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la battaglia di trafalgar - Marina Militare

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OSSERVATORIO<br />

crociata <strong>di</strong> Scià Abbas restano ancora un po’<br />

da stu<strong>di</strong>are, forse, e sono ancora <strong>di</strong>sponibili,<br />

comunque, per gli stu<strong>di</strong>osi moderni.<br />

Tutto questo per <strong>di</strong>re, per arrivare, concludendo,<br />

ai giorni nostri, che <strong>la</strong> realtà delle<br />

cose è <strong>di</strong> un mondo me<strong>di</strong>terraneo estremamente<br />

vario, dove l’Is<strong>la</strong>m maghrebino ha<br />

evidentemente molti punti <strong>di</strong> contatto, ma<br />

anche molti punti <strong>di</strong> <strong>di</strong>versità rispetto all’Is<strong>la</strong>m<br />

del vicino Oriente, all’Is<strong>la</strong>m siriano,<br />

giordano, egiziano, e non parliamo <strong>di</strong> quello<br />

dell’Arabia Sau<strong>di</strong>ta o degli Emirati Arabi, e<br />

dove il mondo europeo è evidentemente un<br />

mondo che in questo momento sta scegliendo,<br />

sta cercando <strong>di</strong> scegliere, forse con non<br />

troppa chiarezza, <strong>la</strong> strada da intraprendere<br />

nei confronti del mondo me<strong>di</strong>terraneo.<br />

Non c’è dubbio che l’al<strong>la</strong>rgamento dell’Europa<br />

dai 15 ai 25 ha in qualche modo<br />

allontanato l’attenzione <strong>di</strong> questa cosa, e<br />

mi rifaccio a quello che <strong>di</strong>ceva Caracciolo,<br />

me ne rifaccio con dolore perché io sono<br />

da molti decenni un europeista convinto,<br />

ma temo che effettivamente quest’oggetto<br />

misterioso che è l’Europa, se noi astraiamo<br />

evidentemente dall’Euro<strong>la</strong>n<strong>di</strong>a, che forse<br />

esiste (o che esiste senza dubbio a livello<br />

monetario, finanziario, bancario), sia ancora<br />

al <strong>di</strong> là da venire dal punto <strong>di</strong> vista <strong>di</strong>plomatico,<br />

politico, militare, eccetera. Certo noi<br />

abbiamo in questo momento una situazione<br />

estremamente fluida nei confronti del<strong>la</strong> nostra<br />

considerazione del Me<strong>di</strong>terraneo, però<br />

stanno succedendo alcune cose, mi rifaccio<br />

per esempio alle due conferenze euro-me<strong>di</strong>terranee<br />

<strong>di</strong> Barcellona, quel<strong>la</strong> del 1995 e poi<br />

quel<strong>la</strong> forse leggermente più conclusiva, entro<br />

certi limiti, almeno in teoria, del 2002,<br />

dove si porta avanti un progetto <strong>di</strong> partenariato,<br />

perlomeno per una zona <strong>di</strong> libero<br />

scambio me<strong>di</strong>terraneo, che dovrebbe completarsi<br />

e armonizzarsi entro il 2010, e che<br />

dovrebbe interessare per il momento almeno<br />

27 Paesi che si affacciano sul Me<strong>di</strong>terraneo,<br />

quin<strong>di</strong> forse <strong>la</strong> quasi totalità, più l’Europa<br />

dei 15, al<strong>la</strong>rgata all’Europa dei 25; ma naturalmente<br />

gran parte dell’Europa dei 25 non<br />

è interessata al mondo me<strong>di</strong>terraneo.<br />

Nel contempo si fanno progetti che<br />

ormai sono abbastanza avviati, per l’organizzazione<br />

<strong>di</strong> una banca interme<strong>di</strong>terranea,<br />

si fanno progetti per incentivare gli investimenti,<br />

soprattutto nei confronti <strong>di</strong> certi Paesi<br />

del mondo me<strong>di</strong>terraneo. Certo, evidentemente,<br />

gli elementi <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio, gli elementi<br />

