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UNIVERSITA' dEglI STUdI dI FOggIA - laprimapietra - Altervista

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In caso di pz che necessitano di un trattamento protratto o di controindicazioni alle benzodiazepine,<br />

si ricorre agli SSRI. La psicoterapia cognitivo-comportamentale con tecniche di decondizionamento<br />

consente di desensibilizzare il pz allo stimolo ansiogeno fino alla sua estinzione.<br />

Il Disturbo o Attacco di Panico è un episodio critico di ansia molto intensa, ad insorgenza<br />

improvvisa ed inattesa, cioè non scatenato da particolari situazioni.<br />

Il DSM-IV, oltre all’attacco di panico propriamente detto, distingue altre 2 forme:<br />

attacco di panico situazionale dovuto ad un evento casuale, occasionale responsabile del primo<br />

episodio che il pz teme e se dovesse ripresentarsi favorirebbe un altro episodio di attacco di panico.<br />

attacco di panico predisposto da situazioni ansiogene (esami, intervento chirurgico) che<br />

determinano un’attivazione neurovegetativa fino all’attacco di panico vero e proprio.<br />

Dal punto di vista Epidemiologico l’attacco di panico ha una prevalenza nella popolazione<br />

generale di ~ il 3%, più frequente nei soggetti di sesso F con elevata predisposizione familiare,<br />

in particolare nella fascia di età 15-35 anni.<br />

Dal punto di vista Clinico l’esordio è acuto, improvviso caratterizzato da disturbi cognitivi,<br />

percettivi e somatici:<br />

disturbi cognitivi: il pz presenta una paura intensa di morire, impazzire, perdere il controllo,<br />

commettere un’azione sbagliata o avere un comportamento imbarazzante.<br />

disturbi percettivi: derealizzazione cioè alterata percezione dell’ambiente circostante, con senso<br />

di irrealtà, stranezza o stato di sogno (vivere in un film) e depersonalizzazione cioè alterata<br />

percezione di se stessi con sensazione di distacco dal proprio corpo.<br />

disturbi somatici: sintomi neurovegetativi e neuromuscolari cioè tachicardia, palpitazioni,<br />

cardiopalmo, sudorazione profusa, dispnea o sensazione di soffocamento, dolore o fastidio al<br />

petto, vampate di calore, brividi, tremori, parestesie con torpore e formicolii, nausea, disturbi<br />

addominali. Questi sintomi hanno un esordio acuto, sono molto intensi ma di breve durata e<br />

devono essere distinti dai disturbi acuti del ritmo cardiaco, crisi anginose, ipertensive e asmatiche.<br />

L’episodio è di breve durata (10-20 min) ma resta ben impresso nella memoria del pz, tanto che<br />

al termine dell’attacco di panico si verifica una fase intercritica detta ansia di attesa o<br />

anticipatoria che può durare alcune h, in cui il pz ha paura di avere un altro attacco fino a<br />

raggiungere un picco di intensità tale da condizionare la vita del pz che vive in uno stato di<br />

continua apprensione e ipervigilanza. Lo stato d’ansia può essere ridotto o controllato se il pz si<br />

allontana dalla situazione temuta o viene rassicurato da una persona di fiducia, mentre l’attacco di<br />

panico quando inizia è difficile da controllare.<br />

Il decorso è fluttuante con tendenza alla cronicizzazione, se la terapia è adeguata si può avere la<br />

completa regressione del disturbo o un netto miglioramento del quadro clinico, altrimenti si<br />

hanno alcune Complicanze con insorgenza di altri disturbi psichiatrici, come l’agorafobia (70%)<br />

e la fobia sociale (20%) che esordiscono nelle fasi iniziali del disturbo, l’ipocondria (18%) insorge<br />

tardivamente, nel 50-60% dei casi si ha depressione ad alto rischio di suicidio oppure si ha l’abuso<br />

di alcol e/o benzodiazepine per cercare di alleviare l’ansia anticipatoria ma senza benefici perchè<br />

non bloccano l’attacco di panico.<br />

La Terapia dell’attacco di panico si basa sulla somministrazione delle benzodiazepine a breve<br />

termine (alprazolam) in caso di attacchi sporadici e non complicati, oppure antidepressivi SSRI in<br />

caso di attacchi di panico di media o grave intensità o nei trattamenti a lungo termine.<br />

In genere si ottengono buoni risultati dopo ~ 3 mesi di terapia con remissione dell’ansia<br />

anticipatoria e ripristino del funzionamento sociale del pz che riesce ad affrontare le situazioni<br />

associate agli episodi critici senza che scatenino gli attacchi, altrimenti si ricorre alla psicoterapia<br />

comportamentale con tecniche di desensibilizzazione sistematica esponendo gradualmente il pz<br />

alle situazioni ansiogene in vivo o in immaginazione fino alla loro estinzione.<br />

Bisogna ricordare che i pz affetti da disturbo di panico spesso presentano la farmacofobia con<br />

difficoltà ad aderire alla terapia per paura che il farmaco possa danneggiarlo.<br />

Il Disturbo Ossessivo-Compulsivo secondo il DSM-IV è un disturbo d’ansia poichè spesso si<br />

sviluppa a partire da una paura o fobia e si accompagna a sintomi fobici, secondo le scuole europee<br />

è un disturbo autonomo dal punto di vista clinico e psicopatologico.<br />

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