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gno idrico israeliano. Ma il controllo delle risorse idriche palestinesi non è stato<br />

garantito soltanto attraverso l’occupazione militare. A partire dal 1967, assumendo<br />

la gestione diretta degli acquiferi superficiali e sotterranei della regione,<br />

Israele ha avviato una politica di restrizione dei consumi a danno della<br />

popolazione palestinese anche, e soprattutto, attraverso una serie di interventi<br />

legislativi e amministrativi. Formalmente, il controllo idrico israeliano sui Territori<br />

occupati si è esercitato fino agli accordi di Taba del 1995, che in parte<br />

hanno attribuito all’Autorità nazionale palestinese la gestione idrica di Gaza e<br />

di una porzione ridotta della Cisgiordania, ma che sostanzialmente non hanno<br />

intaccato il sistema di restrizioni a vantaggio della parte israeliana.<br />

In pratica, dal 1967 in poi, tutto l’approvvigionamento e la gestione idrica<br />

dei Territori occupati sono passati sotto il controllo dell’amministrazione militare<br />

israeliana e gli enti palestinesi preposti alla gestione delle acque a livello<br />

locale, prima e dopo Oslo, sono stati esautorati delle loro funzioni e costretti<br />

ad agire sotto le direttive della potenza occupante. Il censimento dei pozzi,<br />

l’imposizione delle quote di prelievo e delle tariffe e la reticenza nel concedere<br />

ai palestinesi di licenze di perforazione hanno consentito a Israele di instaurare<br />

una prassi discriminatoria molto articolata che ha consentito non solo di<br />

stabilire e mantenere gli insediamenti coloniali nei Territori occupati ma anche<br />

di controllare le risorse delle falde idriche sotterranee condivise con i palestinesi<br />

a beneficio del territorio e della popolazione israeliana.<br />

Questo modello di gestione delle risorse idriche ha creato le premesse per<br />

una situazione di desviluppo e pauperizzazione che ha posto l’economia palestinese<br />

in una posizione di dipendenza totale da quella israeliana. 12 Lo strumento<br />

principale della politica idrica israeliana nei Territori occupati è rappresentato<br />

dalla limitazione dello scavo dei pozzi garantito dal sistema di licenze<br />

di trivellazione e dalla fissazione delle quote massime per i prelievi. Ma<br />

altre forme meno dirette, anche se ugualmente efficaci, sono state esercitate<br />

attraverso una totale mancanza di investimenti per lo sviluppo e il mantenimento<br />

dei sistemi idrici, la creazione delle infrastrutture e l’estensione dei sistemi<br />

fognari, che sono parte integrante del sistema idrico. Questa combinazione<br />

di riduzione dell’accesso alle risorse e di bassi investimenti ha determi-<br />

Tabella 2. Risorse idriche in Palestina e Israele (Mm 3 /a), 2001<br />

174<br />

Controllo idrico palestinese Controllo idrico israeliano<br />

Risorse Deflusso/ Utilizzo Volumi % % Volumi % %<br />

Ricarica sull’utilizzo sulla sull’utilizzo sulla<br />

totale ricarica totale ricarica<br />

Sotterranee 1454 1503 251 17 17 1252 83 86<br />

Fiume Giordano 965 870 0 0 0 870 100 90<br />

Ruscellamento 215 197 20 10 0 177 90 82<br />

Totale 2634 2570 271 11 10 2299 89 87<br />

Elaborata su dati Pna-Pwa, 2001<br />

12 S. Roy, The Gaza Strip, The Political Economy of De-Development, Institute for Palestine Studies,<br />

Washington 1995.

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