la battaglia di trafalgar - Marina Militare
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OSSERVATORIO<br />
sforzi congiunti che consentano<br />
<strong>di</strong> ridurre il carico finanziario <strong>di</strong><br />
programmi dai costi esorbitanti.<br />
L’effetto <strong>di</strong> questo fenomeno sono<br />
il proliferare ed il consolidamento<br />
<strong>di</strong> sempre maggiori vincoli che accrescono<br />
<strong>la</strong> mutua <strong>di</strong>pendenza fra<br />
stati. Quanto appena detto non fa<br />
che confermare e rafforzare <strong>la</strong> volontà<br />
<strong>di</strong> non incrinare il delicato<br />
equilibrio in atto a scapito <strong>di</strong> uno<br />
scontro violento che non gioverebbe<br />
a nessuno.<br />
Le alternative possibili<br />
La conclusione è che oggi i governi<br />
mon<strong>di</strong>ali si trovano in una<br />
situazione <strong>di</strong> stallo per uscire dal<strong>la</strong><br />
quale intravedo due opzioni contrapposte:<br />
- <strong>la</strong> folle iniziativa <strong>di</strong> una delle<br />
potenze in gioco, in preda al demone<br />
<strong>di</strong> Nietzche, per procedere,<br />
in contropiede sugli altri, al<br />
<strong>di</strong>spiegamento <strong>di</strong> armi spaziali,<br />
generando una sicura esca<strong>la</strong>tion<br />
sul modello del confronto bipo<strong>la</strong>re<br />
USA-URSS, ma esteso a<br />
tutto il mondo. Il <strong>di</strong>spiegamento<br />
<strong>di</strong> armi antisatellite costituirebbe<br />
infatti un grosso strappo<br />
rispetto al regime attuale e <strong>la</strong><br />
comunità internazionale po-<br />
-<br />
trebbe trovarsi <strong>di</strong> fronte ad una<br />
nuova competizione militare,<br />
con conseguenze destabilizzanti<br />
per <strong>la</strong> sicurezza globale;<br />
<strong>la</strong> unanime decisione <strong>di</strong> dare<br />
potere ad un organismo sovranazionale<br />
che, tramite un sistema<br />
giu<strong>di</strong>ziario vinco<strong>la</strong>nte (non<br />
più basato sull’arbitrato), si faccia<br />
garante del<strong>la</strong> sana col<strong>la</strong>borazione<br />
fra stati nel rispetto <strong>di</strong><br />
un sistema giuri<strong>di</strong>co preciso ed<br />
esaustivo.<br />
Ecco che, dunque, emerge evidente<br />
quel<strong>la</strong> che ritengo essere <strong>la</strong><br />
principale responsabilità dei governi<br />
mon<strong>di</strong>ali nel<strong>la</strong> corsa al “far<br />
west” del XXI secolo: l’unanime<br />
riconoscimento <strong>di</strong> un regime giuri<strong>di</strong>co<br />
internazionale (peraltro già<br />
esistente a livello embrionale con<br />
le Nazioni Unite) chiaro e vinco<strong>la</strong>nte<br />
che consenta <strong>di</strong> rego<strong>la</strong>re le<br />
attività lecite legate allo sfruttamento<br />
dello Spazio nell’ottica <strong>di</strong><br />
uno sviluppo globale. Non si tratta<br />
<strong>di</strong> utopia; non <strong>di</strong>mentichiamo che,<br />
da questo punto <strong>di</strong> vista, i risultati<br />
<strong>di</strong> oggi sembravano inarrivabili<br />
solo sessanta anni fa.<br />
Chiunque provi a riflettere sull’argomento,<br />
non troverà alternative<br />
per una matura risoluzione<br />
del problema. Forse <strong>la</strong> soluzione<br />
proposta dallo Space Command<br />
americano (SPACECOM) potrebbe<br />
rappresentare un ibrido delle due<br />
precedenti. Secondo SPACECOM,<br />
infatti, in seguito al<strong>la</strong> crescita delle<br />
loro attività commerciali e militari<br />
nello Spazio, gli Stati Uniti devono<br />
<strong>di</strong>fendere le posizioni conquistate<br />
nel cosmo da eventuali attacchi,<br />
consolidando <strong>la</strong> loro supremazia<br />
con <strong>la</strong> forza. Ovvero sviluppando<br />
una superiorità militare nello<br />
Spazio secondo le in<strong>di</strong>cazioni contenute<br />
nel documento Vision for<br />
2020 <strong>di</strong>ffuso nel 1997 dallo SPA-<br />
