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al carattere ebraico e sionista dello stato. In varie occasioni – fino alla Basic<br />

Law del 1985 – la Corte suprema israeliana si è pronunciata sul carattere ebraico<br />

dello stato, innalzandolo a fondamentale valore costituzionale attraverso<br />

sentenze successive, anche se non sempre perfettamente coerenti fra loro.<br />

L’emendamento del 1985 alla Basic Law The Knesset ha riassunto questo percorso<br />

giurisprudenziale, escludendo dalla competizione elettorale quelle liste<br />

che neghino “l’esistenza dello stato di Israele come stato del popolo ebraico”<br />

in linea di principio, dunque, indipendentemente dai mezzi utilizzati per cercare<br />

di modificare questo stato di cose. 10<br />

Gli elementi che abbiamo elencato finora si fondano, almeno in parte, su<br />

una formale separazione tra ebrei e non ebrei ovvero, detto in parole semplici,<br />

sulla presenza di una fonte legale discriminatoria fin dall’origine. In altri campi<br />

istituzionali, tuttavia, vari elementi orientano il quadro complessivo in senso<br />

etnico, pur in assenza di una base formale in questo senso. Una situazione<br />

di questo genere è rappresentata dalla gestione della terra, in particolare dal<br />

concetto di state land. In questo caso, a risultare decisive sono, più che discriminazioni<br />

ab initio – che però esistono per quanto riguarda la state land posseduta<br />

dal Jnf – le politiche volte a produrre una situazione di penalizzazione<br />

per i non ebrei.<br />

Un discorso analogo potrebbe essere sviluppato a proposito del ruolo delle<br />

forze armate israeliane. Sara Helman, che riprende il concetto di cittadinanza<br />

“repubblicana” di Peled, scrive: “Guerra e gestione dei conflitti sono stati elementi<br />

costitutivi della cittadinanza in Israele, così come delle sue pratiche e istituzioni<br />

[...] l’esercito in particolare ha rappresentato la maggiore arena di<br />

integrazione politica, culturale e sociale, e il “marchio” della piena ed effettiva<br />

membership nella società”. 11 L’Israeli Defence Force (Idf) non rappresenta, in<br />

senso proprio, un organismo sionista. Nessuna legge di tipo etnico-particolaristico<br />

ne definisce lo status e la composizione. Tuttavia, una serie di (stabili)<br />

politiche informali, attuate dal ministero della Difesa, hanno “scomposto” etnicamente<br />

l’accesso alle forze armate, e in particolare al servizio militare, con<br />

una serie di importanti conseguenze. La leva è obbligatoria per drusi, circassi<br />

ed ebrei. Fra gli arabi, i beduini e i cristiani possono servire nelle forze armate<br />

come volontari. Tutti gli altri – ossia la stragrande maggioranza della popolazione<br />

non ebraica – sono considerati non arruolabili. In Israele, l’adempimento<br />

della leva, oltre a essere un importante canale di integrazione, è anche la<br />

condizione per l’accesso a formazione, posti di lavoro qualificati e a vari tipi di<br />

sussidi statali, benefit e così via. 12<br />

Simile è il ruolo svolto dai partiti sionisti, che dagli anni sessanta cominciarono<br />

ad accettare iscritti arabi. Tuttavia, come nota Ezra Kapelowitz: “I due<br />

10 Ivi, pp. 22-31; si veda R. Kook, Citizenship and Its Discontents. Palestinians in Israel, in N. Butenschøn,<br />

U. Davis, M. Hassasian, Citizenship and the State in the Middle East, cit., pp. 281-283.<br />

11 S. Helman, Rights and Duties, Citizens and Soldiers. Conscientious Objection and the Redefinition of<br />

Citizenship in Israel, in N. Butenschøn, U. Davis, M. Hassasian, Citizenship and the State in the Middle East,<br />

cit., p. 320.<br />

12 Agli ebrei ortodossi la legge garantisce, tuttavia, uno status equivalente a quello degli ex soldati, anche<br />

se molti di essi, per ragioni religiose, non servono nelle forze armate. D. Kretzmer, The Legal Status of<br />

the Arabs in Israel, cit., pp. 98-106; I. Lustick, Arabs in the Jewish State. Israel’s Control of a National Minority,<br />

University of Texas Press, Austin 1980, p. 93.<br />

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