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giustizia, verità e amore. Dio è verità, è giustizia. In questo sta<strong>di</strong>o Dio cessa<br />
<strong>di</strong> essere una persona, un uomo, un padre; <strong>di</strong>venta il simbolo del principio<br />
dell'unità, <strong>di</strong>etro la molteplicità dei fenomeni, della visione del fiore che<br />
crescerà dal seme spirituale nell'uomo. Dio non può avere un nome. Un<br />
nome denota sempre una cosa, o una persona, qualcosa <strong>di</strong> limitato. Come<br />
può Dio avere un nome, se non è una cosa?<br />
Il fatto più significativo <strong>di</strong> questa trasformazione sta nella storia biblica<br />
della rivelazione <strong>di</strong> Dio a Mosè. Quando Mosè gli <strong>di</strong>ce che gli ebrei non<br />
credono che sia stato Dio a mandarlo a meno che non possa <strong>di</strong>re il nome <strong>di</strong><br />
Dio (come possono gli adoratori <strong>di</strong> idoli comprendere un Dio senza nome?),<br />
Dio fa una concessione. Dice a Mosè che il suo nome è "Io <strong>di</strong>vento ciò che<br />
<strong>di</strong>vento". "lo <strong>di</strong>vento è il mio nome. " Questo "Io <strong>di</strong>vento" significa che Dio è<br />
infinito, non è una persona, non è un "essere". La più adeguata versione <strong>di</strong><br />
questa frase sarebbe: "<strong>di</strong>' loro che "il mio nome è senza nome"". La<br />
proibizione <strong>di</strong> costruirsi un'immagine <strong>di</strong> Dio, <strong>di</strong> pronunciare il suo nome<br />
invano, e perfino <strong>di</strong> pronunciarlo del tutto, conduce allo stesso fine, quello dì<br />
liberare l'uomo dall'idea che Dio è un padre, una persona. Nel successivo<br />
sviluppo teologico l'idea è portata oltre; fino al principio che non si deve dare<br />
a Dio nessun attributo positivo. Dire che Dio è saggio, forte, buono, implica<br />
ancora che Dio sia una persona; il massimo che si possa fare e <strong>di</strong>re ciò che<br />
Dio non è, <strong>di</strong>chiarare attributi negativi, <strong>di</strong>re che non è limitato, che non è<br />
cattivo né ingiusto. Più so ciò che Dio non è, maggiore è la conoscenza che ho<br />
<strong>di</strong> Dio. 16 Seguire l'idea matura del monoteismo nelle sue ulteriori<br />
conseguenze può solo portare a una conclusione: non nominare affatto il<br />
nome <strong>di</strong> Dio, non parlare <strong>di</strong> Dio. Allora Dio <strong>di</strong>viene ciò che è potenzialmente<br />
nella teologia monoteistica, l'Uno senza nome, un'essenza inesprimibile, che<br />
si riferisce all'unità che domina l'universo, il terreno <strong>di</strong> tutta l'esistenza; Dio<br />
<strong>di</strong>venta verità, amore, giustizia. Dio sono io, inquantoché sono umano.<br />
È evidente che questa evoluzione dall'antropomorfico al principio<br />
puramente monoteistico costituisce tutta la <strong>di</strong>fferenza della natura nell'amore<br />
per Dio. Il Dio <strong>di</strong> Abramo può essere amato, o temuto come un padre,<br />
essendo la sua ira e la sua intransigenza l'aspetto dominante. Poiché Dio è il<br />
padre, io sono il figlio. Non sono emerso completamente dall'originario<br />
desiderio <strong>di</strong> onniscienza e onnipotenza, Non ho ancora acquisito l'obiettività<br />
<strong>di</strong> accorgermi dei miei limiti <strong>di</strong> essere umano, della mia ignoranza, della mia<br />
debolezza. Pretendo ancora, come un bambino, che ci sia un padre che mi<br />
perdoni, che mi custo<strong>di</strong>sca, che mi punisca, un padre che mi lo<strong>di</strong> quando<br />
sono obbe<strong>di</strong>ente, che si compiaccia dei miei meriti e si a<strong>di</strong>ri per la mia<br />
<strong>di</strong>sobbe<strong>di</strong>enza. Ovviamente, la maggior parte della gente non ha superato<br />
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