
pazienti trattati presentavano meno alterazioni vascolari rispetto ai pazienti non trattati. Un trattamento steroideo<br />
cronico potrebbe pertanto attenuare le alterazioni vascolari della parte bronchiale nella BPCO. Stu<strong>di</strong> longitu<strong>di</strong>nali sono<br />
necessari per confermare queste prime evidenze sperimentali, basate su uno stu<strong>di</strong>o trasversale.<br />
11. Prandoni, P; Prins, MH; Lensing, AWA; Ghirarduzzi, A; Ageno, W; Imberti, D; Scannapieco, G;<br />
Ambrosio, GB; Pesavento, R; Cuppini, S; Quintavalla, R; Agnelli, G (2009) Residual Thrombosis on<br />
Ultrasonography to Guide the Duration of Anticoagulation in Patients With Deep Venous Thrombosis<br />
ANNALS OF INTERNAL MEDICINE 150 (9) : 577-U1 IF=17.457 IF assegnato =6.983<br />
Titolo: Trombosi residua all’ecografia per determinare la durata ottimale della terapia anticoagulante in pazienti con<br />
trombosi venosa profonda<br />
Razionale dello stu<strong>di</strong>o: La durata ottimale della terapia anticoagulante orale dopo un episo<strong>di</strong>o <strong>di</strong> trombosi venosa<br />
profonda (TVP) degli arti inferiori non è certa. Sebbene pazienti con TVP presentino un alto rischio <strong>di</strong> reci<strong>di</strong>ve, la<br />
continuazione indefinita della terapia anticoagulante non è raccomandata, a causa dell’elevato rischio <strong>di</strong><br />
sanguinamento. Stu<strong>di</strong> recenti in<strong>di</strong>cano che la presenza <strong>di</strong> trombi all’ecografia dopo <strong>di</strong>scontinuazione <strong>di</strong> Warfarin è<br />
associata a un incremento sostanziale del rischio <strong>di</strong> reci<strong>di</strong>ve <strong>di</strong> tromboembolia. Si ipotizza quin<strong>di</strong> che la valutazione<br />
della trombosi residua possa avere un ruolo nella determinazione della durata ottimale della terapia anticoagulante.<br />
Obiettivi e metodo: questo stu<strong>di</strong>o randomizzato a gruppi paralleli ha l’obiettivo <strong>di</strong> valutare se l’aggiustamento della<br />
durata della terapia anticoagulante in base alla persistenza <strong>di</strong> trombi residui all’ecografia sia in grado <strong>di</strong> ridurre il tasso<br />
<strong>di</strong> reci<strong>di</strong>ve <strong>di</strong> tromboembolia venosa (TV), rispetto al trattamento convenzionale <strong>di</strong> durata fissa, in soggetti adulti con<br />
TVP prossimale. 538 pazienti ambulatoriali consecutivi con un primo episo<strong>di</strong>o <strong>di</strong> TVP prossimale, trattati per 3 mesi con<br />
anticoagulante senza eventi, sono stati randomizzati a strategia terapeutica che prevedeva terapia anticoagulante <strong>di</strong><br />
durata fissa, o <strong>di</strong> durata “flessibile”, guidata dal referto ecografico. E’ stato misurato il tasso <strong>di</strong> reci<strong>di</strong>ve confermate <strong>di</strong><br />
TEV durante follow-up <strong>di</strong> 33 mesi.<br />
Risultati e ricaduta assistenziale: Si sono osservate reci<strong>di</strong>ve <strong>di</strong> TEV nel 17.2% dei pazienti del gruppo “durata fissa”<br />
e nell’11.9% nel gruppo “durata flessibile”. Sanguinamenti importanti si sono verificati nello 0.7% <strong>di</strong> soggetti del<br />
gruppo “durata fissa” e nell’1.5% nel gruppo “durata flessibile”. Si è pertanto <strong>di</strong>mostrato che l’aggiustamento della<br />
terapia anticoagulante in base all’ecografia è in grado <strong>di</strong> ridurre le reci<strong>di</strong>ve <strong>di</strong> tromboembolia venosa in adulti con TVP<br />
prossimale, senza aumentare il rischio emorragico.<br />
1<strong>2.</strong> Lunghi, P; Costanzo, A; Mazzera, L; Rizzoli, V; Levrero, M; Bonati, A (2009) The p53 Family<br />
Protein p73 Provides New Insights into Cancer Chemosensitivity and Targeting CLINICAL CANCER<br />
RESEARCH 15 (21) : 6495-6502 IF=6.488 IF assegnato =6.488<br />
Titolo: Nuove evidenze del ruolo della proteina p73, della famiglia p53, nella chemiosensibilità e terapia specifica delle<br />
malattie neoplastiche<br />
Razionale dello stu<strong>di</strong>o: La ricerca rivolta allo sviluppo <strong>di</strong> strategie antitumorali innovative, attraverso la conoscenza<br />
<strong>di</strong> nuovi markers, guarda con interesse crescente alle proteine della famiglia p53 (P53, P63 e P73), e tenta <strong>di</strong><br />
comprendere le loro funzioni e complesse interazioni. La proteina p53 gioca un ruolo fondamentale come checkpoint<br />
anti-tumorale; è una sostanziale guar<strong>di</strong>a del corpo che permette <strong>di</strong> eliminare cellule che con frequenza e pericolosità<br />
presentano lesioni pre-tumorali. Purtroppo in oltre il 50% dei tumori, fra cui quelli soli<strong>di</strong>, è mutata e quin<strong>di</strong> inattiva,<br />
oppure inibita da altre molecole come sovente accade in malattie ematologiche maligne (in circa il 40% dei casi <strong>di</strong><br />
leucemia acuta mieloide). L’interesse della p73 è legato alla capacità <strong>di</strong> questa proteina <strong>di</strong> facilitare la chemiosensibilità<br />
anti-tumorale anche in assenza <strong>di</strong> p53.<br />
Obiettivi e Metodo: L’obiettivo dello stu<strong>di</strong>o è potenziare la funzione della p73 funzionale e bloccare vie antiapoptotiche<br />
multiple in leucemia acuta e mieloma multiplo con la associazione farmacologica <strong>di</strong> Arsenico Triossido<br />
(ATO) e inibitori specifici <strong>di</strong> un enzima attivante la mitosi cellulare chiamato ERK (chinasi regolata da segnali esterni,<br />
ma in modo abnorme costitutiva nei tumori maligni). Gli esperimenti sono stati condotti sia in vitro che in vivo<br />
inducendo leucemia o mieloma multiplo in topi immunocompromessi e trattandoli poi con la combinazione.<br />
Risultati e Ricaduta Assistenziale: I risultati htnno <strong>di</strong>mostrato che la combinazione farmacologica in stu<strong>di</strong>o è in<br />
grado <strong>di</strong> inibire le cellule leucemiche e <strong>di</strong> mieloma multiplo con effetto sinergico in vitro. In vivo la combinazione ha<br />
mostrato la capacità <strong>di</strong> fare regre<strong>di</strong>re le masse tumorali <strong>di</strong> mieloma multiplo e l’interessamento leucemico senza effetti<br />
tossici severi, nè sui normali progenitori ematopoietici nè sugli altri tessuti normali. Questi risultati pre-clinici<br />
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