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la battaglia di trafalgar - Marina Militare

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OSSERVATORIO<br />

IL MEDITERRANEO<br />

Prof. Franco CARDINI<br />

Perché noi ci confrontiamo con l’Oriente,<br />

ad<strong>di</strong>rittura con gli Orienti, sarebbe necessario<br />

sapere che cosa siamo noi, ammesso<br />

e non lo so poi quanto concesso, che<br />

noi siamo, ci sentiamo, eccetera, e in che<br />

maniera e fino a che punto ci sentiamo parte<br />

dell’Occidente. Quin<strong>di</strong>, in altri termini, io<br />

invi<strong>di</strong>o molto tutta una serie <strong>di</strong> personaggi<br />

illustri, che vanno dal Prof. Huntington al<br />

Prof. Senatore Presidente Pera, i quali sanno<br />

perfettamente che cos’è l’Occidente.<br />

Il professor Huntington, ad<strong>di</strong>rittura, lo<br />

spiega nel suo notissimo libro, il primo libro,<br />

quello sullo scontro delle civiltà. Poi<br />

ha scritto, come sapete, molte altre cose,<br />

poi ne ha scritto un altro che è pu<strong>di</strong>camente<br />

uscito in Italia con un titolo edulcorato, “La<br />

nuova America”, mentre invece nell’originale<br />

inglese è molto più esplicito, “Chi siamo<br />

noi?”. E “chi siamo noi” finalmente ce<br />

lo spiega. Perlomeno chi è lui e quelli che<br />

<strong>la</strong> pensano e che sentono come lui. Egli è<br />

un americano che si sente wasp, per quanto<br />

personalmente non sia troppo wasp, perché<br />

wasp come sapete significa white anglosaxon<br />

protestant. Perlomeno il professor<br />

Huntington protestante non è, ma si ra<strong>di</strong>ca<br />

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in questa sua identità forte, e si potrebbe<br />

<strong>di</strong>re che quin<strong>di</strong> tende a ridurre l’identità occidentale<br />

ad una identità <strong>di</strong> questo genere.<br />

Presenta ai suoi lettori il pericolo per questi<br />

Stati Uniti, che hanno una ra<strong>di</strong>ce forte<br />

<strong>di</strong> tipo wasp: il pericolo che oggi corrono<br />

non è più quello delll’Is<strong>la</strong>m, ma è soprattutto<br />

e piuttosto quello dell’essere ispanizzati,<br />

questo pericolo piccolo e nero che viene dal<br />

Messico, che viene dai Caraibi (nero nel<br />

senso <strong>di</strong> scuro <strong>di</strong> capelli e <strong>di</strong> carnagione), e<br />

che sta avanzando.<br />

Naturalmente questa è una visione evidentemente<br />

molto riduttiva dell’Occidente.<br />

Del resto, non credo che questo secondo<br />

libro del Prof. Huntington fosse, almeno<br />

nelle intenzioni, troppo destinato al consumo<br />

esterno, tanto è vero che non è stato<br />

nemmeno un granché recensito e non se ne è<br />

un granché par<strong>la</strong>to nell’Occidente europeo,<br />

e non solo, credo, perché è uscito <strong>di</strong> recente<br />

ma anche per altri motivi.<br />

D’altra parte, però, tutto questo, incrociando<br />

per esempio quello che <strong>di</strong>ce Huntington<br />

a proposito <strong>di</strong> una fortezza statunitense,<br />

che sarebbe minacciata da forze<br />

che in fondo sono in un certo senso a loro<br />

volta occidentali, entro certi limiti, mi ha<br />

portato recentemente a confrontare il parere<br />

<strong>di</strong> Huntington con il parere invece <strong>di</strong><br />

un personaggio molto <strong>di</strong>verso da lui, sotto<br />

infiniti aspetti: <strong>di</strong> Allen Mank, il quale in<br />

un suo libro-intervista de<strong>di</strong>cato ai rapporti<br />

Europa-Stati Uniti, osserva come l’Occidente<br />

statunitense si vada progressivamente<br />

“asianizzando”, per così <strong>di</strong>re, soprattutto<br />

“in<strong>di</strong>zzando” e “sinizzando” dal punto <strong>di</strong> vista<br />

proprio <strong>di</strong> un certo tipo, se non <strong>di</strong> c<strong>la</strong>sse<br />

<strong>di</strong>rigente, perlomeno <strong>di</strong> executive c<strong>la</strong>ss (per<br />

esempio, i tecnici provenienti dal<strong>la</strong> Bangalore<br />

Valley, eccetera), e quin<strong>di</strong> come questo<br />

Occidente statunitense per eccellenza, si<br />

vada profondamente mo<strong>di</strong>ficando, stia abbandonando<br />

<strong>la</strong> sua sostanza europea e le sue<br />

ra<strong>di</strong>ci europee, e stia sempre più guardando<br />

invece all’Oriente. Che poi è un Oriente che<br />

geograficamente gli sta ad occidente, perché<br />

evidentemente le mappe che circo<strong>la</strong>no<br />

per <strong>la</strong> California, che mostrano un mappamondo<br />

che ha il suo centro nel Pacifico, e<br />

dove quin<strong>di</strong> il continente americano è ad<br />

oriente e l’Asia è ad occidente, possono essere<br />

anche sconvolgenti per noi europei, ma<br />

rappresentano qualcosa <strong>di</strong> molto interessante<br />

anche dal punto <strong>di</strong> vista antropologico.<br />

C’è un aneddoto che circo<strong>la</strong> nei libri <strong>di</strong><br />

storia, io l’ho letto più volte ma non sono<br />

mai riuscito a control<strong>la</strong>re <strong>la</strong> veri<strong>di</strong>cità dell’episo<strong>di</strong>o,<br />

del resto è un episo<strong>di</strong>o legato a<br />

colloqui vo<strong>la</strong>nti che venivano raccolti da<br />

giornalisti e poi metabolizzati più volte; ho<br />

creduto a lungo che il vettore <strong>di</strong> questo epi-

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