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la battaglia di trafalgar - Marina Militare

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OSSERVATORIO<br />

L’INTANGIBILE<br />

VALORI ED EMOZIONI<br />

Premessa<br />

Capitano <strong>di</strong> Corvetta<br />

Francesco CACACE<br />

Avvicinandomi a quest’argomento mi<br />

sono interrogato molto sul taglio da<br />

dare al<strong>la</strong> tesi. Avendo però scartato,<br />

a priori, le ipotesi “perbeniste”, ho<br />

ritenuto preferibile dover sviluppare<br />

quest’e<strong>la</strong>borato con un approccio<br />

assertivo e propositivo, valutando<br />

un’inaccettabile insolenza intellettuale<br />

fornire un <strong>la</strong>voro ridondante <strong>di</strong> concetti<br />

stereotipati e demagogici.<br />

Il travaglio storico dei valori<br />

militari<br />

Dopo <strong>la</strong> prima guerra mon<strong>di</strong>ale,<br />

il crollo degli ideali fu il terreno <strong>di</strong><br />

coltura per l’emergenza dei totalitarismi<br />

nazionalistici, visti illusoriamente<br />

come antidoto efficace al<strong>la</strong> scomparsa<br />

del vecchio or<strong>di</strong>ne. Nello “Stato etico”<br />

creato dai vari fascismi europei, i militari<br />

trovarono ovviamente una collocazione<br />

centrale che comportava,<br />

in quanto tale, ampia gratificazione<br />

anche morale. Ciò <strong>di</strong>ede vita ad una<br />

fioritura <strong>di</strong> retorica patriottica e moralistica<br />

che, d’altro canto, non s’in<strong>di</strong>rizzava<br />

solo al mondo militare, ma<br />

tendeva a mettere in <strong>di</strong>visa l’intera<br />

società. Successivamente, <strong>la</strong> fine del<strong>la</strong><br />

seconda guerra mon<strong>di</strong>ale, sotto il<br />

profilo dell’etica militare, fu un’esperienza<br />

traumatizzante sopratutto per<br />

gli sconfitti, <strong>la</strong> maggior parte dei quali<br />

(è innegabile) visse sul<strong>la</strong> propria pelle<br />

il crollo <strong>di</strong> un mondo che credevano<br />

ideale e su cui si erano poggiati. Ma,<br />

a parte le reazioni psicologiche dei reduci,<br />

sta <strong>di</strong> fatto che nei Paesi sconfitti<br />

si è finito per accantonare il ricorso a<br />

richiami etici in opposizione agli abusi<br />

precedenti. Tipica può considerarsi<br />

<strong>la</strong> situazione italiana, dove nel dopoguerra<br />

<strong>la</strong> letteratura sull’etica militare<br />

è in pratica scomparsa. Un caso sintomatico<br />

è quello dell’opera <strong>di</strong> Luigi<br />

Russo, apparsa per <strong>la</strong> prima volta nel<br />

1916 col titolo <strong>di</strong> Vita e morale militare<br />

– Laterza e<strong>di</strong>tore – rie<strong>di</strong>ta nel 1946<br />

col titolo <strong>di</strong> Vita e <strong>di</strong>sciplina militare.<br />

E’ evidente quin<strong>di</strong> <strong>la</strong> volontà <strong>di</strong> abbandonare<br />

un termine impegnativo come<br />

“morale” desiderando liberare il <strong>di</strong>scorso<br />

dalle ipoteche <strong>di</strong> una compromettente<br />

ideologizzazione. Il concetto<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>sciplina, infatti, non impegna<br />

in problematiche ideologiche ma appare<br />

render conto <strong>di</strong> regole più vicine<br />

al<strong>la</strong> deontologia professionale che ad<br />

una più alta prospettiva etica.<br />

In definitiva, per terminare questa<br />

breve introduzione storica, si può affermare<br />

che in occidente si era creata<br />

27<br />

una situazione paradossale, per cui da<br />

una parte – quel<strong>la</strong> dei vinti – si temeva<br />

perfino il ricorso ad una terminologia<br />

etica ritenuta compromettente; dall’altra<br />

– quel<strong>la</strong> dei vincitori – si riteneva<br />

del tutto superfluo una promblematizzazione<br />

<strong>di</strong> questo tipo.<br />

L’autenticità come<br />

presupposto in<strong>di</strong>spensabile<br />

Il giorno 3 febbraio 2005 si è<br />

schiantato sulle montagne afghane<br />

un aereo delle linee Kam Air. In questa<br />

drammatica circostanza sono perite<br />

104 persone tra le quali il Sig.<br />

Bruno Vianini. Quest’uomo era un<br />

ufficiale superiore delle Forze Armate<br />

che ha indossato l’uniforme del<strong>la</strong><br />

<strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong> per oltre ventidue<br />

anni. Nel<strong>la</strong> sua carriera è <strong>di</strong>ventato un<br />

berretto verde, è stato imbarcato su<br />

<strong>di</strong>verse navi ed ha prestato servizio<br />

in svariati teatri operativi all’estero,<br />

in situazioni d’indubbia pericolosità.<br />

Pensando a questo collega che non<br />

ho mai conosciuto, incontrol<strong>la</strong>bilmente<br />

sono passate nel<strong>la</strong> mia mente una<br />

serie d’immagini. Come se fosse un<br />

film senz’au<strong>di</strong>o, ho visto i suoi giorni<br />

passati in mare, i momenti personali<br />

che ha dovuto vivere lontano dal<strong>la</strong> sua<br />

famiglia, il sudore, <strong>la</strong> sofferenza e <strong>la</strong><br />

tenacia per conseguire il durissimo<br />

brevetto da incursore. Nessuno però

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