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L'arte di amare-Erich Fromm.pdf

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nell'atto d'amore, devo conoscere psicologicamente la persona amata e me<br />

stesso, obiettivamente, devo vederla qual è in realtà, abbandonare le illusioni,<br />

il quadro contorto che ho <strong>di</strong> lei. Solo conoscendo obiettivamente un essere<br />

umano, sono in grado <strong>di</strong> penetrarne l'essenza più profonda nell'atto d'amore.<br />

(Questa <strong>di</strong>chiarazione ha un significato molto importante nel ruolo della<br />

psicologia nella civiltà occidentale moderna. Mentre la grande popolarità<br />

della psicologia in<strong>di</strong>ca un interesse nella conoscenza dell'uomo, tra<strong>di</strong>sce<br />

anche la fondamentale assenza <strong>di</strong> amore nelle relazioni umane o<strong>di</strong>erne. La<br />

conoscenza psicologica <strong>di</strong>venta così un surrogato della conoscenza completa<br />

nell'atto d'amore, anziché essere un passo verso <strong>di</strong> essa).<br />

Il problema <strong>di</strong> conoscere l'uomo va <strong>di</strong> pari passo con quello <strong>di</strong> conoscere<br />

Dio. Nella teologia convenzionale occidentale vi è un tentativo <strong>di</strong> conoscere<br />

Dio col pensiero, <strong>di</strong> far <strong>di</strong>chiarazioni su Dio. Nel misticismo, che è la<br />

conseguenza del monoteismo (come in seguito cercherò <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrare) il<br />

tentativo <strong>di</strong> conoscere Dio col pensiero è abbandonato e sostituito<br />

dall'esperienza <strong>di</strong> unione con Dio, nella quale non c'è posto - né bisogno - <strong>di</strong><br />

sapere <strong>di</strong> Dio.<br />

L'esperienza d'unione con l'uomo, o, in senso religioso, con Dio, non è<br />

certo irrazionale. Al contrario è, come Albert Schweitzer ha sottolineato, la<br />

conseguenza del razionalismo, la sua conseguenza più ar<strong>di</strong>ta e ra<strong>di</strong>cale. È<br />

basata sulla consapevolezza dei limiti fondamentali, e non accidentali, del<br />

nostro sapere. È la consapevolezza che non riusciremo mai ad "afferrare" il<br />

segreto dell'uomo e dell'universo, ma che possiamo tuttavia conoscerlo<br />

nell'atto d'amore. La psicologia come scienza ha i suoi limiti, e come la<br />

conseguenza logica della teologia è il misticismo, così la <strong>di</strong>retta conseguenza<br />

della psicologia è l'amore. Premura, responsabilità e comprensione so<br />

strettamente legate tra loro. Sono un complesso <strong>di</strong> virtù che fanno parte <strong>di</strong><br />

una personalità matura, <strong>di</strong> una persona che sviluppa proficuamente in suoi<br />

poteri, che sa quello che vuole, che ha abbandonato sogni narcisistici <strong>di</strong><br />

onniscienza e onnipotenza, che ha acquisito l'umiltà fondata sulla forza<br />

intima che solo l'attività produttiva può dare.<br />

Fin qui ho parlato dell'amore come conseguenza della solitu<strong>di</strong>ne umana,<br />

come realizzazione del desiderio d'unione. Ma sopra l'universale, esistenziale<br />

bisogno d'unione, si leva un bisogno più imme<strong>di</strong>ato, più biologico: il<br />

desiderio d'unione tra il polo maschile e quello femminile. Il concetto <strong>di</strong><br />

questa polarizzazione è espresso in modo efficace nel mito che in origine<br />

l'uomo e la donna erano un unico essere, che furono tagliati a metà, e da<br />

allora ogni maschio è alla ricerca della parte femminile <strong>di</strong> se stesso, in modo<br />

da potersi riunire con essa. (La stessa idea dell'unità originaria dei sessi è<br />

contenuta anche nella storia biblica <strong>di</strong> Eva generata dalla costola <strong>di</strong> Adamo,<br />

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