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l’emigrazione – l’intensità percepita del conflitto rappresenta un fattore di riduzione<br />
dell’emigrazione, dato che aumenta la coesione sociale. 34 Le forze armate<br />
e il servizio militare universale rappresentano le maggiori manifestazioni<br />
istituzionali dell’orientamento alla sicurezza. 35 Gli individui servono nelle forze<br />
armate, più che in quanto tali come membri di una famiglia nucleare – sebbene<br />
allargata – o di un gruppo sociale primario; quando un suo membro presta<br />
servizio, l’intera famiglia è “reclutata”. Lo specifico contenuto dell’istituzione<br />
militare varia da reparto a reparto o da una generazione all’altra: le generazioni<br />
del Palmah, della Guerra dei sei giorni, della Guerra dello Yom Kippur<br />
e, più recentemente, le generazioni dell’Intifada. Ciascuno di questi gruppi<br />
acquisisce una propria esperienza e sviluppa linguaggi e punti di vista propri,<br />
rispetto al ruolo sia di “combattenti” – di per sé un attributo culturale –<br />
sia di membri di gruppi primari all’interno dei quali solo alcuni hanno effettivamente<br />
partecipato a un conflitto, o anche attraverso i media e la cultura popolare.<br />
36<br />
Un altro precipitato dell’orientamento alla sicurezza è la crescita di un establishment<br />
(economico e burocratico) della difesa, ovvero di un complesso militare-industriale<br />
israeliano, che ha portato a realizzare economie di scala capaci<br />
di promuovere una ristrutturazione dell’intera economia. 37 Si tratta di un<br />
immenso complesso istituzionale che comprende industrie (pubbliche e private)<br />
del settore bellico, centri di ricerca dedicati più o meno completamente a<br />
scopi militari, le élite delle forze armate e i circoli politici gravitanti attorno al<br />
ministero della Difesa e alll’ufficio del primo ministro, che detiene la responsabilità<br />
per molte agenzie di intelligence non controllate dai militari. Nel decennio<br />
passato, tuttavia – e parzialmente per i cambiamenti avvenuti nell’arena<br />
globale e la contrazione del mercato mondiale per i prodotti bellici israeliani<br />
– le dimensioni del complesso militare-industriale e l’infrastruttura economica<br />
legata al “settore della sicurezza” si sono ridotte drasticamente. Le spese<br />
dirette nel settore militare, che assorbivano circa il 40 per cento del budget<br />
statale a metà anni ottanta, erano scese al 32 per cento alla fine del decennio, e<br />
al 16-20 per cento durante gli anni novanta, una percentuale che, in ogni caso,<br />
resta ancora fra le più alte al mondo.<br />
34 Y. Cohen, War and Social Integration. The Effects of the Arab-Israeli Conflict on Jewish Emigration<br />
from Israel, in “American Sociological Review”, 43, dicembre 1988.<br />
35 Fin dalla nascita dello stato il servizio militare è stato obbligatorio. Oggi è di tre anni per gli uomini<br />
e due per le donne. Tuttavia il ministero della Difesa mantiene l’autorità di esentare chiunque dalla leva. A<br />
partire da questa clausola, le donne religiose osservanti, gli studenti delle Yeshiva e tutti gli arabi – con l’eccezione<br />
di drusi e circassi – sono state esentati. Gli arabi cristiani e i beduini possono prestare servizio come<br />
volontari. Molti giovani drusi vedono il servizio militare come un’occasione di carriera e un canale per la<br />
mobilità sociale. La questione del servizio militare è stato stata più volte oggetto di contesa fra autorità militari,<br />
forze politiche e gruppi di interesse; si veda B. Kimmerling, Determination of the Boundaries and Framework<br />
of Coscription, in “Studies in Comparative International Development”, 14, 1979.<br />
36 E. Lomsky-Feder, Youth in the Shadow of War, War in the Light of Youth; in W. Meeus, Adolescente,<br />
Career, and Culture, Walter de Gruyter, Berlin 1992; A. Lieblich, Transition to Adulthood during Military<br />
Service, State University of New York Press, Albany 1989.<br />
37 Per esempio, A. Mintz, The Military-Industrial Complex . The Israeli Case, in “Journal of Strategic<br />
Studies”, 6, 3, 1983; Id., Military-Industrial Linkages in Israel, in “Armed Forces and Society”, 12, 1, 1985;<br />
A. Mintz, M.D. Ward, Political Economy of Military Spending in Israel, in “American Political Science Review”,<br />
82, 1989; S. Bichler, Political Economy of Military Spending in Israel, Ph.D. thesis, Hebrew University,<br />
Jerusalem 1991.<br />
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