<strong>di</strong> debolezza sono sotto gli occhi <strong>di</strong> tutti, ne<br />

cito soltanto alcuni a caso per non farvi perdere<br />

tempo, dovrei leggere, ma non lo faccio.<br />

Il Prodotto Interno Lordo dei Paesi non<br />

europei rispetto a quelli europei aggettanti<br />

sul Me<strong>di</strong>terraneo, che arriva al 5% rispetto<br />

ai Paesi me<strong>di</strong>terranei dell’Europa; i pochi<br />

investimenti nel sud del Me<strong>di</strong>terraneo, che<br />

sono ancora oggi decisamente insufficienti;<br />

lo squilibrio fortissimo, gran parte dei Paesi<br />

del sud del Me<strong>di</strong>terraneo vive con una me<strong>di</strong>a<br />

<strong>di</strong> 2 euro al giorno per abitante; <strong>la</strong> grande<br />

massa dell’economia dei Paesi extraeuropei<br />

del Me<strong>di</strong>terraneo è quasi tutta assorbita da<br />

due soli Paesi, che sono Israele e <strong>la</strong> Turchia,<br />

e quin<strong>di</strong> evidentemente questi da soli coprono<br />

il 50% del<strong>la</strong> produzione industriale<br />

dei Paesi me<strong>di</strong>terranei. Evidentemente c’è<br />

un forte squilibrio che incide pesantemente<br />

sulle prospettive <strong>di</strong> uno sviluppo armonico<br />

del mondo me<strong>di</strong>terraneo stesso. In più c’è<br />

un fatto che non so giu<strong>di</strong>care se positivamente<br />

o negativamente, ma certo è un fatto<br />

<strong>di</strong> grande rilievo: <strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione dei Paesi<br />

del sud del Me<strong>di</strong>terraneo, praticamente<br />

oggi si tratta <strong>di</strong> una popo<strong>la</strong>zione <strong>di</strong> circa<br />

250 milioni <strong>di</strong> persone (alludo ai Paesi me<strong>di</strong>terranei<br />

che non sono inclusi nell’Unione<br />

Europea), e sono 250 milioni <strong>di</strong> persone in<br />

più caratterizzate da un forte elemento <strong>di</strong><br />

giovinezza; sono Paesi giovani, sono Paesi<br />

i cui abitanti sono a grande maggioranza<br />

sotto i 35 anni.<br />

Questi elementi naturalmente rendono<br />

evidentemente <strong>di</strong>fficile o arduo e impegnativo<br />

qualunque progetto a breve scadenza<br />

<strong>di</strong> un rapporto <strong>di</strong> integrazione. Non si tratta<br />

evidentemente <strong>di</strong> un al<strong>la</strong>rgamento dell’Unione<br />

Europea: l’al<strong>la</strong>rgamento del<strong>la</strong> UE<br />

non può pensare <strong>di</strong> non aver limiti, per un<br />

verso, per un altro nessuno ha mai pensato<br />

<strong>di</strong> al<strong>la</strong>rgare l’Unione Europea a tutti i Paesi<br />

del Me<strong>di</strong>terraneo, anche se <strong>la</strong> proposta<br />

del<strong>la</strong> Turchia (e anche una mezza proposta<br />

avanzata e poi tornata in<strong>di</strong>etro da parte <strong>di</strong><br />

Israele) ha scatenato una corsa all’interno<br />

dei Paesi, per esempio musulmani del Me<strong>di</strong>terraneo,<br />

una corsa al presentare credenziali<br />

europee, che è almeno politicamente molto<br />

interessante.<br />

Concludo con questa osservazione, sul<strong>la</strong><br />

quale per <strong>la</strong> verità io avevo un po’ incentrato<br />

<strong>la</strong> mia prospettiva <strong>di</strong> re<strong>la</strong>zione; avrei<br />

voluto principalmente par<strong>la</strong>re <strong>di</strong> questo, poi<br />

quando si par<strong>la</strong> <strong>di</strong> storia si viene sempre un<br />

po’ trascinati all’in<strong>di</strong>etro.<br />

In Algeria si va ormai profi<strong>la</strong>ndo con<br />

sempre più forza un movimento (e cito<br />

l’Algeria perché è il caso forse che io conosco<br />

meglio, ma è anche il caso in cui mi<br />

sembra che - almeno nei Paesi del Maghreb<br />

- questo movimento sia più forte, più deciso)<br />

che riguarda le Università, ma riguarda<br />

anche l’opinione pubblica, riguarda anche i<br />

giornali, <strong>la</strong> televisione, riguarda insomma<br />

<strong>la</strong> cultura <strong>di</strong>ffusa e coinvolge (badate, con<br />