CECOM.<br />
Autolegittimato il dominio <strong>di</strong>retto<br />
per via militare dello Spazio<br />
vicino al<strong>la</strong> Terra, Washinghton<br />
assurgerebbe quin<strong>di</strong> al ruolo <strong>di</strong><br />
arbitro e gestore imparziale del<strong>la</strong><br />
immane risorsa. Le regioni dello<br />
Spazio verrebbero spartite fra le<br />
nazioni terrestri in base a parametri<br />
come <strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione o il PIL;<br />
<strong>la</strong> cintura geostazionaria potrebbe<br />
essere <strong>di</strong>visa in 360 slots, ciascuno<br />
dei quali assegnato ad uno stato riconosciuto<br />
dall’ONU.<br />
L’astropolitica <strong>di</strong> SPACECOM<br />
non è per niente eccentrica rispetto<br />
agli orientamenti del<strong>la</strong> amministrazione<br />
Bush che, tuttavia, non<br />
sottovaluta il problema <strong>di</strong> bi<strong>la</strong>nciare<br />
gli interessi degli Stati Uniti con<br />
quelli del resto del mondo. Perseguendo<br />
inflessibilmente i suoi <strong>di</strong>segni<br />
(seppure animata da sinceri<br />
intenti) l’America entrerebbe infatti<br />
in contrasto con chiunque, innescando<br />
<strong>la</strong> tanto temuta esca<strong>la</strong>tion.<br />
41<br />
Sempre a proposito <strong>di</strong> responsabilità<br />
delle potenze mon<strong>di</strong>ali<br />
nel<strong>la</strong> corsa allo Spazio giova, infine,<br />
considerare i seguenti due dati<br />
interessanti:<br />
- La maggior parte del materiale<br />
mandato in orbita ha scopi legati<br />
al<strong>la</strong> sicurezza (leggasi ancora<br />
una volta “armamento”) ed<br />
al<strong>la</strong> deterrenza ;<br />
- Gli sforzi delle nazioni partecipanti<br />
al<strong>la</strong> corsa spaziale producono<br />
<strong>la</strong> duplicazione <strong>di</strong> sistemi<br />
<strong>di</strong> comunicazione, osservazione,<br />
rilevamento, posizionamento,<br />
ecc., che, per tale motivo,<br />
risultano spesso ridondati.<br />
Quali enormi vantaggi deriverebbero<br />
dal<strong>la</strong> sinergia degli sforzi<br />
<strong>di</strong> più paesi nel<strong>la</strong> progettazione e<br />
messa in opera <strong>di</strong> un unico sistema<br />
(ad esempio per le telecomunicazioni)<br />
da con<strong>di</strong>videre a livello<br />
p<strong>la</strong>netario? E quale risparmio otterremmo<br />
dal ban<strong>di</strong>re effettivamente<br />
<strong>la</strong> produzione e messa in<br />
orbita <strong>di</strong> materiale per <strong>la</strong> <strong>di</strong>fesa e <strong>la</strong><br />
deterrenza? I miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> dol<strong>la</strong>ri risparmiati<br />
potrebbero essere <strong>di</strong>rottati<br />
per <strong>la</strong> risoluzione <strong>di</strong> problemi<br />
a livello globale tra i quali <strong>la</strong> lotta<br />
all’inquinamento, <strong>la</strong> produzione <strong>di</strong><br />
energie rinnovabili, <strong>la</strong> piaga del<strong>la</strong><br />
fame e del sottosviluppo.<br />
Non sono le solite frasi gonfie<br />
<strong>di</strong> retorica: viviamo in un periodo<br />
storico cruciale in cui non dobbiamo<br />
sottovalutare gli effetti p<strong>la</strong>netari<br />
<strong>di</strong> fenomeni che non conoscono<br />
frontiere e che, se innescati,<br />
potrebbero mettere in ginocchio<br />
l’intera comunità internazionale<br />
facendo <strong>di</strong>ventare <strong>la</strong> corsa allo Spazio<br />
l’ultimo dei problemi da prendere<br />
in considerazione. A riprova<br />
del<strong>la</strong> delicatezza dell’argomento,<br />
lo stesso Carlo Jean, nel suo libro<br />
Geopolitica del XXI secolo, de<strong>di</strong>ca<br />
ben cinque sezioni al<strong>la</strong> analisi delle<br />
influenze che le problematiche <strong>di</strong><br />
livello globale iniziano già a produrre<br />
sul<strong>la</strong> geopolitica mon<strong>di</strong>ale.