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nella religione ebraico-cristiana, e in linguaggio secolare ha trovato la sua<br />
espressione più alta nelle idee umanistiche e sociali degli ultimi<br />
centocinquant'anni. Come la fede nel bambino, essa è basata sul concetto che<br />
le potenzialità dell'uomo sono tali che, in con<strong>di</strong>zioni adatte, egli sarà in grado<br />
<strong>di</strong> costruire un or<strong>di</strong>ne sociale governato dai principi dell'eguaglianza, della<br />
giustizia e dell'amore. L’uomo non ha ancora conquistato tale or<strong>di</strong>ne e perciò<br />
la convinzione che riuscirà a farlo richiede fede. Come ogni fede razionale<br />
anche questa non è una vaga speranza, bensì fondata sull'evidenza delle<br />
passate conquiste della razza umana, e sull'intima esperienza <strong>di</strong> ogni<br />
in<strong>di</strong>viduo, sulla propria esperienza <strong>di</strong> ragione e d'amore.<br />
Mentre la fede irrazionale si fonda sulla sotto missione a un potere forte,<br />
irresistibile e onnisciente, e nell'ab<strong>di</strong>cazione del proprio potere e della<br />
propria forza, la fede razionale si fonda su principi opposti. Abbiamo fede in<br />
un'idea perché è il risultato del nostro spirito <strong>di</strong> osservazione e del nostro<br />
pensiero. Abbiamo fede nella potenzialità degli altri, in noi stessi e nella<br />
specie umana perché abbiamo sperimentato lo sviluppo della nostra<br />
potenzialità, la forza dei nostro potere <strong>di</strong> ragione e d'amore. La base per la<br />
fede razionale è la produttività; vivere secondo questa fede significa vivere<br />
produttivamente. Ne deriva che credere nel potere (in senso <strong>di</strong> dominio) e<br />
nell'uso del potere è il contrario della fede. Credere nei poteri che esistono<br />
significa non credere nelle potenzialità che non sono state ancora realizzate. É<br />
una visione del futuro basata esclusivamente sul presente; ma non può essere<br />
che una visione errata delle potenzialità e dello sviluppo umano. Non c'è<br />
fede razionale, nel potere. C'è sottomissione in chi lo subisce e desiderio <strong>di</strong><br />
conservarlo in coloro che lo detengono. Mentre a molti il potere sembra<br />
essere la più reale delle cose, la storia dell'uomo ha provato essere questa una<br />
delle più instabili conquiste umane. A causa del fatto che fede e potere sono<br />
reciprocamente esclusivi, tutti i sistemi politici e religiosi che si fondano sulla<br />
fede razionale si corrompono e fatalmente perdono la forza che hanno, se si<br />
basano sul potere o si allineano con esso.<br />
Aver fede richiede coraggio, capacità <strong>di</strong> correre un rischio e <strong>di</strong> accettare<br />
perfino il dolore e la delusione. Chiunque insista sulla sicurezza e sulla forza<br />
come mezzi principali non può aver fede; chiunque si rinchiuda in un<br />
sistema <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa, in cui <strong>di</strong>stacco e possesso siano i suoi mezzi <strong>di</strong> sicurezza, si<br />
rende prigioniero. Amare ed essere amati significa aver coraggio <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>care<br />
certi valori e <strong>di</strong> aver fede in essi.<br />
Questo coraggio è <strong>di</strong>verso da quello <strong>di</strong> cui il famoso millantatore<br />
Mussolini parlò usando lo slogan "vivere pericolosamente ". Il suo tipo <strong>di</strong><br />
coraggio è il coraggio del nichilismo. È basato su un atteggiamento<br />
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