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UNIVERSITA' dEglI STUdI dI FOggIA - laprimapietra - Altervista

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catalessia: tendenza del pz a conservare per lunghi periodi di tempo la stessa posizione, anche<br />

scomoda. Si parla di flessibilità cerea dei muscoli quando è possibile mettere un arto o il corpo del<br />

pz in una posizione che viene mantenuta a lungo per l’ipertono muscolare.<br />

negativismo passivo: il pz tende a restare rigidamente immobile nella posizione da lui scelta<br />

opponendosi ai tentativi esterni di modificarla, come il segno del guanciale psichico quando il<br />

pz rimane con la testa sollevata dal letto come se fosse appoggiata sul cuscino.<br />

negativismo attivo: il pz fa esattamente il contrario di quello che gli viene richiesto.<br />

arresto psicomotorio: stato di inibizione e passività psicomotoria fino allo stupor in cui il pz è<br />

indifferente a quanto accade nell’ambiente, giace immobile conservando piena lucidità di<br />

coscienza e non reagisce agli stimoli dolorosi.<br />

La Diagnosi della schizofrenia è clinica, valutando sintomi e segni, informazioni ottenute da<br />

parenti e amici. Secondo il DSM-IV per la diagnosi di schizofrenia è necessario sottoporre il pz ad<br />

un periodo di osservazione di almeno 6 mesi: se durante questo periodo il pz presenta una fase<br />

attiva di almeno 1 mese con sintomi positivi, negativi e disorganizzati, si fa diagnosi di<br />

schizofrenia, associati a segni prodromici della malattia cioè ritiro sociale, allontanamento dal<br />

mondo del lavoro, scarsa cura personale presenti per almeno 6 mesi.<br />

La TC e la RMN evidenziano anomalie del lobo temporale supero-mediale associate ai sintomi<br />

positivi, anomalie corticali e ventricolari frontali associate ai sintomi negativi, inoltre è stata<br />

evidenziata un’alterazione della regolazione dopaminergica da notevole < della densità dei<br />

recettori postsinaptici D2 correlate ai sintomi positivi.<br />

La Terapia Psicofarmacologica ha il compito di controllare i sintomi ed evitare le recidive<br />

mediante la somministrazione dei farmaci antipsicotici distinti in antipsicotici classici o neurolettici e<br />

antipsicotici di nuova generazione.<br />

Gli antipsicotici classici o neurolettici sono farmaci ad azione dopamino-antagonista, come<br />

l’Aloperidolo, Flufenazina, Clorpromazina, Promazina..., che hanno affinità per i recettori<br />

dopaminici post-sinaptici D2 e D4 presenti nel sistema limbico e nella corteccia esercitando<br />

azione antipsicotica, controllando i sintomi positivi (allucinazioni, deliri), la confusione mentale<br />

e in parte i sintomi dissociativi. Poichè i recettori dopaminici D2 sono presenti anche nel<br />

neostriato, il blocco di questi recettori causa l’insorgenza di Effetti Collaterali di tipo Extrapiramidale:<br />

─ distonie acute: compaiono entro 3-4 gg dalla somministrazione dei neurolettici o dall’> della<br />

dose, con torcicollo spastico, crisi oculogire, blefarospasmo, distonia laringea, distonie degli<br />

arti. La terapia si basa sulla somministrazione di anticolinergici per via i.m.<br />

─ parkinsonismo iatrogeno: esordisce dopo alcune settimane dall’inizio della terapia con tremori,<br />

rigidità muscolare e bradicinesia. Bisogna < la dose del neurolettico e somministrare un<br />

anticolinergico (biperidene).<br />

─ acatisia: esordisce dopo alcune settimane dall’inizio della terapia o dopo l’> del dosaggio,<br />

provocando irrequietezza motoria con incapacità a stare fermo e a mantenere la posizione<br />

seduta. E’ necessario < la dose del neurolettico, somministrare β-bloccanti o benzodiazepine.<br />

─ discinesia tardiva: esordisce dopo una terapia a lungo termine soprattutto dopo la sospensione o <<br />

del dosaggio dei neurolettici, manifestandosi con movimenti involontari oro-linguali o facciali,<br />

delle dita delle mani e degli arti. Non esiste una terapia specifica.<br />

Inoltre, i neurolettici sono responsabili di altri effetti collaterali:<br />

─ iperprolattinemia con ginecomastia, galattorrea, amenorrea e > peso corporeo.<br />

─ azione antiistaminica H1: sedazione che può essere utile nello schizofrenico e sonnolenza.<br />

─ azione anticolinergica: secchezza delle fauci, stipsi, > P endooculare, ritenzione urinaria.<br />

─ azione antiadrenergica: ipotensione e tachicardia riflessa.<br />

La complicanza più temibile è la sindrome maligna da neurolettici che esordisce in modo acuto<br />

entro poche h dalla somministrazione del neurolettico con ipertermia (T°C > 39°C), rigidità<br />

muscolare e rabdomiolisi con > CPK plasmatiche, fino a confusione mentale, coma e morte se non<br />

si interviene tempestivamente sospendendo la somministrazione dei neurolettici e ricorrendo a<br />

terapia intensiva contro la febbre e rigidità, fino alla rianimazione.<br />

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