non troppo apprezzabili <strong>di</strong>fferenze) sia i citta<strong>di</strong>ni<br />

algerini che possiamo chiamare filooccidentali<br />

(una espressione molto grosso-<br />

47<br />

<strong>la</strong>na), sia i citta<strong>di</strong>ni algerini, e sono molti<br />

come sapete, che hanno simpatie che noi, <strong>di</strong><br />

solito, nel nostro modo corrente <strong>di</strong> par<strong>la</strong>re,<br />

definiamo fondamentaliste (sono categorie<br />

evidentemente grosso<strong>la</strong>ne, in parte perfino<br />

superate, però possono rendere l’idea).<br />

Comunque, fra algerini dell’una o dell’altra<br />

tendenza è fortissima e comune <strong>la</strong> tendenza<br />

a sottolineare un dato, che viene detto a tutti<br />

gli europei che arrivano in Algeri: l’Algeria<br />

è il secondo Paese francofono del mondo. Si<br />

obietta, beh, il secondo sarà il Québec, e <strong>la</strong><br />

risposta dell’algerino me<strong>di</strong>o è: ma guardate<br />

che noi parliamo francese, i québécois, ormai,<br />

par<strong>la</strong>no un francese molto <strong>di</strong>verso.<br />

L’osservazione dell’Algeria, secondo<br />

Paese francofono del mondo, serve evidentemente<br />

per un verso ad aprire interessanti<br />

spiragli, oggi si <strong>di</strong>rebbe revisionistici, sul<strong>la</strong><br />

storia del<strong>la</strong> colonizzazione e sul<strong>la</strong> storia<br />

del<strong>la</strong> colonizzazione francese dell’Algeria,<br />

e del<strong>la</strong> decolonizzazione dell’Algeria, che,<br />

come sapete, è stata partico<strong>la</strong>rmente dura<br />

e spinosa, ma per altri versi prelude ad<br />

una osservazione che d’altra parte ci viene<br />

anche da altri Paesi extra-me<strong>di</strong>terranei,<br />

per esempio viene fortissima dai Paesi del<br />

cosiddetto Cono Sur dell’America Latina<br />

(quin<strong>di</strong> Argentina, ma anche Cile, e un po’<br />

meno dal Perù, che non appartiene al Cono<br />

Sur): cioè l’europeicità <strong>di</strong> queste culture, <strong>la</strong><br />

pretesa, che io credo storicamente, culturalmente<br />

fondata (lo <strong>di</strong>co perché <strong>la</strong> paro<strong>la</strong><br />

“pretesa” potrebbe sembrare pesante), <strong>di</strong>, in<br />

qualche modo, partecipare del<strong>la</strong> coscienza<br />

europea, del<strong>la</strong> cultura europea e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

aspirare ad un qualche collegamento con<br />

l’Unione Europea.<br />

Lasciamo perdere l’Argentina e il Cile,<br />

perché questa pretesa, ove fosse ascoltata,<br />

andrebbe contro uno dei documenti forse<br />

fondamentali che spiegano l’età contemporanea,<br />

cioè <strong>la</strong> <strong>di</strong>chiarazione del Presidente<br />

Monroe del 1823, con risultati fantastorici<br />

<strong>di</strong>fficili da immaginarsi oggi. Lasciamo da<br />

parte questo, ma che un Paese musulmano,<br />

con un forte elemento che noi chiamiamo<br />

fondamentalista, aspiri, dopo <strong>la</strong> Turchia<br />

(anche se a livello <strong>di</strong> opinione pubblica, che<br />

i politici per il momento non recepiscono),<br />

ad un rapporto privilegiato con l’Unione Europea,<br />

non <strong>di</strong>ciamo all’ingresso nell’Unione<br />

Europea, <strong>di</strong>ciamo a un rapporto <strong>di</strong> integrazione<br />

e <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo, questo è estremamente<br />

interessante, e credo che questo potrebbe<br />

essere un suggerimento utile, importante,<br />

per i politici <strong>di</strong> Bruxelles e <strong>di</strong> Strasburgo,<br />

nel momento in cui potessero decidere <strong>di</strong><br />

a<strong>di</strong>re sul serio ad una vera politica <strong>di</strong> unione,<br />

che fosse anche dotata <strong>di</strong> caratteri autenticamente<br />

politici, che ancora sono forse al<br />

<strong>di</strong> là da venire.

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